(Minghui.org) Il 25 aprile scorso quattro praticanti della Falun Dafa di Bangalore hanno tenuto una conferenza agli studenti laureati dell’Università St. Joseph, riguardo all’Appello del 25 aprile tenuto dai praticanti cinesi nel 1999. Inoltre, gli studenti sono stati informati sulla Falun Dafa e su come il Partito Comunista Cinese (PCC) perseguita i praticanti in Cina.

Un’aula piena di studenti laureati dell’Università St. Joseph ascolta l’orazione dei praticanti

Il contesto dell’appello del 25 aprile

Quasi 100 studenti laureati in lavoro sociale hanno assistito alla conferenza, che ha fornito loro una conoscenza della Repubblica Popolare Cinese e del PCC, per inquadrare il significato intrinseco dell’appello del 25 aprile.

Un praticante ha spiegato agli studenti il controllo draconiano che il PCC, da quando è salito al potere nel 1949, ha esercitato sulla società cinese. Il PCC ha condotto una serie di campagne politiche che hanno preso di mira varie minoranze sociali, per imporre il proprio dominio sulla società e reprimere il dissenso. Molte di esse sono sfociate nella violenza contro le minoranze selezionate. Il praticante ha citato come esempi la Rivoluzione Culturale e il Massacro di Piazza Tienanmen del 1989.

Nel 1999 la polizia di Tianjin ha arrestato 45 praticanti della Falun Dafa. Il 25 aprile circa 10.000 praticanti si sono riuniti davanti all’Ufficio degli appelli del Consiglio di Stato a Pechino per chiedere il rilascio dei loro amici arrestati.

L’appello è stato ordinato e tranquillo. Tutti i praticanti sono tornati a casa senza incidenti, dopo che l’allora premier Zhu Rongji aveva assicurato loro che avrebbero potuto continuare a praticare la Falun Dafa indisturbati.

Sebbene in seguito l’appello del 25 aprile sia stato deliberatamente travisato dal PCC come un attacco politico per demonizzare la Falun Dafa, è stato come hanno detto i praticanti, un segno che lo spirito di resistenza non si è estinto in Cina.

Simpatia e sostegno

Molti studenti erano curiosi di conoscere la Falun Dafa. I praticanti hanno mostrato un breve documentario per raccontare come la pratica spirituale sia diventata immensamente popolare in Cina, per i suoi benefici alla salute e per i suoi principi guida di Verità, Compassione e Tolleranza.

Alla fine degli anni ‘90, il PCC stimava che 100 milioni di cinesi praticassero la Falun Dafa, un numero superiore a quello dei membri dello stesso Partito. Così, ha lanciato una persecuzione nazionale, con l’intenzione di sradicarne completamente l’influenza. I praticanti della Falun Dafa sono stati arrestati arbitrariamente, torturati, uccisi e alcuni hanno subito il prelievo forzato dei loro organi.

Molti studenti hanno espresso la loro solidarietà e il loro sostegno ai praticanti.

Divya, una delle studentesse, ha detto che la persecuzione della Falun Dafa è una violazione dei diritti umani e che bisogna prestarvi attenzione.

Un’altra studentessa, Rupali, ha sottolineato l’importanza di lottare contro l’oppressione e per l’umanità nel sostenere i praticanti. La sua compagna di classe Vanshika ha concordato sull’importanza di far conoscere la situazione in Cina.

“È nostra responsabilità opporci alla distruzione di vite umane”, ha detto Vanshika.

Un altro studente, John, ha detto che come persone che vivono in India, è bene prendersi cura dei loro vicini cinesi.

La sessione si è conclusa con alcune parole di ringraziamento da parte del decano del Servizio sociale della St. Joseph, p. Dr. G. Augustine Lourdu, che ha espresso gratitudine per gli sforzi compiuti dai praticanti nel sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così importante come la violazione dei diritti umani.

Ha detto: “Il lavoro sociale richiede coraggio e le persone non possono semplicemente essere attivisti seduti sulle loro poltrone. Quando c’è una violazione dei diritti umani, le persone devono avere il coraggio di parlare, perché la voce di ognuno può fare la differenza nel cambiare ciò che accade intorno a noi”.