(Minghui.org) Dal 21 al 27 maggio di quest’anno l’Associazione Etica per il Trapianto di Organi della Corea (KAEOT) ha tenuto una mostra di poster presso il Museo d’Arte metropolitano di Seul, nel centro della Capitale Sud-coreana. La mostra mirava a denunciare il crimine del prelievo forzato di organi da parte del Partito Comunista Cinese (PCC), che prende di mira i praticanti della Falun Dafa e altri prigionieri di coscienza. L’evento ha attirato numerosi residenti e turisti.
Dal 21 al 27 maggio di quest’anno l’Associazione etica per il trapianto di organi della Corea (KAEOT) ha organizzato la mostra internazionale per il premio di poster “Life, Human Rights and Forced Organ Harvesting” (Vita, diritti umani e prelievo forzato di organi), presso il Museo d’arte metropolitano di Seoul nella stazione di Gyeongbokgung, a Seoul
Il Museo d’arte metropolitano di Seoul si trova all’interno della stazione di Gyeongbokgung. Essendo circondata da uffici governativi e attrazioni turistiche come il Palazzo Gyeongbokgung, la Piazza Gwanghwamun e la Casa Blu, ogni giorno vi transitano circa 50.000 persone, tra turisti e residenti. Il museo si trova al livello uno del seminterrato della metropolitana.
Gli organizzatori della mostra hanno proiettato ogni giorno “Human Harvest”, un documentario sul prelievo illegale di organi in Cina, in modo che i visitatori potessero comprendere più a fondo la situazione che stanno vivendo i praticanti della Falun Dafa detenuti dal PCC. Il documentario ha raccontato le indagini indipendenti condotte dall’avvocato canadese per i diritti umani David Matas, e dall’ex segretario di Stato per l’Asia e il Pacifico David Kilgour, che sono stati nominati per il Premio Nobel per la pace. Il documentario ha fornito le prove delle transazioni per gli organi, prelevati dai praticanti della Falun Dafa, riuscendo a “smascherare” i crimini contro l’umanità del PCC.
Attraverso la mostra, i visitatori hanno appreso del prelievo di organi da parte del regime cinese e di ciò che sta accadendo nella società internazionale, per cercare di porre fine a questo orribile crimine. Ogni poster conteneva informazioni sul prelievo di organi nella Cina di oggi. Molte persone hanno scattato foto e registrato video e alcune sono tornate con amici e familiari.
Dopo aver appreso la situazione dei diritti umani in Cina, i visitatori hanno espresso il loro sostegno alla mostra di poster. Molte persone hanno scaricato foto e video della mostra sui social media, per diffondere ulteriormente la verità
L’evento è stata visitato da persone provenienti da molti Paesi, tra cui Francia, Singapore, Giappone, Vietnam, Thailandia, Messico, Stati Uniti, Cina e Taiwan.
Dopo aver assistito alla mostra, un giornalista di un importante quotidiano ha dichiarato che avrebbe pubblicato un resoconto sull’evento. Anche un rappresentante di un’organizzazione internazionale di soccorso ha invitato KAEOT a riproporre l’esposizione anche durante le loro manifestazioni.
Un ex funzionario pubblico, che ha lavorato per 30 anni nell’ufficio legale, si è commosso di fronte al poster vincitore del premio d’argento. Voleva fare qualcosa per fermare il prelievo di organi e ha lasciato i suoi dati di contatto agli organizzatori. È tornato a vedere la mostra con i suoi amici.
Dopo aver saputo del prelievo di organi un uomo, titolare di un’azienda che ha rapporti commerciali con la Cina, ha detto che più persone dovrebbero conoscere questo crimine terribile. Ha preso una serie di volantini per distribuirli ai suoi dipendenti.
Un giorno festivo della mostra ricorreva il compleanno del Buddha. Molte volte famiglie intere sono andate a vedere i manifesti. I genitori hanno spiegato ai loro figli che il prelievo di organi è sbagliato e hanno discusso di etica umana, osservando i poster e i messaggi trasmessi da ciascuno di essi.
Ogni anno a Taiwan si tengono eventi simili a questo, ma anche in Giappone e in Corea del Sud. L’organizzatore, KAEOT, ha organizzato mostre presso l’Università della Corea e il Municipio di Seongnam, rispettivamente nel 2021 e l’anno scorso. La mostra è stata sponsorizzata da Human Asia, un’organizzazione coreana per i diritti umani.