(Minghui.org) Una donna di 84 anni, residente nel distretto di Jiangbei a Chongqing, è stata recentemente incriminata per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Prima del suo pensionamento, Zhang Xingchao era vicepresidente del Comitato permanente del Congresso del popolo di Wofo, nel distretto di Tongnan a Chongqing. L’anno scorso, dopo aver letto notizie sulla sua partecipazione alla persecuzione dei praticanti del Falun Gong, ha scritto una lettera al segretario del Comitato per gli affari politici e legali del distretto di Yubei. Per la sua sicurezza, ha lasciato la lettera all’ufficio postale di via Datong, nel distretto di Yuzhong.
L’ufficio postale ha intercettato la lettera e l’ha consegnata alla stazione di Daomenkou, nel distretto di Yuzhong. La polizia ha esaminato attentamente i video di sorveglianza e ha stabilito che era stata Zhang ad averla imbucata. Poiché il destinatario della lettera si trovava nel distretto di Yubei, il caso di Zhang è stato consegnato alle autorità nel distretto di destinazione.
Poco dopo le 8:00 del mattino dell’8 luglio dell’anno scorso più di venti agenti dell’ufficio di sicurezza interna del distretto di Yubei e delle stazioni di polizia sotto la sua supervisione hanno fatto irruzione nell’abitazione di Zhang. Le hanno chiesto se avesse spedito lei la lettera e hanno minacciato suo figlio, affermando che, se la madre avesse continuato a praticare il Falun Gong, ne avrebbe pagato le conseguenze. Gli agenti hanno confiscato i libri del Falun Gong di Zhang e hanno lasciato delle persone fuori casa per controllarla. In seguito hanno molestato lei e suo figlio al telefono più volte.
Il 10 settembre dell’anno scorso è arrivata la polizia con tre autocarri e ha molestato Zhang presso la sua abitazione in occasione del Festival di metà autunno. Gli agenti hanno minacciato di tramutare il suo caso in uno più importante.
Il 16 giugno scorso ha ricevuto un avviso dalla procura distrettuale di Jiulongpo in cui si affermava di essere stata incriminata.
Tutti i distretti sopra menzionati fanno parte dei 26 distretti di Chongqing.
Zhang soffriva di ernia del disco, pielonefrite (infezione batterica che causa infiammazione dei reni), ipotensione (pressione sanguigna particolarmente bassa), anemia e artrite reumatoide. Doveva prendere pillole tutto l’anno, ma nessun medicinale era riuscito a darle sollievo. Tuttavia, il 12 gennaio 1997, poco dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, tutti i suoi sintomi sono scomparsi. Come tale, non ha mai vacillato nella sua fede, anche dopo l’inizio della persecuzione nel 1999.
Prima del suo ultimo episodio di persecuzione, è stata arrestata diverse volte e, a seguito di uno degli arresti, le è stato inflitto un anno di lavori forzati.
Nel mese di dicembre 1999 Zhang e altre due praticanti hanno deciso di recarsi a Pechino per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong, ma gli agenti della stazione di polizia ferroviaria le hanno arrestate prima che potessero affrontare il viaggio. La polizia le ha trattenute per più di 10 ore prima di portarle alla stazione ferroviaria di Chongqing, dove gli agenti dell’ufficio di sicurezza interna del distretto di Tongnan le attendevano con le manette.
La polizia le ha confiscato un libro del Falun Gong e più di 1.000 yuan (circa 126 euro) in contanti. Quella notte, la polizia ha tenuto intenzionalmente le tre donne nella cella di un detenuto maschio. La mattina dopo sono state trasferite al centro di detenzione del distretto di Tongnan. Ogni praticante è stata costantemente sorvegliata da un detenuto e le è stato ordinato di scrivere dichiarazioni di rinuncia alla sua fede nel Falun Gong.
Un mese dopo Zhang è stata rilasciata con una cauzione di 4.000 yuan (circa 503 euro). Le è stato ordinato di presentarsi regolarmente alla polizia e chiedere il permesso se voleva uscire di casa.
Nel mese di febbraio 2000 la donna è stata arrestata nuovamente dalla polizia, che l’ha tenuta in un centro di detenzione per più di quattro mesi.
Il 1 luglio 2000 Zhang è riuscita a recarsi a Pechino, per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong, ma è stata arrestata in piazza Tiananmen. È stata presa a calci e pugni dagli agenti, prima di essere portata alla locale stazione di polizia. Il pomeriggio è stata trasferita al dipartimento di polizia distrettuale di Daxing nella Capitale cinese. Nel cuore della notte è stata spostata di nuovo, ed è stata condotta in una stazione di polizia a più di 60 miglia (circa 97 chilometri) di distanza.
Nei giorni successivi, gli agenti della lontana stazione di polizia hanno picchiato e insultato Zhang ogni giorno, tentando di costringerla a rivelare il suo nome e indirizzo. La donna si è rifiutata di obbedire ed è stata successivamente portata al centro di detenzione del distretto di Daxing, dove a tutti i praticanti che si rifiutavano di rivelare i propri nomi veniva prelevato il sangue contro la loro volontà. In seguito, è venuta a sapere che il prelievo di sangue era necessario per verificare se fosse in buona salute per il prelievo di organi dai praticanti del Falun Gong ancora in vita, perpetrato dal regime comunista cinese.
Il 16 luglio 2000 tutti i praticanti che si sono rifiutati di rivelare i loro nomi sono stati trasferiti in diverse strutture a Tianjin. Zhang è stata portata al centro di detenzione della contea di Wuqing, dove le guardie sono riuscite a scoprire le sue generalità. Il 23 luglio 2000 l’ufficio di collegamento del dipartimento di Chongqing a Pechino l’ha prelevata e due giorni dopo l’ha riportata a Chongqing. È stata tenuta in un centro di detenzione per più di un mese, prima di essere trasferita al campo di lavoro femminile di Chongqing, dove è rimasta per 13 mesi.
Nel campo di lavoro, ogni giorno Zhang è stata costretta a camminare in una postura militare o a sedersi su un piccolo sgabello alto 10 centimetri, con le mani in grembo. Se la sua posizione deviava anche solo un po’ dagli standard delle guardie, veniva picchiata o insultata dai due detenuti incaricati di sorvegliarla. A volte la denunciavano alle guardie, che le avrebbero imposto punizioni più severe.
Il lungo periodo seduta sul piccolo sgabello le ha fatto andare in cancrena le natiche, che trasudavano pus. Il dolore era insopportabile.
La donna è anche stata costretta a leggere o guardare materiale che diffamava il Falun Gong e a scrivere i “rapporti di pensiero”. Inoltre, le sono state negate le visite dei familiari.
Le guardie la facevano lavorare anche senza retribuzione. Quando non riusciva a terminare la sua quota di lavoro, veniva privata del sonno minacciata di prorogare il termine della pena.
Nell’agosto 2001 Zhang avrebbe dovuto essere rilasciata, ma se si fosse rifiutata di rinunciare alla sua fede, l’Ufficio 610 del distretto di Tongnan ha minacciato di portarla in un centro per il lavaggio del cervello. A quel tempo, suo marito era gravemente malato e lei avrebbe dovuto accudire suo nipote di sette mesi (i suoi genitori non potevano permettersi un’assistenza all’infanzia). In tale circostanza Zhang ha scritto, contro la sua volontà, una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. Solo allora è stata rilasciata.
Nell’ottobre 2003 la donna è stata arrestata un’altra volta, mentre esponeva materiale informativo del Falun Gong. Gli agenti della stazione di polizia del villaggio di Yuhua l’hanno interrogata sotto tortura. Non avendo trovato prove incriminanti contro di lei, è stata rilasciata.
Nel 2004 la stessa stazione di polizia ha arrestato Zhang dopo che era stata denunciata per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong. La donna è stata interrogata per quasi sette ore di fila, ma si è rifiutata di rispondere alle domande degli agenti, che hanno quindi convocato suo figlio alla stazione di polizia, minacciando di trattenerla. A causa della mancanza di prove, tuttavia, la polizia ha finito per darle un avvertimento invece della detenzione amministrativa. Tre giorni dopo suo figlio è stato molestato sul posto di lavoro. Gli agenti hanno ordinato al suo supervisore di licenziarlo se non avesse impedito a sua madre di fare opera di sensibilizzazione riguardo alla persecuzione del Falun Gong.
Il 12 febbraio 2010, due giorni prima del capodanno cinese, Zhang è stata seguita da un agente in borghese, che l’ha arrestata e portata alla stazione di polizia del villaggio di Daxing. La donna è stata interrogata per diverse ore e, quando si è rifiutata di rispondere alle sue domande, l’agente l’ha insultata. Più tardi è stata rilasciata, ma la polizia ha continuato a monitorarla.
Suo marito è stato traumatizzato dai suoi ripetuti arresti e molestie. Un tempo uomo sano, ha sviluppato diabete e malattie cardiache e non era più in grado di prendersi cura di se stesso.
Procura Distrettuale di Jiulongpo:Indirizzo: Viale Hongshi nº 2, distretto di Jiulongpo a Chongqing, CAP: 400039Tel.: +86-23-8906 int. 2001