(Minghui.org) L’8 settembre scorso il signor Li Yilong della città di Jiujiang, nella provincia dello Jiangxi, processato per aver praticato il Falun Gong, è svenuto poco dopo l’udienza. Dopo essersi ripreso, l’uomo, che era uscito su cauzione, è tornato a casa ed è ora in attesa di conoscere il verdetto.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Intorno alle 5:00 del mattino del 16 giugno dell’anno scorso Xiong Xiaoxiong dell’Ufficio per la sicurezza interna della città di Ruichang e gli agenti della stazione di polizia del villaggio di Yongquan, nella città di Jiujiang, hanno arrestato Li nel dormitorio messo a disposizione dal suo datore di lavoro. La polizia ha perquisito la sua residenza senza mostrare alcun documento legale. Intorno alla stessa ora altre due praticanti del Falun Gong, Tong Jinping e sua sorella, Tong Yinping, sono state arrestate nelle rispettive abitazioni.
Tutti e tre i praticanti sono stati condotti alla stazione di polizia di Pencheng, nella città di Ruichang, a circa 30 miglia (circa 48 chilometri) da Jiujiang, dove sono stati ammanettati a delle sedie di ferro e interrogati per oltre 20 ore.
Rievocazione della tortura: Ammanettato su una sedia di ferro
Due giorni dopo Li e Tong Yinping sono stati rilasciati su cauzione, dopo che i locali centri di detenzione avevano negato loro l’ammissione a causa delle cattive condizioni di salute. Tong Jinping è stata ammessa nel centro di detenzione della città di Jiujiang e, nel mese di settembre dell’anno scorso, è stata incriminata. Lo scorso 13 gennaio il tribunale della contea di Yongxiu ha tenuto un’udienza virtuale sul suo caso, condannandola a un anno di prigione, oltre al pagamento di una multa di 5.000 yuan (circa 640 euro).
Il 6 luglio scorso Li è stato nuovamente arrestato dall’agente Xiong. La pressione mentale ha causato all’uomo una pressione sanguigna pericolosamente elevata e la polizia ha dovuto rilasciarlo.
Il 7 settembre Xiong ha chiamato Li e gli ha ordinato di presentarsi il giorno successivo presso il tribunale della contea di Yongxiu per un’udienza. Lo ha minacciato dicendo: “Se non viene, sarà arrestato!”.
L’8 settembre l’uomo si è recato in tribunale. I giudici e il pubblico ministero non hanno rivelato i loro nomi. Inoltre, il tribunale ha nominato un avvocato per dichiarare la sua colpevolezza. La moglie e un funzionario del villaggio hanno potuto assistere all’udienza.
Prima dell’inizio del processo, il giudice presiedente ha chiesto a Li di firmare delle dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong. Ha detto che avrebbe proceduto con l’udienza solo quando l’uomo le avesse firmate, aggiungendo che, se l’avesse fatto, gli avrebbe concesso una sentenza più leggera; altrimenti sarebbe stato preso in custodia il giorno stesso. Li si è rifiutato di obbedire o di dichiararsi colpevole. Proprio quando ha iniziato a difendere la sua innocenza, il giudice lo ha interrotto e ha rinviato l’udienza.
Li ha scambiato la fine dell’udienza per una pausa e ha aspettato. Dopo due ore la seduta non era ancora ripresa. Si è quindi reso conto che, per quel giorno, l’udienza poteva considerarsi conclusa. Si è preparato per andarsene, ma un giudice lo ha notato e gli ha ordinato di tornare in aula ad aspettare, senza dirgli cos’altro doveva fare. L’uomo ha seguito l’ordine del giudice, ma poco dopo, a causa dello stress mentale, è svenuto ed è caduto sul pavimento dell’aula. Per molto tempo non ha ripreso conoscenza. Il tribunale non ha richiesto assistenza medica né ha chiamato un’ambulanza.