Nome: Xu HaihongNome cinese: 徐海红Sesso: DonnaEtà: 56 anniCittà: QingdaoProvincia: ShandongOccupazione: SconosciutaData della morte: 9 dicembre 2023Data dell’ultimo arresto: 10 settembre 2023Luogo di detenzione più recente: Prigione femminile della provincia dello Shandong
Lo scorso 9 dicembre una donna di 56 anni della città di Qingdao, nella provincia dello Shandong, è deceduta, circa tre giorni dopo essere stata trasferita nel carcere femminile della provincia dello Shandong, nella capitale Jinan, per scontare una pena detentiva di un anno e quattro mesi.
Nel 2022 Xu Haihong è stata arrestata, dopo essere stata denunciata per aver parlato alla gente della persecuzione del Partito Comunista Cinese nei confronti della sua fede, il Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale basata sui principi di Verità-Compassione-Tolleranza.
Gli agenti della stazione di polizia di via Liaoyuan le hanno ordinato di firmare i verbali dell’interrogatorio, ma lei si è rifiutata di farlo. Ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l’arresto arbitrario, ma il 15° giorno è stata rilasciata su cauzione, quando era in condizioni critiche. La sua famiglia è stata costretta a pagare una multa di 13.000 yuan (circa 1.670 euro) ed è stata avvertita che il caso di Xu non era chiuso.
Intorno al 10 settembre dell’anno scorso gli agenti hanno bussato alla porta della sua abitazione. Quando Xu si è rifiutata di farli entrare, hanno spaccato porta e serratura. Gli agenti l’hanno arrestata e condotta al Centro di detenzione di Pudong, nella città di Qingdao. Inoltre hanno impedito ai suoi familiari di farle visita.
Né la polizia né il centro di detenzione hanno aggiornato la famiglia di Xu sulla sua situazione. Nel mese di ottobre dell’anno scorso i familiari hanno scoperto che era stata condannata a un anno e quattro mesi. Non sono mai stati informati sull’incriminazione, sul processo o sulla sentenza.
Intorno al 6 dicembre l’Ufficio giudiziario della città di Qingdao ha disposto il trasferimento di Xu nel carcere femminile della provincia dello Shandong. Poiché era diventata estremamente debole, a causa del prolungato sciopero della fame, al suo arrivo in prigione è stata ricoverata nell’ospedale interno, dove il 9 dicembre scorso è deceduta.
I suoi familiari hanno visionato i video di sorveglianza dell’ospedale, ma in nessuno hanno visto le guardie torturarla. Sebbene la prigione sia nota per i maltrattamenti ai praticanti del Falun Gong incarcerati, essi ritengono che le autorità di Qingdao abbiano “passato la palla” alle autorità di Jinan, forse per scaricare la responsabilità della sua morte e rendere più difficile per la famiglia raggiungere la città di Jinan, situata a circa 200 miglia di distanza (circa 322 chilometri), per chiedere giustizia.