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Qinhuangdao, Hebei: Concesso il primo incontro preliminare nei casi del Falun Gong

29 Gen. 2024 |   Di un corrispondente Minghui della provincia dell’Hebei, Cina

(Minghui.org) A due donne di Qinhuangdao, nella provincia dell’Hebei, è stata concessa una riunione preliminare al processo che le vedeva imputate per la loro fede condivisa nel Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Si sa da fonti sicure che questa è la prima volta che le autorità di Qinhuangdao concedono un incontro preprocessuale nei casi del Falun Gong.

Arrestate entrambe il 14 luglio dello scorso anno le due donne, Hong Yanrong e Liang Jun, con i rispettivi avvocati, hanno riesaminato tutte le prove d’accusa durante l’incontro preprocessuale tenutosi il 10 gennaio scorso al tribunale distrettuale di Funing. Erano presenti anche il giudice Shi Wenjing e il P.M. Li Wenming della procura distrettuale.

Hong licenzia per la seconda volte lo stesso avvocato nominato dal tribunale

Hong aveva già il proprio avvocato di Pechino, quindi è stata sorpresa nel vedere l’avvocato Wu all’incontro preprocessuale. L’aveva già licenziato tempo addietro, perché lui aveva ricevuto l’ordine di presentare una dichiarazione di colpevolezza per lei. Wu ha chiarito che era stato suo figlio a chiedergli di rappresentarla di nuovo.

Hong gli ha chiesto perché non ne avesse ne parlato direttamente con lei di questa faccenda. Wu non ha fornito una risposta soddisfacente e ha anche sostenuto che non era sicuro di quale tipo di dichiarazione (colpevolezza o non colpevolezza) avrebbe dovuto presentare, perché non aveva la possibilità di accedere alle prove dell’accusa.

Hong ha richiesto nuovamente che Wu fosse deposto. Il giudice Shi ha chiesto se Wu fosse d’accordo e lui ha risposto che la decisione spettava alla cliente. Lei ha dato conferma della sua decisione e ha firmato le registrazioni delle sue conversazioni con Wu. Anche Wu ha firmato e poi ha scattato una fotografia della trascrizione delle conversazioni.

L’avvocato di Pechino di Hong e l’avvocato di Liang hanno chiesto al giudice Shi di poter fare entrare il figlio della donna che aspettava fuori, per discutere la questione con sua madre e Wu. Shi ha detto che non ce n’era bisogno, perché rispettava la decisione di Hong di sollevare l’avvocato dall’incarico.

Quando Wu stava andando via, Hong gli ha detto: “Non ce l’ho con lei, è solo che so che non le si permette di difendere l’innocenza dei praticanti del Falun Gong. Spero che capisca che la mia decisione è di salvaguardare la legge ed evitarle lo stress di non poter difendere i praticanti del Falun Gong al meglio delle sue capacità”.

Gli avvocati respingono le prove discutibili dell’accusa

Alla riunione preprocessuale, il giudice, il P.M. e le imputate dovevano giungere ad un accordo su quali prove dell’accusa ammettere e quali no.

Il giudice Shi ha chiesto se Hong avesse aderito all’organizzazione del Falun Gong. Lei ha ribattuto che il Falun Gong non ha un’organizzazione o un registro.

Il P.M. ha sottoposto le testimonianze dell’accusa ai due avvocati della difesa che però ne hanno messo in dubbio l’attendibilità, perché avevano notato qualcosa di sospetto riguardo ai tempi e agli eventi descritti. Hong e Liang non avevano mai fatto quello di cui si parlava e nemmeno nei tempi presunti (a causa della difficoltà nell’ottenere accurate informazioni in modo tempestivo in Cina i corrispondenti Minghui non sono stati in grado di raccogliere informazioni dettagliate sulle prove d’accusa. Non era dunque chiaro quali fossero le accuse effettive contro le praticanti e di cosa trattasse il video sotto menzionato).

Li ha anche presentato un filmato per provare che Hong e Liang avevano fatto qualcosa in un certo posto. I legali hanno puntualizzato che il video era sfocato e mostrava solo due persone di spalle che camminavano in un dato luogo. Non c’era nessuna prova concreta che le due ombre nel video fossero le loro clienti. Inoltre camminare in qualche posto non è una prova in se stessa che le due donne avessero davvero fatto ciò di cui erano accusate.

Gli avvocati hanno chiesto se il P.M. Li e il giudice Shi avessero giurisdizione sulle loro clienti, poiché i due vivono nel distretto di Haigang, non in quello di Funing.

Prese di mira per settimane prima di essere arrestate

Gli arresti di Hong e Liang hanno avuto origine quando si sono recate al Dipartimento distrettuale di polizia di Beidahe di Qinhuangdao il 26 giugno dell’anno scorso. Quel giorno le due donne, insieme a Yu Shuyun, hanno accompagnato la 78enne Ni Guiyun al dipartimento di polizia per consegnare lettere e materiale informativo e convincere la polizia a non incriminare Ni per la sua fede nel Falun Gong.

Le tre donne Hong, Liang e Yu sono state molestate non appena hanno fatto ritorno a casa. Hong e Liang son state arrestate il 14 luglio dello scorso anno e ad oggi sono ancora detenute. Yu ha evitato l’arresto perché non era a casa quando la polizia ci è andata. Una quarta praticante, Gong Junmei, è stata arrestata mentre era andata far visita a Liang proprio mentre la polizia stava ancora perquisendo la sua abitazione. Gong era astata rilasciata più tardi nel pomeriggio per le sue cattive condizioni di salute.

Si è appreso da fonti sicure che le autorità hanno preso di mira Liang, Hong e Yu perché temevano che i praticanti del Falun Gong organizzassero dei gruppi per sensibilizzare la gente sulla persecuzione prima del Vertice di Beidahe (anche conosciuto come summit estivo del regime comunista) che si doveva tenere nel distretto di Beidahe ai primi di agosto dell’anno scorso. E’ una prassi comune per il regime intensificare la persecuzione dei praticanti del Falun Gong prima di raduni politici importanti, come il summit estivo, e intorno agli anniversari del Falun Gong.

Ni è stata processata senza rappresentanza legale il 21 settembre dello scorso anno. Ha rifiutato l’avvocato d’ufficio perché questi aveva ricevuto istruzioni di presentare una dichiarazione di colpevolezza per suo conto. Durante l’udienza il P.M. ha letto ad alta voce la lista dei beni confiscati dalla sua abitazione, senza presentare alcuna prova in aula. Il giudice non ha chiamato nessun testimone dell’accusa al banco e ha aggiornato l’udienza dopo aver fatto a Ni alcune domande. La signora è ancora in attesa del verdetto.

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