(Minghui.org) Dal 4 al 7 novembre, i praticanti della Falun Dafa si sono riuniti davanti al Parlamento di Canberra, in Australia, hanno chiesto pacificamente che la Camera dei Rappresentanti australiana approvi un emendamento legislativo, per contribuire a fermare il prelievo forzato di organi da persone in vita da parte del Partito Comunista Cinese (PCC).
I praticanti hanno tenuto una conferenza stampa il 6 novembre, sia loro che gli avvocati australiani per i diritti umani, hanno parlato contro il continuo prelievo forzato di organi da persone in vita da parte del PCC, e hanno sottolineato l'importanza che il governo federale adotti la legislazione in materia, per evitare che altri australiani siano involontariamente coinvolti nel traffico illegale di organi.
Nel pomeriggio, membri trasversali del Parlamento hanno dato vita a un forum sul prelievo forzato di organi da persone in vita, che ha attirato un'ampia gamma di persone, tra cui politici australiani, professionisti legali e commissari per i diritti umani. Cheng Peiming, un sopravvissuto al prelievo forzato di organi dal PCC, ha testimoniato in video-chiamata la sua agghiacciante esperienza, e ha risposto alle domande.
I praticanti della Falun Dafa hanno chiesto al governo australiano di porre fine al prelievo forzato di organi da persone in vita da parte del PCC, durante gli eventi davanti alla Casa del Parlamento a Canberra, Australia, dal 4 al 7 novembre
Madelene Bridget, avvocato australiano per i diritti umani, ha partecipato alla conferenza stampa del 6 novembre
Madelene Bridget, avvocato australiano per i diritti umani, ha dichiarato durante la conferenza stampa del 6 novembre: “Sono qui oggi per parlare della legislazione che deve essere cambiata in Australia. Attualmente è all'esame del Parlamento una proposta di legge che prevede che chi viaggia all'estero, al suo ritorno, debba indicare sulla carta del passeggero in arrivo se ha subito o meno un trapianto di organi all'estero”.
L’ avvocato ha sottolineato l'importanza dell'approvazione di questa legge, e ha affermato: “L'Australia può conoscere il numero di persone che effettivamente vanno all'estero e si sottopongono a trapianti di organi, ma al momento non raccoglie questi dati. Non sappiamo quindi, come nazione, quante persone vadano all'estero e si sottopongano a trapianti di organi, dove li ottengano, e se siano reperiti in modo etico e legale. Questa proposta di legge è quindi molto importante, chiediamo al Parlamento federale di approvarla, visto che consentirà all'Australia di allinearsi a molti altri Paesi del mondo che hanno leggi simili, ed è veramente importante che si approvino leggi per scoraggiare e prevenire il traffico di organi all'estero, in particolare il prelievo forzato di organi in Cina”.
Dott.ssa Lucy Zhao, presidente dell'Associazione Falun Dafa australiana
Lucy Zhao, presidente dell'Associazione Falun Dafa australiana, ha dichiarato: “La Falun Dafa è perseguitata, e gli organi vengono prelevati forzatamente da 25 anni. Molti Paesi hanno preso provvedimenti, tra questi ci sono Regno Unito, Francia, Italia e Canada, che hanno approvato leggi che vietano il prelievo forzato di organi da persone in vita. Il Senato australiano ha approvato la prima parte di una legge che pone fine al prelievo forzato di organi da persone in vita lo scorso agosto, e ci auguriamo che questa proposta di legge venga sostenuta e approvata come legge formale dalla Camera dei Rappresentanti.
“Porre fine al prelievo forzato di organi da persone in vita è una questione delicata per il governo australiano, che deve tenere conto delle relazioni commerciali con la Cina. Non siamo contrari al commercio con la Cina, ma non dovrebbe avvenire a spese dei diritti umani. Non sarà un bene per l'Australia se i diritti umani e i principi fondamentali verranno sacrificati durante il processo commerciale”, ha dichiarato.
John Deller, portavoce dell'Associazione Falun Dafa in Australia
John Deller, portavoce dell'Associazione Falun Dafa australiana, ha dichiarato: “Alcuni pazienti australiani si sono recati in Cina per subire un trapianto di organi. Non c'è modo di identificare come sia stato fatto legalmente, o se gli organi provengano da praticanti della Falun Dafa o da altri prigionieri di coscienza che vengono uccisi in Cina né se siano stati venduti dal Partito Comunista Cinese, dal sistema ospedaliero militare, e dai medici che possono fare soldi con la vendita di organi provenienti dall'uccisione di prigionieri di coscienza, a persone disperate di tutto il mondo. È una tragedia, vorremmo che deputati e senatori la comprendessero, e applicassero la legge per porvi rimedio. Spero che il governo australiano si alzi e si esprima contro i trapianti illegali di organi”.
La signora Zhuang, praticante della Falun Dafa, ha raccontato le sue esperienze e della sua famiglia, costrette a farsi prelevare il sangue mentre erano nei centri di detenzione, campi di lavoro, prigioni e stazioni di polizia: “Sono stata detenuta illegalmente a un campo di lavoro forzato femminile di Shanghai per due anni, dal gennaio 2001 al dicembre 2002. A tutte le praticanti della Falun Dafa è stato prelevato il sangue almeno due volte. Sono stata nuovamente detenuta illegalmente per due anni, dal dicembre 2011 al dicembre 2013, prima di essere trasferita dal centro di detenzione di Shanghai Pudong alla prigione femminile di Shanghai, nell'agosto 2012, le guardie carcerarie mi hanno portata in ospedale per un esame fisico dettagliato, che comprendeva un prelievo di sangue, un'ecografia, una TAC e una radiografia. Le guardie mi hanno detto che solo i praticanti della Falun Dafa sono tenuti a sottoporsi a tali esami medici dettagliati”.
Ha anche detto che quando sua madre e suo marito sono stati condannati illegalmente ai campi di lavoro forzato, anche a loro è stato prelevato il sangue: “Sappiamo che gli esami fisici erano solo un precursore del prelievo forzato di organi”.
Il tema del prelievo forzato di organi da persone in vita da parte del PCC, è stato al centro di un forum organizzato da legislatori federali di diversi partiti presso il Parlamento nel pomeriggio del 6 novembre.
Cheng Peiming, il primo sopravvissuto noto al prelievo forzato di organi da parte del PCC, ha testimoniato in video-chiamata la sua straziante esperienza. I partecipanti hanno esortato il governo australiano a intraprendere un'azione legislativa, e a unirsi alla lotta internazionale contro il prelievo di organi da persone in vita.
Madeleine Bridgett, avvocato per i diritti umani e relatrice del seminario, ha lodato il coraggio di Cheng, e ha invitato il governo australiano ad adottare misure legali più severe per fermare il crimine del prelievo forzato di organi da persone in vita
Cheng Peiming ha dichiarato: “Una notte sono stato trasferito dalla prigione di Daqing all’ospedale numero quattro, dove sono stato tenuto fermo con la forza da sei agenti di polizia, e sono stato anestetizzato senza il mio consenso. Mi sono svegliato dopo alcuni giorni di coma, e il dolore dell'intervento è stato atroce”.
L’ uomo ha mostrato un'incisione di 35 centimetri sul lato sinistro del petto, e ancora oggi il braccio sinistro e le costole gli fanno male nei giorni di pioggia, o quando è fisicamente esausto. Gli specialisti dei trapianti e i medici hanno confermato, attraverso una recente TAC, che al signor Cheng mancano segmenti del fegato sinistro, e metà del lobo inferiore sinistro del polmone.
La testimonianza di Cheng ha fornito prove convincenti che hanno scosso i partecipanti, la sua esperienza personale ha rafforzato la fiducia e la determinazione di tutti i partiti politici australiani a portare avanti l'approvazione di leggi che vietino il prelievo forzato di organi da persone in vita.
Lo scorso agosto, il Senato australiano ha approvato il Progetto di legge sulla migrazione (divulgazione del trapianto di organi all'estero e altre misure), che prevede che i viaggiatori che entrano in Australia debbano dichiarare sulla carta del passeggero in arrivo se hanno ricevuto un trapianto di organi all'estero negli ultimi cinque anni, indicare il Paese, lo Stato e la località in cui hanno ricevuto il trapianto, e il nome della struttura medica in cui è stato effettuato l'intervento.
Il disegno di legge è stato proposto alla Camera dei Rappresentanti australiana per un ulteriore dibattito, se approvato verrà attuato.