(Minghui.org) Zhang Chengyan, 68enne della contea autonoma mongola di Qian Gorlos (anche nota come contea di Qianguo), nella provincia dello Jilin, è rinchiusa nel Carcere provinciale femminile per scontare una pena di tre anni con l'accusa di praticare il Falun Gong.
Il calvario di Zhang è iniziato il 30 novembre dello scorso anno, quando cinque agenti di Baiyilaga, un paesino nella contea di Qianguo, hanno scavalcato la recinzione e hanno fatto irruzione in casa sua. Le hanno chiesto se praticasse ancora il Falun Gong e confiscato il lettore musicale e alcuni ciondoli recanti messaggi del Falun Gong. L'hanno poi portata al Carcere di Qianguo dove l'hanno tenuta per sette giorni e hanno estorto 10.000 yuan (circa 1.300 euro) alla sua famiglia.
Il 10 dicembre dello scorso anno, solo tre giorni dopo il rilascio, degli agenti della Divisione di sicurezza interna di Songyuan l'hanno arrestata di nuovo e portata al Centro di detenzione della medesima città (situata nel comune di Shanyou). Qiaoguo è nel comune di Songyuan.
Durante il secondo arresto la polizia ha confiscato i cellulari di Zhang e dei suoi familiari e, quando questi ultimi sono riusciti a riprenderli, hanno sospettato che la polizia ci avesse installato sopra delle app.
Quando i familiari sono andati a trovarla al centro di detenzione è stato detto loro che non era più lì. Né il centro di detenzione, né la polizia volevano dire loro dove era stata portata. Di recente hanno saputo da fonti interne che era stata mandata in carcere, e ancora oggi non sanno quando è stata incriminata, processata e trasferita in prigione.
Zhang soffriva di cheratite virale, gastrite cronica, grave insonnia, disturbi dei nervi periferici, spalla congelata, mal di schiena e tosse cronica, ma tutti i suoi malanni sono scomparsi non appena ha iniziato a praticare il Falun Gong nell'agosto 1997, ed è anche diventata una persona più calma e gentile. I familiari non riuscivano a capacitarsi del perché il regime comunista l'avesse rinchiusa in carcere per il solo fatto di praticare una disciplina spirituale che le aveva restituito la salute.