(Minghui.org)
Nome: Tang PeihengNome cinese: 唐佩恒Sesso: DonnaEtà: 75 anniCittà: XiangtanProvincia: HunanOccupazione: Impiegata in pensione di una fabbrica di motoriData della morte: 14 novembre 2024Data dell'ultimo arresto: 19 aprile 2017Luogo di detenzione più recente: Centro di detenzione di Majiahe
La signora Tang Peiheng, della città di Xiangtan nella provincia dell'Hunan, ha subito ripetuti arresti, detenzioni e torture per aver sostenuto la sua fede nel Falun Gong dopo la persecuzione ordinata dal regime comunista cinese nel 1999. Oltre ai maltrattamenti fisici e mentali, le è stata anche sospesa la pensione e, il 14 novembre scorso l'implacabile persecuzione le ha tolto la vita. Peiheng aveva 75 anni.
Nel 1996 la signora Tang, dipendente in pensione della Fabbrica di motori di Xiangtan, ha iniziato a praticare il Falun Gong e molti dei suoi disturbi sono presto scomparsi.
Dopo l'inizio della persecuzione nel 1999, la polizia l'ha costantemente perseguitata e le ha ordinato di consegnare i suoi libri del Falun Gong. Alcuni praticanti locali sono stati arrestati e rinchiusi in centri di detenzione o in ospedali psichiatrici. La signora Tang ha saputo che una neolaureata, che aveva appena iniziato a lavorare nella sua fabbrica, è stata sottoposta a iniezioni tossiche in un ospedale psichiatrico. La neoassunta ha sofferto di edema sistemico, oltre a essere diventata ottusa e a camminare in modo instabile.
Il 14 febbraio 2000 la signora Tang e alcuni praticanti hanno preso il treno e si sono diretti verso Pechino, per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong, ma sono stati arrestati in Piazza Tienanmen e portati all'Ufficio di collegamento dell'Hunan nella capitale cinese. La polizia di Xiangtan li ha presto riportati indietro e li ha rinchiusi in un centro per la disintossicazione dalle droghe.
Su ordine del direttore del centro, i tossicodipendenti hanno picchiato selvaggiamente i praticanti. La signora Tang è stata colpita all'occhio destro da una giovane donna di circa 20 anni, che l'ha anche presa a calci in faccia e le ha fratturato il naso, facendola sanguinare copiosamente. Il suo viso si è gravemente gonfiato e riusciva a malapena ad aprire gli occhi. Dopo due settimane di detenzione, la signora Tang ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione e quattro giorni dopo è stata rilasciata.
Una volta tornata a casa, ha appreso dai suoi familiari che la polizia e gli agenti dell'Ufficio 610 avevano loro mentito, dicendo che li aveva abbandonati perché le importava solo del Falun Gong. La famiglia e gli amici erano stati invitati a recarsi al centro di disintossicazione per convincerla a rinunciare alla sua fede.
All'inizio di luglio 2000 la signora Tang è stata nuovamente arrestata e condotta alla Stazione di polizia di Diancheng. Il giorno dopo due giovani l'hanno colpita al petto e le hanno dato uno schiaffo sul viso. La donna li ha esortati a non perseguitare i praticanti del Falun Gong innocenti come lei, ma senza successo.
Dopo aver saputo del pestaggio, il marito si è recato a casa del capo della polizia per chiedere giustizia. Per evitare l'esposizione pubblica, la donna è stata rilasciata, ma l'ufficiale ha predisposto qualcuno che rimanesse fuori da casa sua ogni giorno, per controllarla. Anche il marito è stato molestato al telefono e minacciato di costringere il suo posto di lavoro a licenziarlo. La polizia e gli agenti dell'Ufficio 610 hanno molestato la signora Tang anche a casa, e l'hanno minacciata per il lavoro e la promozione del figlio, del marito e del nipote. Le hanno persino accennato che loro stessi e il suo manager al lavoro sarebbero stati puniti se fosse stata nuovamente arrestata per essersi recata a Pechino a presentare ricorso.
Imperterrita, il 24 dicembre 2000 la signora Tang è tornata a Pechino ma, il 26 dicembre è stata arrestata in piazza Tiananmen e picchiata dalla polizia. La donna aveva forti tumefazioni sulla fronte, su mano e polso sinistri e sulla mano destra. In soli due minuti, la polizia ha riempito un furgone di praticanti, provenienti da tutto il Paese per fare appello.
La signora Tang è stata prima portata alla Stazione di polizia di Guangchang, costretta a consegnare tutti i contanti che aveva, e poi condotta al Centro di detenzione di Miyun, alla periferia di Pechino. La polizia armata ha osservato da vicino i praticanti. Oltre a essere stati perquisiti, a ognuno è stato assegnato un numero, sono state scattate foto e raccolte le impronte digitali.
Peiheng è stata presa a calci e calpestata da un uomo sui 40 anni, che l'ha anche colpita ripetutamente in faccia con una scarpa. La donna ha ricordato: “La mia testa ondeggiava da una parte all'altra come un tamburo a sonagli. Mi ha colpito quasi 50 volte, poi mi ha dato dei calci sul petto e nel basso ventre. Stavo soffocando e avevo un forte dolore al fegato. Non riuscivo a stare in piedi e sono caduta contro la porta. L'uomo m ha ordinato di alzarmi e di sollevare le braccia, poi mi ha pestato i piedi. Ma per quanto mi picchiasse, non mi sono mai arresa.
“Un altro agente mi ha picchiata con un manganello. Quando sono stata portata in una cella di detenzione, il mio corpo era coperto di lividi dalla testa ai piedi”. Un altro praticante, un giornalista della provincia dello Jiangxi, ha riportato ferite ancora più gravi delle mie.
La mattina dopo, ci hanno dato da mangiare qualcosa di scuro, che sembrava fango. Quelli di noi che si sono rifiutati di dire il proprio nome sono stati trasferiti in una cella più grande (Nota: a causa della politica di implicazione del PCC, molti praticanti del Falun Gong si sono rifiutati di dire il proprio nome per proteggere familiari, colleghi e amici). Alcuni praticanti erano già lì. Intorno al 29 dicembre una giovane donna è stata portata via. Iil 31 dicembre, siamo stati svegliati prima dell'alba e ci è stato ordinato di salire su un autobus. Una volta pieno, l'autobus si è diretto a Tianjin, e si sono unite altre auto piene di praticanti arrestati. Con l'autostrada chiusa al traffico regolare, il convoglio diretto a nord era così lungo che non riuscivo a vederne la fine.
Dopo essere arrivati nella provincia del Liaoning, il convoglio si è diviso: alcuni mezzi si sono diretti verso Shenyang e altri verso Jinzhou. Io sono stata portata al primo Centro di detenzione della città di Jinzhou. Il giorno dopo, 1° gennaio 2001, due agenti di polizia e mi hanno portata in una stanza molto buia. Mentre venivo trattenuta su una sedia di ferro, gli agenti mi hanno ammanettata e mi hanno tirato le braccia sopra la testa fino alla schiena. Dopo aver premuto la mia mano sinistra contro lo schienale della sedia per un po', mi hanno riportato le braccia davanti. Le mie braccia tremavano in modo incontrollato.
Le guardie del centro di detenzione non ci permettevano di fare gli esercizi del Falun Gong. Una volta mi hanno sorpresa a fare gli esercizi. Una guardia mi ha colpita le mani con la sua scarpa. Mi ha anche piegato la mano destra così forte da fratturarmi il polso e rompermi il tendine del pollice destro. Entrambe le mie mani si sono gravemente gonfiate; le dita sembravano carote e non potevo muoverle o stringere il pugno. Per andare in bagno ho chiesto aiuto ad altre praticanti.
Due mesi dopo, la polizia ha minacciato di portarci in un luogo dove "non saremmo mai stati liberati". Le guardie del centro di detenzione hanno aggiunto che avrebbero potuto anche ucciderci o venderci a qualcuno. Non potendo sopportare la pressione, una praticante ha rivelato il suo nome e ha chiamato la sua famiglia. Ha detto anche a suo marito della mia situazione, che ha informato mio marito. Entrambi i nostri mariti sono venuti a prenderci, ma il centro di detenzione si è rifiutato di rilasciarci. Alla fine, sono arrivati gli agenti della polizia e dell'Ufficio 610 di Xiangtan, che ci hanno portati al Centro di detenzione della città di Xiangtan. Dopo una breve detenzione, mi è stato assegnato un periodo nel campo di lavoro forzato di Baimalong.
Il 19 dicembre 2008 la signora Tang e un'altra praticante, la signora Tao Shuyuan, si sono recate in ospedale per far visita a un'amica. Appena uscite, diversi agenti in borghese sono scesi da un'auto e le hanno spinte dentro la macchina. Le donne sono state portate alla Stazione di polizia in via Xiaotang. Gli agenti hanno strappato la borsa della signora Tang e le hanno confiscato i 350 yuan (circa 46 euro) in contanti in essa contenuti. Dopo aver trovato il suo nome e il suo indirizzo, la polizia ha messo a soqquadro le abitazioni di lei e del figlio. Le sono stati confiscati i libri del Falun Gong, il ritratto del suo fondatore, il lettore multimediale, il cellulare, il lettore mp3, il caricabatterie e alcuni DVD.
Sia la signora Tang che la signora Tao sono state trattenute nel Centro di detenzione di Xiangtan, dove sono state processate in segreto dal tribunale locale. Durante il processo, un agente l'ha colpita al petto con una forza tale da farle sentire una fitta. Sia lei che la signora Tao sono state condannate a tre anni e non hanno potuto presentare ricorso in appello.
Dopo averle portate nella Prigione femminile di Changsha, le guardie le hanno spogliate. Il piumino e i vestiti che avevano portato con sé sono stati fatti a pezzi. La signora Tang è stata tenuta in una cella della sesta divisione, sorvegliata da tre detenute. È stata costretta a restare in posizione eretta per 18-20 ore al giorno, con tre pause per il bagno. Le era consentito bere acqua tre volte al giorno e doveva rimanere in piedi anche durante i pasti. Oltre alle torture in piedi, la donna è stata privata del sonno.
Tra dicembre 2009 e gennaio 2010, la signora Tang è stata costretta a stare in piedi per quasi 60 giorni. Il suo corpo è diventato estremamente gonfio e i suoi piedi riuscivano a malapena a entrare nelle scarpe. La parte inferiore del suo corpo era diventata fredda come il ghiaccio. A volte sentiva come se innumerevoli formiche strisciassero sotto la sua pelle o come se fosse stata trafitta da innumerevoli aghi. Alla fine, anche la parte superiore del corpo si è gonfiata. L'intero corpo è divenuto rigido come un pezzo di legno; non era più in grado di accovacciarsi o piegarsi; persino muovere le dita le risultava difficile; l'unica parte che riusciva a muovere era la testa. Mentre stava sopportando un indicibile dolore, la signora Tang era ancora costretta a guardare i video di propaganda che demonizzavano il Falun Gong, trasmessi al massimo volume.
Una volta terminata la sessione di tortura, le guardie hanno iniziato a costringerla a lavorare per molte ore al giorno senza retribuzione, continuando a farle guardare video di propaganda.
Quando è stata rilasciata dalla prigione tre anni dopo, la signora Tang, profondamente traumatizzata, ha ripreso a praticare il Falun Gong e si è gradualmente ripresa.
L'ultimo suo arresto risale al 19 aprile 2017, dopo essere stata denunciata per aver parlato del Falun Gong con delle persone vicino all'Azienda siderurgica di Xiangtan. La donna è stata portata nel Carcere di Majiahe e, il 4 maggio 2017, è stata trasferita nel Centro di detenzione locale.
Oltre agli arresti, alla detenzione e alle torture, la signora Tang si è vista sospendere la pensione. Suo marito è stato costretto a divorziare. Lottando per sbarcare il lunario e affrontando le continue vessazioni della polizia, lo scorso 14 dicembre Peiheng è deceduta.