(Minghui.org) Il 22 gennaio 2024 due organizzazioni non governative, la CAP Liberté de Conscience e i Medici contro il prelievo forzato di organi (DAFOH), hanno organizzato un incontro presso l’Ufficio delle Nazioni Unite (ONU) a Ginevra, Svizzera, per parlare della persecuzione dei praticanti del Falun Gong e del prelievo forzato di organi ai loro danni, condotti dallo Stato cinese.

L’incontro, avvenuto il giorno prima della sessione cinese della 45a revisione periodica universale (UPR) del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha avuto lo scopo di informare i revisori del consiglio delle violazioni dei diritti umani che si verificano attualmente all’interno della Cina.

La UPR è stata istituita nel 2006 insieme alla creazione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite sono soggetti a tale revisione ogni quattro-cinque anni, che viene condotta dai 47 membri del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e da qualsiasi altro Stato membro dell’ONU interessato.

Un gruppo di esperti ha presentato svariate prove della persecuzione del Falun Gong e del prelievo forzato di organi dai suoi praticanti, unitamente a un invito all’azione rivolto alle delegazioni che compongono il consiglio di revisione affinché indaghino ulteriormente e condannino le azioni di prelievo forzato di organi da parte del Partito Comunista Cinese (PCC).

Ex vicepresidente del Parlamento europeo: “È impossibile non credere a un insieme di prove così consistente”

L’incontro del 22 gennaio ha segnato la prima volta in cui la DAFOH è stata invitata a co-organizzare un evento informativo presso le Nazioni Unite. CAP Liberté de Conscience, una ONG per la libertà di credo con status consultivo presso le Nazioni Unite, ha invitato due rappresentanti della DAFOH per la loro esperienza sul prelievo forzato di organi dai prigionieri di coscienza perpetrato dal PCC.

Per presentare le loro scoperte sul prelievo forzato di organi in Cina, le due ONG hanno riunito un gruppo di dieci difensori dei diritti umani provenienti da diverse nazioni, tra cui avvocati, medici, professori, giornalisti e sostenitori dei diritti umani.

Uno di questi esperti, Edward McMillan-Scott, del Regno Unito, è stato per quattro mandati, dal 2004 al 2014, vicepresidente del Parlamento europeo, nonché responsabile delle questioni relative alla democrazia e ai diritti umani.

Nel corso dell’incontro, ha raccontato il suo shock nell’apprendere, durante il suo viaggio di lavoro in Cina nel 2006, dell’esistenza effettiva del prelievo forzato di organi.

Nel maggio 2006, ha incontrato il praticante del Falun Gong Cao Dong, precedentemente imprigionato, che gli ha raccontato della scomparsa del suo migliore amico dalla cella della prigione e di quando, più tardi, ha visto il suo cadavere nudo nell’obitorio della prigione, con dei buchi nei punti in cui gli erano stati rimossi gli organi vitali.

Ha anche rivelato che il signor Cao era stato incarcerato in occasione di quell’incontro a Pechino del vicepresidente del Parlamento europeo, il quale, ad oggi, non è ancora riuscito a scoprire cosa sia successo. Successivamente quest’ultimo ha incontrato altri praticanti del Falun Gong che erano fuggiti dalla Cina dopo la prigionia.

“C’erano letteralmente centinaia di persone che dicevano tutte la stessa cosa”, ha detto in un’intervista. “Non è possibile non credere a un insieme di prove così consistenti riferite a un periodo così lungo!”.

Secondo il China Tribunal, un gruppo indipendente di avvocati ed esperti riunitosi nel 2019, le prove confermano che il prelievo forzato di organi da prigionieri di coscienza in Cina va avanti da almeno venti anni.

Praticante del Falun Gong: “Ogni millisecondo in cui la persecuzione continua è già troppo”

Un altro esperto del gruppo era Lebin Ding, un praticante del Falun Gong e difensore dei diritti umani attualmente residente in Germania. L’anno scorso suo padre Ding Yuande, un coltivatore di tè, è stato arrestato senza mandato in Cina per la sua fede nel Falun Gong e condannato illegalmente a tre anni di reclusione.

Il caso di suo padre è stato citato in una recente risoluzione del Parlamento europeo, la 2024/2504 (RSP), in cui si chiede a tutti gli Stati membri di agire immediatamente per condannare l’abuso dei trapianti da parte del PCC e la persecuzione del Falun Gong.

“Ogni millisecondo in cui la persecuzione continua è già troppo”, ha detto il signor Ding durante l’evento, “perché è un’ingiustizia incredibile!”.

Ha spiegato inoltre come, nel dicembre 2023, suo padre sia stato arbitrariamente multato di 15.000 RMB (circa 1.930 euro). Al momento, l’uomo è rinchiuso illegalmente nel centro di detenzione della città di Rizhao da quasi nove mesi e a nessun membro della famiglia è stato permesso di fargli visita.

Tra il 28 novembre 2023 e il 6 dicembre 2023, il padre di Ding Lebin e oltre altri venti praticanti del Falun Gong della città di Rizhao sono stati processati in tribunale. Il 15 dicembre 2023, l’uomo è stato condannato illegalmente dal tribunale della contea di Wulian. “Tutti loro sono stati vittime di un arresto di massa di circa settanta praticanti del Falun Gong avvenuto nel maggio 2023 nella mia città natale”, ha detto.

Ha concluso la sua testimonianza con diverse richieste alle delegazioni presenti: sollecitare la delegazione cinese a porre fine alla persecuzione del Falun Gong e perseguire le persone coinvolte; escludere la Cina dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite; sollecitare sanzioni governative contro i responsabili della persecuzione; e chiedere alle ambasciate presenti in Cina di indagare sul prelievo forzato di organi e monitorare i procedimenti giudiziari relativi ai casi del Falun Gong.

DAFOH: “Le azioni della Cina riflettono un’ideologia inquietante”

Tra il gruppo di esperti, insieme a Thierry Valle, presidente di CAP Liberté de Conscience, erano presenti due rappresentanti della DAFOH, i dottori Torsten Trey e Harold King. I due medici hanno rilasciato una dichiarazione in cui hanno riassunto la situazione in Cina ed esortato i presenti ad agire contro il prelievo forzato di organi.

La revisione delle Nazioni Unite “esiste per contrastare gli abusi e rafforzare i diritti umani e lo Stato di diritto”, hanno affermato. “Non esiste per fornire un rifugio sicuro ai violatori di questi diritti fondamentali!”.

Hanno poi sottolineato come il PCC abbia preso di mira decine di milioni di cittadini cinesi, praticanti del Falun Gong che seguono i principi di Verità, Compassione e Tolleranza, per trarre profitto dalla vendita dei loro organi. Di conseguenza, gli ospedali cinesi sono diventati destinazioni privilegiate per il turismo dei trapianti a causa dei loro brevi tempi di attesa, dove i pazienti devono spesso aspettare solo poche settimane per ottenere un organo compatibile.

In chiusura, con l’intenzione di chiedere una forte presa di posizione contro questa atrocità, hanno esortato i partecipanti a prendere parte a tre azioni: mettere in discussione la situazione dei diritti umani in Cina durante l’UPR, spingere per la nomina di un relatore speciale delle Nazioni Unite per indagare sul prelievo forzato di organi in Cina e istituire un tribunale penale internazionale che indaghi sul prelievo forzato di organi in Cina.

Una coalizione di 110 tra legislatori, medici, accademici e gruppi della società civile chiede alle Nazioni Unite di istituire un tribunale penale internazionale per indagare sul crimine del prelievo forzato di organi in Cina.