(Minghui.org) Il 26 aprile di quest’anno un residente a Mudanjiang, nella provincia dell’Heilongjiang è stato condannato a quattro anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale che è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Zhao Jun è stato arrestato il 14 febbraio 2021, mentre parlava del Falun Gong a un giovanotto in una piazza della città. Due agenti lo hanno portato alla stazione di polizia di Xin’an, dove il capo della polizia, Wang Xin, lo ha identificato tramite un database di riconoscimento facciale.
La polizia ha fatto irruzione a casa di Zhao e ha confiscato oltre 30 libri del Falun Gong e il ritratto del fondatore della pratica spirituale. Il capo della polizia ha dato a Zhao 15 giorni di reclusione, ma il centro di detenzione locale ha rifiutato di ammetterlo a causa dell’epidemia del COVID-19. In seguito è stato rilasciato su cauzione.
La polizia ha obbligato Zhao a sottoporsi ad un esame medico all’inizio di dicembre 2022 nel tentativo di metterlo in carcere, ma gli è stata di nuovo negata l’ammissione a causa dell’ipertensione. Quindi lo hanno messo agli arresti domiciliari. Non molto tempo dopo è stato fatto deporre da un PM che gli ha chiesto di dichiararsi colpevole di praticare il Falun Gong, ma Zhao ha detto che era innocente. È stato rilasciato più tardi quello stesso giorno.
Ha poi spedito una lettera al PM Zhang Nianhui il 14 marzo dello scorso anno, sollecitandolo a non prendere parte alla persecuzione, ma Zhang lo ha incriminato comunque a fine anno.
La polizia ha fatto un altro tentativo di metterlo in carcere il 21 marzo dell’anno scorso, ma anche questa volta non è stato accettato a causa dell’alta pressione sanguigna.
Zhao è comparso al tribunale distrettuale di Aimin il 12 aprile di quest’anno. Il giudice che presiedeva, Jiang Bingbing, lo interrompeva di continuo durante la sua arringa difensiva.
Il giudice Jiang e un agente di polizia sono andati a casa sua il 26 aprile per comunicargli che era stato condannato a quattro anni con una multa di 10.000 yuan (circa 1.300 euro). Zhao non ha firmato il verdetto quando Jiang gli ha ordinato di farlo e gli ha detto che avrebbe fatto ricorso in appello; Jiang gli ha detto che aveva 10 giorni per farlo.
Questa non è la prima volta che Zhao viene preso di mira per la sua fede. Il 24 febbraio del 2001, quando era oltre la quarantina, è stato arrestato a casa da Xie Chunsheng, capo della stazione di polizia, e Miao Qiang, il vice capo. Non gli hanno nemmeno permesso di cambiarsi le pantofole: lo hanno caricato sulla volante e portato alla stazione di polizia.
Quella sera è stato sottoposto alla tortura della legatura a tre giri di corda alle braccia ed è svenuto. Per farlo rinvenire la polizia gli ha graffiato le costole con delle monete ed gli ha anche infilato degli stecchini di bambù nella punta delle dita. Le braccia gli si sono gonfiate a dismisura e i nervi attorno all’ascella sinistra sono stati danneggiati in modo permanente.
Ricostruzione della tortura: la legatura
Siccome rimaneva fermo nella sua fede, la polizia ha prelevato da scuola il figlio, Zaho Dan, che non praticava il Falun Gong. Gli agenti hanno ammanettato l’adolescente ai tubi del riscaldamento e non gli hanno permesso di usare il bagno. Lo hanno costretto a dar loro informazioni sulla pratica del Falun Gong del padre, minacciando di condannarlo a tre anni. A causa della sua testimonianza, il padre è stato condannato a sette anni e non gli è stato permesso di fare ricorso contro il verdetto.
Anche la sorella di Zhao, Zhao Guiling, praticante come il fratello, è stata torturata dall’agente Miao. È stata legata e alimentata a forza con olio di senape. Dopo oltre 10 giorni di tortura, ha ceduto e si è dichiarata colpevole di praticare il Falun Gong. Quando è comparsa in tribunale oltre 10 mesi dopo, le cicatrici delle torture sulle braccia e sulle spalle erano ancora visibili. Non si sa se sia stata condannata.