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“Voglio lasciare il PCC con il mio vero nome!”

02 Maggio 2024 |   Di Mei Xin, praticante della Falun Dafa della Cina

(Minghui.org) Spesso esco con i miei amici praticanti per parlare alla gente della Falun Dafa. Un giorno, mentre eravamo in un parco a parlare con due donne di mezza età, un uomo anziano che portava una grossa borsa si è avvicinato e mi ha chiesto: “Sai se il monumento commemorativo tal de' tali è qui intorno?”. Ho capito che non era del posto e che aveva fatto un lungo viaggio.

Gli ho detto che non c’era nessun monumento commemorativo con quel nome: “In realtà, quel ragazzo era solo un soldato di basso rango morto giovane che, per costruire la propria immagine, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha trasformato in un eroe. Hanno creato molti falsi eroi per ingannare il popolo!”.

Deluso, l’uomo ha detto: “Avevo sentito parlare di quel monumento dai miei amici... mi ci è voluto molto tempo per arrivare qui in autobus!”. Poi si è girato e se n’è andato.

Un praticante mi ha ricordato di dargli alcuni dei nostri materiali della Falun Dafa. Ho capito che era un’ottima occasione per parlargli, così l’ho raggiunto, gli ho consegnato una copia de “Il fine ultimo del comunismo” e gli ho detto: “Questo è un buon libro per te”.

Lui l’ha preso, ha guardato la copertina e ha detto: “Vorrei che ne parlassimo”. Così abbiamo trovato una panchina e ci siamo seduti.

Mi ha detto che aveva 74 anni e che amava leggere, ma che purtroppo non riusciva più a leggere come prima perché la sua vista non era più buona come un tempo. Gli ho detto: “Si vede che sei una persona istruita... e se ti raccontassi io di che cosa parla il libro?”. Gli ho parlato in dettaglio della Falun Dafa, di come sia accolta in tutto il mondo, di come il Partito e il suo leader Jiang Zemin abbiano avviato la persecuzione dei praticanti della Falun Dafa e del perché fossero spaventati dalla Falun Dafa. Ho anche parlato della storia del Partito Comunista.

Poiché mentre mi ascoltava, di tanto in tanto annuiva, ho capito che nemmeno a lui piaceva il Partito. Gli ho dato un amuleto con sopra scritte le parole “La Falun Dafa è buona” e “Verità, Compassione eTolleranza sono buone”. L’ha guardato attentamente mentre lo teneva tra le mani e ha detto: “Grazie!”.

Quando gli ho chiesto se avesse mai aderito a qualche organizzazione del PCC, mi ha risposto che si era unito ai Giovani Pionieri. Gli ho detto: “Ti ricordi che quando ti sei iscritto ti è stato detto di giurare di dedicare la tua vita a quella organizzazione? Immagino che non vorrai essere coinvolto quando la situazione precipiterà! Perché non la lasci?”. Alla fine ha accettato di farlo.

Dato che aveva problemi di vista, mi sono resa conto che la mia “Radio della Verità”, che conteneva molte informazioni sulla Falun Dafa in formato audio, era più adatta a lui. Tuttavia, quel giorno non l’avevo portata con me, così gli ho chiesto se potesse aspettarmi fintanto che fossi andata a prenderla a casa. Gli ho detto che mi ci sarebbe voluta circa un’ora per andare e tornare. Ha accettato immediatamente: “Ok! Ti aspetterò qui. Non andrò da nessuna parte”.

Sono corsa a casa, ma dovendo aspettare gli autobus sia all’andata che al ritorno, mi ci è voluta più di un’ora per tornare al parco e temevo che se ne fosse andato. Quando sono arrivata e l’ho visto camminare avanti e indietro, ero felice e commossa. Non mi aspettavo che, per sapere la verità, un uomo di oltre 70 anni mi avrebbe aspettata per più di un’ora.

Era felice di vedermi e mi ha indicato una tazza su una panchina con un nome stampato sul coperchio e una carta d’identità accanto. Mi ha detto: “Dopo aver sentito quello che hai detto e visto quello che hai fatto, ho deciso di lasciare il PCC con il mio vero nome e non con uno pseudonimo”. (Per proteggere le persone dalle molestie del PCC, spesso aiutiamo le persone a lasciarlo con uno pseudonimo).

Ha continuato: “Ecco il mio documento d’identità. Non ho paura del PCC. Userò il mio vero nome! Sai una cosa? Mentre ti aspettavo, ho continuato a recitare in silenzio quelle frasi di buon auspicio”. Era sincero e determinato.

Quando è arrivato il momento di tornare a casa, gli ho detto: “Visto che non conosci questa zona, lascia che ti accompagni alla stazione degli autobus”. Mi ha risposto: “Sono stato fortunato a incontrare una persona così buona oggi. Non ce ne sono molte come te al giorno d’oggi. Sono le tre del pomeriggio e non hai ancora pranzato. Ti ringrazio molto. Pregherò per te”. Gli ho detto: “Non preoccuparti, non ho fame. Il Maestro Li, il nostro maestro, ci ha insegnato a essere brave persone. Per favore, ringrazia Lui!”.

Alla stazione degli autobus, mi ha detto che era stata una giornata molto proficua e ha promesso che avrebbe raccontato ai suoi parenti ciò che aveva appreso. Mentre lo guardavo andare via, ero emozionata sapendo quanto lontano avesse viaggiato per essere salvato.