(Minghui.org) Lo scorso 25 aprile Gao Shufen, residente nella contea di Jianchang nella provincia del Liaoning, è stata processata nella propria abitazione per aver sensibilizzato l'opinione pubblica sulla persecuzione del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese. Mesi prima la donna era rimasta paralizzata a un lato del corpo, a causa di un ictus.
Il 30 maggio il tribunale locale ha emesso un verdetto di colpevolezza a casa di Gao, condannandola a un anno e mezzo, oltre a una multa di 5.000 yuan (circa 640 euro). Date le sue condizioni di salute, le è stato ordinato di scontare una sorveglianza domiciliare di sei mesi, prima di essere condotta in prigione.
La donna ha attribuito al Falun Gong il merito di aver curato l‘ipertensione ereditaria e le malattie ginecologiche di cui soffriva. Dopo aver iniziato a praticare, nel 1997, non si è più sentita stordita e affaticata. Tuttavia, dopo l'inizio della persecuzione nel 1999, è stata presa di mira per la sua fede. La sua ultima condanna è stata causata da un incidente avvenuto il 28 marzo 2019, quando lei e altri sei praticanti si sono recati in un villaggio vicino per distribuire materiale informativo del Falun Gong e sono stati segnalati da un residente, Han Xiguo. Gli agenti sono arrivati subito, ma Gao è riuscita a sfuggire all'arresto.
Il Dipartimento di polizia della contea di Jiangchang l'ha inserita nella lista dei ricercati e ha promesso una ricompensa di 5.000 yuan a chi l'avesse denunciata.
All'inizio di aprile 2022 la polizia ha chiamato il marito di Gao dicendo di dover concludere il caso. Hanno promesso di rilasciarla su cauzione se si fosse costituita, ma l'uomo ha spiegato che era ancora sfollata. Il capitano di polizia, Zhao Kun, ha chiamato il figlio di Gao per chiedergli dove si trovasse la madre.
In seguito Gao è tornata a casa e, alle 19:30 del 2 marzo dell'anno scorso è stata arrestata da Gao, dal suo subordinato Wang Chao e dal loro supervisore Yang Zhichao, vice capo del Dipartimento di polizia della contea di Jianchang. La donna ha avuto un malore ed è stata portata in un ospedale locale, dove è rimasta per un giorno intero. In seguito è stata rilasciata sotto sorveglianza domiciliare.
Il 20 aprile dell'anno scorso tre agenti della Stazione di polizia di Zhennan si sono presentati nella sua abitazione, per verificare se stesse abbastanza bene da poter essere ripresa in custodia. Le hanno misurato la pressione e hanno riscontrato un valore di 280/140 mmHg (quando il range normale è di 120/80 o inferiore). L'incessante persecuzione le aveva provocato una ricaduta dell'ipertensione. La donna non è stata arrestata e gli agenti se ne sono andati.
Il 15 maggio dell'anno scorso Dong Peng, all'epoca capo del Dipartimento di polizia della zona di sviluppo economico di Bajiazi e ora membro del Dipartimento di polizia della contea di Jianchang, ha chiamato il figlio di Gao e gli ha ordinato di portare la madre al centro di detenzione della città di Huludao.
Il figlio si è rifiutato, perché la madre era diventata confusa a causa della pressione sanguigna estremamente alta.
Il 12 luglio successivo il capo Chai della Stazione di polizia di Zhennan ha chiamato il Dipartimento di polizia della zona di sviluppo economico di Bajiazi e ha detto di aver bisogno dell'aiuto di quest'ultima agenzia per far firmare a Gao delle dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong. L'agenzia ha chiamato il figlio di Gao, il quale ha affermato che la madre non avrebbe mai firmato.
Il 2 agosto dell'anno scorso la Stazione di polizia di Zhennan ha chiamato di nuovo il Dipartimento di polizia della zona di sviluppo economico di Bajiazi, che a sua volta ha chiamato il figlio di Gao. Questi ha riferito che la madre aveva avuto un ictus ed era stata ricoverata in ospedale.
Due giorni dopo il capitano Wang Shuai, della Stazione di polizia di Zhennan, il suo subordinato Dong e il vice capo del Dipartimento di polizia della zona di sviluppo economico di Bajiazi si sono recati nella stanza d'ospedale dove la donna era ricoverata e hanno potuto constatare dal monitor che la pressione sanguigna che segnava 240/128 mmHg. Il vice capo ha urlato il suo nome: “Gao Shufen! Gao Shufen!".
La donna non rispondeva e teneva gli occhi chiusi. I tre agenti hanno detto che i sei mesi di sorveglianza domiciliare stavano per scadere e che avrebbero dovuto procedere. Erano lì per raccogliere la sua firma, in modo da poter presentare il caso alla Procura distrettuale di Lianshan, nella città di Huludao. Dovevano anche farle firmare delle dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong.
Poiché Gao era incapace di intendere e di volere, hanno chiesto ai suoi familiari di firmare per lei, ma loro hanno risposto di no. I tre agenti le hanno scattato una foto e hanno chiesto ai medici di dare loro una copia della sua diagnosi.
L'11 agosto dell'anno scorso il procuratore Long Dan della Procura di Lianshan e una donna si sono recati in ospedale per far deporre Gao. La donna era ancora a letto, confusa e con gli occhi chiusi. Long ha minacciato di infliggerle una pesante condanna e di mandarla in un ospedale psichiatrico, se i suoi familiari si fossero rifiutati di collaborare.
L'11 settembre il Dipartimento di polizia della zona di sviluppo economico di Bajiazi ha chiamato il figlio di Gao, per informarlo che era stato emesso un mandato di arresto formale nei confronti della madre.
Lo scorso 10 aprile il tribunale locale ha consegnato a casa a Gao i documenti dell'accusa e del rilascio su cauzione. Le hanno detto che sarebbero tornati dopo una decina di giorni per tenere un'udienza sul suo caso.
Il 25 aprile sono arrivati il procuratore Long e un giudice. Gao, paralizzata da un lato del corpo dopo l'ictus, giaceva a letto con gli occhi chiusi. Long ha letto ad alta voce l'atto di accusa e il giudice le ha chiesto se avesse ammesso la sua “colpa” di praticare il Falun Gong. La donna ha scosso la testa senza dire nulla. Il marito ha preparato una dichiarazione di difesa di quattro pagine, ma è stato fermato dopo aver letto la prima pagina. Il giudice ha detto che avrebbe passato la dichiarazione di difesa al presidente del tribunale.
Il 30 maggio scorso il tribunale ha emesso un verdetto di colpevolezza a casa di Gao, condannandola a un anno e mezzo, oltre a una multa di 5.000 yuan. Date le sue condizioni, le è stato ordinato di scontare un periodo di sorveglianza domiciliare di sei mesi, prima di essere condotta in prigione.