(Minghui.org) Yuan Qiongxiu, di Suining nella provincia del Sichuan, è in carcere da oltre due mesi e ora sarà processata con l'accusa di essere una praticante del Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Yuan ha 72 anni ed è un'ex impiegata della Banca del commercio e dell’industria cinese. Il 28 aprile di quest'anno, intorno alle 8:00 di mattina, stava parlando con della gente in un mercato ortofrutticolo, quando sono sbucati cinque agenti della Stazione di polizia di Jiahe che l'hanno arrestata. Le hanno messo le mani dietro la schiena e l'hanno ammanettata; poi le hanno scattato delle foto e l'hanno spinta dentro un'auto nera senza targa. Poco più tardi altri agenti si sono introdotti nella sua abitazione e l'hanno messa a soqquadro mentre la perquisivano.
La polizia non ha detto ai familiari dove l'avevano portata e loro hanno impiegato due mesi a scoprire che si trovava al Centro detenzione di Yongxing, e che il caso stava per passare alla procura locale.
Prima di intraprendere il Falun Gong, Yuan era afflitta da molti malanni, fra cui un problema al collo, la spalla congelata, un'insufficienza renale e la sindrome di Ménière. Aveva tentato tutte le cure possibili, ma erano state tutte vane. Inoltre la pressione di un lavoro a tempo pieno e l'accudimento del figlioletto, che era ancora alle scuole medie, la rendevano spesso esausta.
Quando nell'estate del 1995, ha intrapreso il Falun Gong però, già a distanza di un mese, ha improvvisamente notato che non le veniva più il fiatone dopo aver salito le scale, ma che invece si sentiva leggera ed energetica. A ottobre quell'anno, suo marito è morto in un incidente e lei ha anche in questo caso ringraziato il Falun Gong per averle dato la forza di sopportare una perdita così grande.
Anche nell'ambito lavorativo vi erano stati dei cambiamenti positivi: ora lavorava di gran lena ed era diventata amichevole con i colleghi. Alla fine del 1996 le è stato anche conferito il premio di "miglior impiegata" di tutte le filiali della banca. Aveva anche vinto molti altri premi in altri anni.
Quando la persecuzione è iniziata, nel 1999, Yuan si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, pertanto è stata arrestata due volte e condannata rispettivamente a due e due anni e mezzo. Le autorità le hanno trattenuto 128.000 yuan (circa 16.280 euro) dall'accredito della sua pensione, causandole dei seri problemi finanziari.
Prima condanna al carcere
Yuan è stata arrestata per la prima volta il 4 settembre del 2002. Qualcuno l'aveva denunciata perché stava affiggendo del materiale del Falun Gong vicino alla Stazione ferroviaria Beimen con altre due praticanti: Qin Zhengfang e Wu Yueying. Sono subito arrivati quattro agenti che hanno arrestato le tre donne e le hanno portate alla Stazione di polizia di Jiahe.
Sono stati assegnati al caso gli agenti Yao Jianguo e Zhong, che in serata le hanno portate al Carcere di Chengbei dove hanno appeso Qin per i polsi, con i piedi che toccavano appena terra e l'hanno frustata con una cintura di pelle. Poi hanno ammanettato Wu a un passamano nel corridoio. Yuan li ha esortati a smettere di picchiarle, ma una guardia l'ha subito fatta tacere, minacciandola di metterla in cella d'isolamento. Poi le hanno interrogate in merito al materiale che avevano affisso e alla sua provenienza.
Qualche giorno dopo Yuan è stata trasferita al Centro di detenzione di Yongxing ed è stata subito condannata a due anni. Dopo 115 giorni di detenzione è stata rilasciata per motivi di salute. La sua famiglia ha sborsato più di 10.000 yuan (circa 1.270 euro) per tirarla fuori di prigione.
La seconda condanna al carcere
Liu Yulan, dell'Ufficio di quartiere di Jiahe, e un altro agente della Stazione di polizia sempre di Jiahe, il 6 giugno del 2018 intorno alle 11.30 hanno fatto irruzione in casa di Yuan. L'hanno afferrata per i polsi e glieli hanno stretti così tanto che le sono venuti i lividi. Mentre uno la teneva d'occhio, l'altro scattava foto di tutte le stanze della casa e le mandava al Dipartimento di polizia del distretto di Jinkai e alla Stazione di polizia di Jiahe.
Da lì a poco sono arrivati anche altri agenti insieme a Chen Kaiquan dell'Ufficio della comunità di Jiahe. Yuan li ha accusati di violazione di domicilio, perché non avevano seguito le procedure legali. Un agente, indicando la propria uniforme, le ha risposto che la procedura era quella giusta. Proprio allora le ha telefonato il figlio, ma gli agenti non le hanno permesso di rispondere.
Intorno alle 14:00 l'hanno portata in una stanzetta del Dipartimento di polizia del distretto di Jinkai per l'interrogatorio, ma lei non ha risposto a nessuna domanda e alle 22:00 è stata trasferita al Centro di detenzione di Yongxing.
La polizia ha poi sottoposto il caso alla procura locale, che lo ha respinto due volte per insufficienza di prove. La polizia è andata anche nella sua città natale e si è recata dai familiari per raccogliere informazioni da usare contro di lei, ma non ne ha trovata nessuna e alla fine le prove le ha inventate, accusandola di possedere più di 500 libri del Falun Gong.
Yuan è stata processata il 10 aprile del 2019 presso il Tribunale distrettuale di Chuanshan ed è stata condannata a due anni e mezzo e qualche mese più tardi, il 24 ottobre, è stata trasferita dal centro di detenzione al Carcere femminile provinciale del Sichuan.
La persecuzione finanziaria e altri due episodi di molestie
Dopo essere stata rilasciata, il 5 dicembre del 2020, l'Ufficio di previdenza sociale del Sichuan le ha sospeso la pensione da settembre 2021 a ottobre 2022 come "risarcimento" per i 128.000 yuan di pensioni che le avevano pagato durante la sua seconda prigionia. Ma questo provvedimento era del tutto arbitrario perché per legge i pensionati hanno hanno pieno diritto di intascare ogni centesimo delle loro pensioni, anche se sono detenuti con qualsivoglia accusa.
Durante il periodo di sospensione della pensione Yuan riceveva solo 850 yuan (circa 110 euro) e questo le causava delle enormi difficoltà finanziarie.
Oltre alla persecuzione finanziaria le autorità l'hanno tenuta sotto stretto controllo, e una volta nel dicembre del 2021 hanno anche chiamato il figlio per sapere dove si trovasse la madre.
A giugno del 2022 circa cinque persone hanno bussato alla porta: uno di loro ha detto che era del comitato di strada locale, mentre un altro ha tirato fuori il telefonino per fotografarla, ma lei lo ha bloccato immediatamente.
Poi ha chiuso la porta e il gruppetto di persone sì è allontanato.