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Pechino: Dopo aver trascorso sei anni in prigione, praticante di 61 anni rischia nuovamente di essere incriminata per la sua fede nel Falun Gong

21 Ago. 2024 |   Di un corrispondente Minghui di Pechino, Cina

(Minghui.org) Zhu Ying, di 61 anni residente a Pechino, è stata incriminata per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il 4 giugno scorso Zhu, che lavorava come autista di autobus, è stata arrestata mentre faceva visita al padre nella contea di Xinglong, a Chengde nella provincia dell'Hebei, a quasi 100 miglia di distanza (circa 161 chilometri). La donna era sola in casa del padre, quando gli agenti hanno fatto irruzione. La polizia ha notificato l'arresto ai suoi familiari di Pechino solo dopo aver portato Zhu al Centro di detenzione della città di Chengde.

Durante l'esame fisico richiesto, sono stati riscontrati a Zhu valori di pressione arteriosa sistolica compresi tra 200 e 220 mmHg (quando un intervallo normale è di 120 mmHg o inferiore). Nonostante le sue condizioni, la Procura della città di Chengde ha comunque emesso un mandato di arresto formale nei suoi confronti. Il suo avvocato ha chiesto che fosse rilasciata su cauzione, dato che soffriva ancora delle complicazioni di un tumore al cervello sviluppato nel 2020, ma la polizia ha respinto la richiesta e Zhu si trova ancora in prigione.

Nel 1994 Zhu ha iniziato a praticare il Falun Gong e dall'inizio della persecuzione nel 1999 è stata ripetutamente presa di mira. Prima del suo ultimo calvario, è stata condannata a sei anni, in seguito a un arresto avvenuto nel 2000 per aver stampato materiale informativo del Falun Gong. Mentre era detenuta nel Carcere femminile di Pechino, la donna è stata brutalmente torturata.

Il 29 dicembre 2015 gli agenti della Stazione di polizia di Anzhen hanno arrestato Zhu e altri sette praticanti locali mentre erano in visita a un altro praticante; tutti e nove sono stati portati al Centro di detenzione del distretto di Chaoyang. A causa delle sue cattive condizioni di salute, Zhu è stata trasferita all'Ospedale della polizia di Pechino (noto anche come secondo Centro di detenzione di Pechino). Il 2 gennaio 2016 la donna è stata rilasciata su cauzione.

Nel 2020 Zhu ha sviluppato un tumore al cervello ed è rimasta in coma per 12 ore. Dopo essere stata trasportata d'urgenza in ospedale, è sopravvissuta, ma ha continuato a soffrire di complicazioni.