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Heilongjiang: La fede nel Falun Gong è costata una condanna a tre anni e mezzo di prigione ad un praticante 86enne

22 Set. 2024 |   Di un corrispondente Minghui della provincia dell'Heilongjiang

(Minghui.org) Un uomo della contea di Bin, nella provincia dell'Heilongjiang, è stato di recente condannato con l'accusa di praticare il Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999. Si tratta del signor Zhao Yungu, un praticante di 86 anni che, prima di essere pensionato, lavorava come operaio in una fabbrica di trattori. La sua fede gli è costata una condanna a tre anni e mezzo con una multa di 30.000 yuan (circa 3.800 euro) e ora sta presentando ricorso.

Lui e sua moglie Liu Shumei, un'ex donna d'affari, sono stati ripetutamente presi di mira negli ultimi 25 anni per la loro fede nel Falun Gong. Entrambi hanno scontato due pene di un anno ai lavori forzati e un'incarcerazione di sette anni. Liu si è ammalata gravemente a causa della forte pressione derivante dalla persecuzione, eppure la polizia ha continuato a molestarla regolarmente. Aveva 77 anni quando è morta nel maggio 2019.

L'ultimo arresto di Zhao è avvenuto intorno al 31 luglio dello scorso anno. Quel giorno stava uscendo di casa, ma appena ha varcato il portone del suo palazzo ha trovato fuori ad attenderlo cinque agenti del Dipartimento di polizia della contea di Bin, che lo hanno catturato e portato in ospedale per un esame medico. Il centro di detenzione locale ha rifiutato di rinchiuderlo per la sua salute cagionevole, ed è stato rilasciato nelle prime ore del mattino.

Un agente della Stazione di polizia di Xicheng e un PM della Procura della contea di Yilan sono andati a casa di Zhao il 29 novembre dello scorso anno e gli hanno detto che nel giro di due mesi avrebbero deciso se convalidare il suo arresto e se incriminarlo.

Due giorni dopo, il 1° dicembre, la polizia ha relazionato la procura che ha deciso però di non convalidare l'arresto.

La Stazione di polizia della contea di Bin ha messo Zhao agli arresti domiciliari il 30 gennaio di quest'anno e il 4 luglio scorso è stato portato alla Procura della contea di Yilan, ma è stato rimandato a casa in giornata. Non è chiaro se in procura gli abbiano fatto firmare dei documenti relativi al suo caso.

La Procura della contea di Yilan lo ha incriminato il 6 luglio e il il 27 luglio il tribunale locale gli ha prolungato i domiciliari di sei mesi.

Il giudice ha tenuto un'udienza a casa sua il 16 agosto scorso e poco dopo lo ha condannato. Non è chiaro se il giudice abbia ordinato di riportarlo in custodia per scontare la pena.

I due campi di lavoro forzato e la detenzione

Zhao e sua moglie Liu erano stati arrestati il 19 febbraio del 2000 e reclusi nel Centro di detenzione n. 2 della contea di Bin per 29 giorni. La polizia li ha catturati di nuovo a giugno dello stesso anno e tenuti nello stesso centro di detenzione per 35 giorni.

Non appena sono stati rilasciati sono ritornati a Pechino per fare appello, ma sono stati di nuovo arrestati il 18 luglio del 2000. Sono stati riportati alla contea di Bin e condannati entrambi a un anno al Campo di lavoro forzato di Wanjia.

Sebbene siano stati rilasciati presto, la polizia li ha arrestati di nuovo il 23 maggio del 2000, durante una retata, e sono stati condannati a un altro anno ai lavori forzati. Zhao è stato portato al Campo di Changlingzi e Liu a quello di Wanjia.

La coppia è stata di nuovo arrestata il 23 giugno del 2011. La polizia ha confiscato da casa loro molti effetti personali e oltre 100.000 yuan (circa 12.700 euro) in contanti. Zhao è stato mandato al Centro di detenzione n. 1 della contea di Bin e Liu è al Centro di detenzione n. 2 di Harbin.

Il Tribunale della contea di Bin li ha condannati entrambi a sette anni a dicembre del 2011. Zhao è stato portato al Carcere di Hulan il 22 febbraio 2012, poi trasferito al Carcere di Daqing e infine rilasciato il 22 agosto 2017.

Liu è stata rilasciata su cauzione perché aveva la pressione alta. La polizia e gli ufficiali giudiziari del tribunale di tanto in tanto andavano a infastidirla e minacciavano di riportarla in custodia una volta che si fosse ripresa. Lo stress mentale ha danneggiato la sua salute ed è morta nel maggio del 2019 all'età di 77 anni.