(Minghui.org) Dopo quattro brevi detenzioni all'inizio di quest'anno Xie Xiaoting, studentessa di Farmacia al campus di Zhongshan dell'Università del Guangdong, a giugno è stata arrestata di nuovo e tenuta in custodia cautelare alla stazione di polizia per 15 ore. I suoi guai giudiziari derivano tutti dalla sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Il 4 e il 5 giugno scorsi, quando è andata al bar e in biblioteca, Xie si è accorta di essere seguita dai dipendenti della direzione del suo dormitorio e da alcuni agenti di polizia del campus.
Intorno alle 10:00 del 6 giugno, mentre era a lezione, il consigliere Cai Jinghua l'ha convocata nel suo ufficio per ordine di Li Nan, un dirigente scolastico. Dopo 10 minuti che Cai le parlava, sono arrivati più di 10 agenti con molte macchine fotografiche e le hanno mostrato un mandato di comparizione, spiegandole che se si fosse rifiutata di seguirli l'avrebbero portata via con la forza.
Xie si è rifiutata ed è stata trascinata a forza nella volante. Quando sono giunti alla Stazione di polizia di Wuguishan si è rifiutata di uscire dall'auto, allora gli agenti l'hanno ammanettata e portata all'interno dell'edificio. Due poliziotte l'hanno perquisita e le hanno detto che le dovevano scattare delle foto, e prendere le impronte digitali e un campione di sangue.
L'agente Guan Shutong le ha detto: "So per certo che più avanti mi denuncerai e scommetto anche che il mio nome verrà citato nel prossimo articolo sulla persecuzione sul sito Minghui".
Un altro agente, Fan Zhichao, voleva prenderle il tablet, ma lei si è rifiutata di consegnarglielo e ha chiesto di essere rilasciata.
Poi le hanno scattato delle foto, nonostante lei non avesse dato il suo consenso. Fan continuava a parlare di quando a gennaio aveva tirato e staccato dal muro i manifesti affissi nel Campus che diffamavano la Falun Dafa, ma lei ha detto che non esiste nessuna legge che criminalizza il Falun Gong in Cina e che è praticato liberamente in tutto il mondo, ma è perseguitato solo nel Paese dove ha avuto origine, la Cina.
La polizia le ha mostrato l'articolo del sito Minghui che parlava della sua precedente persecuzione e le ha chiesto chi lo avesse scritto. Lei ha risposto che prima di tutto c'era da chiarire che la polizia l'aveva arrestata arbitrariamente e allora perché ora temeva che il fatto venisse denunciato?
Poi l'hanno portata nella stanza degli interrogatori e le hanno ordinato di sedersi sulla sedia di ferro degli interrogatori con le catene. Lei ha opposto resistenza e alla fine l'hanno fatta sedere lì, ma senza ammanettarla. Siccome poi si rifiutava di rispondere alle domande, la polizia si è inventata le risposte e le ha verbalizzate.
Più tardi è arrivato un agente che aveva tutto l'aspetto di un capo e ha cercato di intimorirla dicendole che l'università stava pensando di espellerla, perché l'articolo di Minghui sui suoi precedenti arresti e detenzioni aveva messo i dirigenti sotto un'enorme pressione. Le ha assicurato che se avesse scritto una dichiarazione promettendo di non praticare o promuovere il Falun Gong e di non navigare sul sito di Minghui mentre era al campus, l'avrebbero rilasciata. Ma lei ha opposto un secco rifiuto.
Intorno alle 18:00 è arrivato il dirigente Li Nan e ha cercato di persuaderla a scrivere la dichiarazione, ma lei si è di nuovo rifiutata.
Alle 20:00 circa è arrivato un esperto informatico che ha detto di essere professore all'Accademia di pubblica sicurezza statale e di lavorare anche per il Dipartimento di polizia di Zhongshan. Ha chiesto di esaminare il cellulare di Xie, il tablet e il computer per scoprire se aveva collaborato con altri praticanti del Falun Gong per l'articolo di Minghui.
Gli agenti hanno continuato a minacciarla dicendole che se sul sito Minghui avessero visto ancora articoli su di lei con i loro nomi che figuravano nella lista dei perpetratori l'avrebbero arrestata.
Dopo 15 ore di interrogatorio Xie è stata scortata al campus dalla polizia e dal dirigente Li.
Il giorno seguente, il 7 giugno, la direzione del dormitorio ha iniziato di nuovo a sorvegliarla. Lei ha chiesto a una delle donne messe a sorvegliarla chi le avesse ordinato di farlo, spiegandole di essere stata accusata ingiustamente soltanto per la sua fede nel Falun Gong e che suo padre, il 56enne Xie Yujun, anch'egli praticante del Falun Gong, era stato arrestato per la sua fede il 25 aprile di quest'anno e ora si trova nel Centro di detenzione di Xingning della provincia del Guangdong, in attesa di processo dopo che il suo arresto è stato formalizzato il 27 maggio. Non si sa cosa le abbia risposto quella donna e non si hanno altri dettagli sul caso del padre.
L'11 agosto di quest'anno Xie ha mandato delle lettere al Dipartimento di polizia di Zhongshan e alle Stazioni di polizia di Wuguishan e di Shigu, sollecitando entrambi a restituirle gli effetti personali confiscati e a non partecipare più alla persecuzione.