(Minghui.org) Il 30 settembre scorso una donna di settant’anni della città di Shantou, nella provincia del Guangdong, è stata reclusa nella prigione femminile della provincia del Guangdong,per essersi rifiutata di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale che, dal 1999, è perseguitata dal regime comunista cinese.
La signora Cai Yuchang il 12 dicembre 2020 è stata arrestata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong. Il 13 settembre 2021 è stata condannata, dal tribunale distrettuale di Jinping, a scontare tre anni e mezzo di pena, oltre al pagamento di una multa di 10.000 yuan (circa 1.400 euro). Tre settimane dopo ha presentato ricorso, ma il tribunale intermedio della città di Shantou ha deciso di confermare il suo verdetto originale.
Questa non è la prima volta che Cai viene presa di mira per la sua fede. In precedenza era stata arrestata già nel 2001, poi nell’agosto 2002 e ad aprile 2005 e tenuta in centri per il lavaggio del cervello, ogni volta per un periodo da uno o quattro mesi. Poi, il 4 dicembre 2010 e il 7 luglio 2011, è stata nuovamente arrestata e condannata a un anno e mezzo dal tribunale distrettuale di Longhu.
Oltre a lei, anche i suoi tre figli sono stati perseguitati per la loro fede condivisa. Suo marito, il signor Xie Jiqi, che non praticava il Falun Gong, è stato devastato dalla persecuzione dei suoi cari ed è morto di dolore.
Persecuzione della famiglia
Il figlio maggiore Xie Chunze
Nel 2000 il figlio maggiore di Cai, Xie Chunze, che gestiva un negozio di abbigliamento, è stato condannato a due anni di detenzione, da scontare presso il campo di lavoro forzato di Sanshui. Nel marzo 2002 le guardie l’hanno tenuto in isolamento per tre giorni, colpendolo con bastoni elettrici ad alta tensione.
Quando Xie, per protesta, ha iniziato uno sciopero della fame, le guardie hanno ordinato al medico del campo di lavoro di praticargli l’alimentazione forzata. Il dottore, per torturarlo, gli ha inserito un sondino nel naso, facendolo scorrere avanti e indietro. Il tubo, quando è stato estratto, era coperto di sangue. In un tentativo di inserimento del sondino, il medico gli ha perforato un polmone. Negli anni successivi Xie aveva spesso una brutta tosse.
Poichè Xie ha rifiutato di rinunciare al Falun Gong, le autorità hanno esteso il suo mandato di due mesi quando, nel giugno 2002, il suo mandato originale era già scaduto. Durante quel periodo, contro la sua volontà, le guardie gli prelevavano un campione di sangue ogni settimana. Aggiungevano anche droghe tossiche al suo cibo, facendolo soffrire di allucinazioni e mal di testa lancinanti. Quando è stato rilasciato pesava solo 77 libbre (circa 35 chilogrammi) e non riusciva a pensare lucidamente.
Nel gennaio 2004 Xie è stato nuovamente arrestato. Mentre la polizia l’ha interrogato per sei giorni, l’ha privato del sonno, del cibo e dell'acqua. Una guardia inoltre ha colpito la sua testa con una scarpa, provocandogli gravi lesioni.
Il figlio minore, Xie Chunfeng
Il figlio minore di Cai, Xie Chunfeng, era impiegato presso il tribunale intermedio della città di Shantou. Nell'agosto 1999 è stato arrestato per aver protestato contro la persecuzione in piazza Tienanmen. Le autorità l’hanno ricoverato per nove mesi in un ospedale psichiatrico a Shantou e gli hanno iniettato farmaci tossici, facendogli inclinare la testa e ingiallire la sclera (il bianco degli occhi).
Nell'ottobre del 2000 Xie è stato nuovamente arrestato per aver praticato gli esercizi del Falun Gong all'aperto e gli è stata affibbiata una condanna di un anno da scontare nel campo di lavoro forzato di Sanshui.
Nel settembre 2001, quando è tornato a Pechino per fare appello al diritto della pratica del Falun Gong, è stato di nuovo arrestato. La polizia l’ha colpito con bastoni elettrici e, tre giorni dopo, l’ha portato nel centro di detenzione del distretto di Daxing. Qui è stato spesso picchiato e costretto a indossare i ceppi (manette ai piedi) per sei mesi. Le guardie una volta l’hanno spogliato dei suoi vestiti e lasciato per mezz’ora nudo nella neve. Durante la tortura le guardie l’hanno deriso dicendogli che, se fosse morto, i media lo avrebbero accusato di essersi smarrito praticando il Falun Gong. Nel gennaio 2002 è stato trasferito in un centro per il lavaggio del cervello alla periferia di Pechino.
Dopo un anno di incarcerazione a Pechino, Xie è stato riportato nel Guangdong e trattenuto nel centro di detenzione di Chenghai. Le autorità hanno poi emesso su di lui un altro mandato di due anni, da scontare nel campo di lavoro forzato di Sanshui. Qui è stato tenuto in cella d’isolamento, dove spesso veniva colpito con bastoni elettrici, una volta addirittura per oltre un'ora con tre bastoni elettrici usati contemporaneamente. Xie riportava ustioni su tutto il corpo, tranne che sulle parti intime. Le guardie, mentre lo colpivano con i bastoni elettrici, gli gettavano addosso anche dell’acqua. Dopo la scadenza del suo mandato le autorità l’hanno portato in un centro per il lavaggio del cervello per scontare altri tre mesi di detenzione.
La figlia, Xie Chunyao
La figlia di Cai, Xie Chunyao, che lavorava a Guangzhou come interprete, a metà febbraio 2001 è stata arrestata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong. É stata condannata per un periodo sconosciuto al campo di lavoro forzato di Chatou e qui torturata. Dopo esser stata rilasciata è rimasta traumatizzata e per molti anni non ha avuto il coraggio di tornare a casa.
Informazioni sui perpetratori:
Liu Jie (刘婕), presidente della Procura distrettuale di Jinping;
Huang Xiaoyang (黄小洋), presidente del tribunale distrettuale di Jinping: +86-13902770460;
Luo Hui (罗晖), presidente della prigione femminile della provincia del Guangdong: +86-13609089493.
(Maggiori informazioni sugli autori sono disponibili nell'articolo cinese originale).
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