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Hubei: Persecuzione dei praticanti del Falun Gong nella prigione di Fanjiatai

02 Dic. 2024 |   Di un corrispondente Minghui della provincia dell'Hubei, Cina

(Minghui.org) Dal 1999 la prigione di Fanjiatai, situata nella contea di Shayang nella provincia dell'Hubei, partecipa attivamente alla persecuzione dei praticanti del Falun Gong.

Lo slogan della prigione è quello di avere una "cultura retta", e l'istituzione carceraria richiede a tutti i detenuti di memorizzare la cultura tradizionale come "Di Zi Gui" (norme per essere un buon alunno e un buon bambino). In realtà, la prigione utilizza vari metodi violenti, tra cui il tentativo di costringere i praticanti del Falun Gong a denunciare e rinunciare alla loro fede.

Un esempio degli sforzi delle guardie per trasformare i praticanti è stato quando hanno costretto Hong Kaihua a calpestare la foto del fondatore del Falun Gong, e dopo l'hanno messa vicino ai cuscini di altri praticanti. Le guardie hanno anche negato loro di ricevere le visite dei familiari e hanno usato abusi corporali, per costringerli a sottomettersi alle richieste.

I praticanti che rimangono saldi nella loro fede vengono sottoposti a brutali metodi di tortura e alcuni addirittura torturati a morte.

Il 30 novembre 2019 Li Dayao, residente a Jianli nella provincia dell'Hubei, è deceduto all'Ospedale del popolo n° 1 della città di Jianli, 12 giorni dopo essere stato rilasciato in libertà vigilata dalla Prigione di Fanjiatai. In seguito i suoi familiari hanno appreso che la sua bocca era stata riempita con tubi di gomma, provocandogli l’avulsione di tutti i denti, il che spiega per quale motivo, nei suoi ultimi giorni di vita, l'uomo non era in grado di parlare, ma continuava a piangere.

Liu Deyu è stato ammanettato alle grate delle finestre per 15 giorni, con i piedi sollevati da terra. Lo scorso mese di marzo è deceduto all'interno del carcere, meno di un anno dopo essere stato rinchiuso. La prigione ha dichiarato che è morto per malattia.

Un altro praticante, Wang Bangjie della città di Tongshan, è deceduto poco dopo il suo rilascio.

Metodi di tortura utilizzati

I metodi di tortura utilizzati nella prigione di Fanjiatai per perseguitare i praticanti del Falun Gong sono elencati di seguito. I praticanti non soltanto vengono torturati, ma è vietato loro di appellarsi contro i verdetti e sono privati del diritto di comunicare con le loro famiglie.

Punizioni corporali

Tutti i praticanti sono sottoposti a punizioni corporali. Ogni giorno sono costretti a restare in posizione eretta, seduti o accovacciati in determinate posizioni per molto tempo, tranne quando mangiano o vanno in bagno. Le intense torture provocano a molti di loro piedi gonfi, natiche incancrenite e quando camminano trascinano i piedi.

Per più di un anno Li Guangqing, di 70 anni, è stato costretto ogni giorno a stare in posizione eretta. I suoi polpacci sono diventati gonfi come le sue cosce, non poteva più indossare scarpe normali, ma solo pantofole.

Spruzzati con acqua al peperoncino

A molti praticanti spruzzano gli occhi e il viso con acqua al peperoncino. Una volta le guardie hanno legato il signor Li Guangqing e lo hanno spruzzato con acqua al peperoncino, facendogli diventare gli occhi e il viso rossi e gonfi per molto tempo.

Alimentazione forzata e iniezione di farmaci sconosciuti

I praticanti che rifiutano di essere trasformati vengono nutriti a forza e vengono iniettati loro farmaci sconosciuti. Zhang Qingyuan, ex campione paralimpico di atletica leggera della città di Wuhan, non solo è stato sottoposto a punizioni corporali e abusi violenti, ma anche ad alimentazione forzata e gli sono stati iniettati farmaci sconosciuti nel capo. In precedenza era stato costretto a vivere lontano da casa per 17 anni, prima di essere arrestato e condannato l'anno scorso a una pena detentiva di quattro anni.

Illustrazione della tortura: Alimentazione forzata

Privato dell'uso del bagno

Chen Quanlong, della città di Guangshui, è stato costretto a rimanere accovacciato per un lungo periodo di tempo e non gli è stato permesso di usare la toilette, costringendolo a urinare nei pantaloni.

Costretti a lavorare senza retribuzione

Uno dei metodi di tortura comunemente utilizzati è quello di costringere i praticanti a svolgere lavori manuali e intensivi, per lunghe ore senza retribuzione. Se non riescono a completare la quota loro assegnata, vengono insultati, privati del sonno o sottoposti a una gestione rigorosa. Un anziano praticante di nome Ma, originario della provincia dell'Henan, è stato spesso costretto a restare in piedi e non gli veniva permesso di dormire, perché non riusciva a portare a termine i suoi compiti.

Abusi violenti

Shan Furong, della città di Xiangyang, è stato trasferito dalla Prigione di Xiangnan a quella di Fanjiatai. A causa delle torture subite, è diventato cieco e non poteva più badare a se stesso. Inoltre, è stato spesso schiaffeggiato con le scarpe e gli è stato torto un polso.