(Minghui.org) Più di 320 praticanti del Falun Gong sono stati imprigionati nella prigione di Jidong, nella provincia dell’Hebei, da quando il regime comunista cinese ha lanciato la brutale persecuzione contro il Falun Gong nel 1999. Tra questi, almeno 20 praticanti sono stati torturati a morte o sono deceduti dopo essere stati rilasciati, compresi sei nuovi casi di morte tra gennaio dell’anno scorso e aprile scorso.
La prigione di Jidong, che ha nove sedi, è sotto la direzione dell’Ufficio di amministrazione penitenziaria della provincia dell’Hebei. La maggior parte dei praticanti maschi del Falun Gong condannati nella provincia sono detenuti nella prigione di Jidong. Sotto la tentazione del potere e del profitto, le guardie carcerarie usano ogni sorta di metodi crudeli per cercare di costringere i praticanti a rinunciare alla loro fede.
I praticanti sono attualmente imprigionati in tutte le nove sedi, dove viene loro ordinato di rinunciare alla fede e di svolgere lavori non retribuiti. Sono anche costretti a stare seduti su un piccolo sgabello per lunghi periodi e hanno restrizioni per mangiare, fare il bagno e lavarsi. Inoltre, non possono acquistare beni di prima necessità, telefonare o ricevere visite dalle loro famiglie. Molti praticanti del Falun Gong sono anche rimasti mutilati e feriti a causa delle torture.
Lai Zhiqiang, di 50 anni, residente nella città di Tangshan nella provincia dell’Hebei è stato condannato a sette anni. I funzionari del carcere hanno notificato alla moglie la sua morte lo scorso 3 gennaio, due mesi prima del previsto rilascio. Quando i suoi familiari si sono precipitati in prigione, è stato loro ordinato di pagare 1.000 yuan (circa 130 euro) prima di poter vedere il suo corpo.
Finalmente il giorno dopo hanno visto il suo corpo in una bara. Era raggomitolato e il suo volto era stato ferito. Quattro guardie carcerarie hanno trattenuto la moglie per impedirle di avvicinarsi al corpo. I funzionari del carcere si sono rifiutati di restituire il corpo alla famiglia e hanno ingannato la figlia affinché firmasse un modulo di consenso per la cremazione del corpo.
Wang Jian (immagini esplicite nell’articolo collegato), residente nella città di Zunhua nella provincia dell’Hebei, è stato arrestato a casa il 6 luglio 2019 e successivamente condannato a sette anni di carcere con una multa di 5.000 yuan (circa 650 euro). Era ancora in buona salute quando si è sottoposto a un esame fisico il 2 marzo scorso. Sembrava stare bene ed essere di buon umore, anche quando la sua famiglia gli ha fatto visita il 19 marzo, tuttavia il 3 aprile la famiglia ha ricevuto una telefonata improvvisa dal carcere con la notizia della sua morte. Aveva 72 anni.
Wang presentava ampie zone con lividi profondi intorno alle orecchie e sulla schiena, oltre ad alcuni lividi sul dorso della mano destra. Aveva un segno circolare sul petto e alcuni graffi sulla schiena. Quando il medico legale ha girato il corpo, dall’orecchio sinistro è uscito del liquido.
La prigione ha dichiarato che Wang è morto improvvisamente per una malattia, ma senza specificare di quale malattia si trattasse. Hanno chiesto alla famiglia di fornire la prova di un reddito basso, perché intendevano offrire loro un sussidio finanziario tra gli 8.000 e i 10.000 yuan (circa tra 1.040 e 1.300 euro).
Per la famiglia, i lividi sulla testa e sulla schiena di Wang sembravano insoliti e non causati da una normale malattia. Hanno chiesto se fossero stati causati da torture o altri maltrattamenti che la prigione stava cercando di nascondere.
Yang Zhixiong, ex giornalista e responsabile delle vendite immobiliari nella contea di Xiong, nella provincia dell’Hebei, è stato condannato a sei anni e mezzo di carcere il 1° dicembre 2020. È stato portato nella prigione Jidong n. 5 ad aprile 2021, dove non gli è stato permesso chiamare la famiglia perché si è rifiutato di rinunciare al Falun Gong. La sua famiglia si è recata in carcere una volta, ma è stata respinta dalle guardie adducendo come scusa la pandemia.
A luglio la prigione ha chiamato i familiari di Yang dicendo che era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Tangshan Union (Xiehe). Quando la prigione ha finalmente permesso ai familiari di fargli visita in ospedale, sono rimasti sconvolti nel vedere il loro caro, sebbene emaciato, ancora ammanettato e incatenato. Il medico ha detto loro che gli era stato riscontrato un mieloma (cancro delle plasmacellule).
Yang è morto la notte del 10 agosto dello scorso anno. Nei suoi ultimi istanti di vita era ancora ammanettato e incatenato con gli occhi spalancati. Aveva 58 anni.
Il 14 aprile scorso la prigione Jidong n. 5 della provincia dell’Hebei ha comunicato alla famiglia di Han Junde residente nella città di Baoding, nella provincia dell’Hebei, che era deceduto alle 10.35 di quel giorno.
Han, di 77 anni, era stato condannato a otto anni di carcere e a una multa di 10.000 yuan (circa 1.300 euro) nel febbraio 2020. La sua morte è avvenuta meno di tre anni dopo il suo ingresso in carcere, dove le guardie gli hanno ripetutamente ordinato di dichiararsi colpevole e di rinunciare al Falun Gong. Poiché si rifiutava di obbedire, gli hanno tolto il diritto di incontrare, chiamare o scrivere alla sua famiglia.
In seguito la sua famiglia ha saputo che aveva sviluppato una grave anemia a causa degli abusi subiti in prigione. È diventato cieco da un occhio e doveva spostarsi in sedia a rotelle all’interno della prigione. Da marzo 2021 hanno sollecitato la prigione a fornirgli cure mediche, ma gli sono state negate perché si è rifiutato di rinunciare al Falun Gong. Le guardie carcerarie hanno detto di aver ricevuto istruzioni dai loro superiori secondo le quali, anche se Han avesse avuto un’emergenza medica, finché non avesse rinunciato al Falun Gong la prigione non sarebbe stata ritenuta responsabile, ma sarebbe stata colpa sua se non avesse rinunciato al Falun Gong.
La moglie di Han, la signora Fu Gui, si è appellata all’Ufficio dell’amministrazione penitenziaria dell’Hebei il 30 agosto 2021 e ha chiesto nuovamente la libertà condizionata per motivi di salute all’inizio dell’anno scorso e poi ancora ad aprile, ma senza successo.
Bai Xingguo, originario della contea autonoma di Fengning Manchu, nella provincia dell’Hebei, è stato arrestato il 4 gennaio 2018 e condannato a tre anni di carcere il 18 aprile 2018. Ha scontato la pena nel carcere di Jidong, dove gli sono stati iniettati farmaci nocivi sei mesi prima del suo rilascio.
La salute dell’uomo si è successivamente deteriorata e la sua mente spesso era poco lucida. Un funzionario del carcere a gennaio dell’anno scorso ha chiamato i suoi familiari per avvisarli di andare a prenderlo. Ma a quel punto non era più in grado di badare a se stesso e stava per morire.
Si è spento a casa dopo tre settimane, all’età di 83 anni.
Song Naiwen, residente nella città di Qian’an nella provincia dell’Hebei, negli ultimi anni aveva subito numerosi arresti e detenzioni per la sua fede, tra cui un periodo di sette anni nella prigione di Jidong. È stato sottoposto a brutali torture, tra cui percosse, bruciature di sigarette e scosse elettriche.
Dopo il suo rilascio dal carcere è stato costretto a vivere lontano da casa per evitare le continue molestie delle autorità. Le continue persecuzioni hanno avuto ripercussioni sulla sua salute, che è andata peggiorando nel corso degli anni. Si è spento l’8 luglio dello scorso anno, all’età di 58 anni.