(Minghui.org)

Nome:Han Junde

Nome cinese:韩俊德

Genere:Maschio

Età:77

Città:Baoding

Provincia:Hebei

Occupazione:N/A

Data della morte:14 Aprile 2022

Data del più recente arresto:30 agosto 2019

Luogo di detenzione più recente:Prigione n. 5 di Jidong

Il 14 aprile scorso la prigione n. 5 di Jidong, nella provincia dell’Hebei, ha notificato ai familiari di Han Junde, residente della città di Baoding, che l’uomo era deceduto alle 10:35 di quel giorno.

Han Junde

La morte di Han è avvenuta meno di tre anni dopo essere stato ammesso in prigione per scontare una pena di otto anni e mezzo per aver scolpito su delle zucche i caratteri dei principi del Falun Gong “Verità, Compassione e Tolleranza”.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Dopo che Han è stato portato in prigione le guardie gli hanno ripetutamente ordinato di dichiararsi colpevole e di rinunciare al Falun Gong e, poiché si è rifiutato di obbedire, gli hanno negato il diritto di incontrare, chiamare o scrivere alla famiglia.

I familiari hanno appreso che aveva sviluppato una grave anemia a causa degli abusi subiti in prigione, era diventato cieco da un occhio e doveva essere portato in giro in sedia a rotelle. La famiglia aveva chiesto per lui la libertà condizionata, ma l'ufficio di giustizia del distretto di Jingxiu ha negato la richiesta, nonostante il medico avesse detto che aveva i requisiti necessari.

Dal marzo dello scorso anno la famiglia ha sollecitato la prigione per fargli avere un trattamento medico, offrendosi di pagare le spese mediche, a condizione che la prigione fornisse comunicazioni tempestive sulla sua situazione. La prigione ha preso i soldi, ma si è rifiutata di informare i familiari delle sue condizioni o di permettere ad Han di contattarli. Il 26 aprile quando Fu Gui, la moglie di Han, è andata alla prigione per informarsi sulle sue condizioni e chiedere di vederlo, Huang Liansheng, il direttore della prigione, l'ha intimidita.

Il 20 agosto 2021 la prigione ha chiamato Fu dicendole che Han aveva i requisiti per la libertà condizionata, ma che, per motivi medici, non c'era modo per loro di rilasciarlo se si fosse ancora rifiutato di rinunciare al Falun Gong. Hanno detto di aver ricevuto istruzioni dai loro superiori che stabilivano che anche se avesse avuto un'emergenza medica, finché non avesse rinunciato al Falun Gong la prigione non sarebbe stata ritenuta responsabile, sarebbe stata colpa sua per non aver rinunciato al Falun Gong.

Il 23 agosto, mentre esaminava la domanda di libertà condizionata per motivi di salute, l'ufficio di giustizia del distretto di Jingxiu ha chiamato Fu e ha espresso l’intenzione di negare la libertà condizionata, sostenendo che la donna avrebbe potuto avere un'influenza negativa sulla “trasformazione” di Han. Hanno anche detto che la commissione residenziale aveva riferito loro che la donna non viveva a casa sua. Fu ha risposto che stava a casa di sua figlia perché non era conveniente per lei vivere da sola, facendo notare che ciò non aveva niente a che fare con la richiesta di libertà condizionata per motivi medici.

Il 30 agosto Fu ha presentato una richiesta all'ufficio dell'amministrazione penitenziaria della provincia dell’Hebei. Esortandolo a garantire la sicurezza di Han, ha fatto notare che la sua libertà condizionata avrebbe dovuto dipendere dalle sue condizioni di salute. L'articolo sette della legge carceraria infatti afferma che il praticante ha il diritto di dichiararsi non colpevole e che tale diritto deve essere protetto. La prigione non era nella posizione di costringerlo a dichiararsi colpevole ed era illegale per loro concedergli o negargli la libertà vigilata sulla base del fatto che avesse o meno rinunciato al Falun Gong.

All’inizio di quest’anno Han, dopo essersi gravemente ammalato, è stato ricoverato. Alla dimissione aveva un tubo di drenaggio.

Il 5 aprile è stato portato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Xiehe di Tangshan in quanto non era in grado di respirare autonomamente, ed è stato attaccato a un ventilatore.

Il presidente dell'ospedale della prigione, Jiang, ha detto al figlio che l'ospedale era stato designato come area riservata durante la pandemia, che i familiari non erano autorizzati a visitarlo e che l'ospedale della prigione non poteva ammetterlo. Jiang ha detto che non sapeva per quanti giorni Han potesse vivere e, se fosse morto, l'ospedale avrebbe congelato il suo corpo per farlo vedere alla famiglia dopo la pandemia.

Quando la famiglia ha chiesto di nuovo la libertà condizionata, Jiang ha detto che la decisione doveva essere presa dall'ospedale dei lavoratori di Tangshan e che tre medici dovevano essere concordi ma, a causa della pandemia, la maggior parte dei medici erano stati mandati a curare i pazienti di COVID-19, non lasciando personale per valutare le sue condizioni. Anche se i medici avessero appoggiato la libertà condizionata, questa avrebbe comunque dovuto essere approvata dall'ufficio dell'amministrazione penitenziaria.

La moglie di Han ha chiamato Jiang il 9 aprile, ma lui ha riagganciato prima che lei finisse di parlare e si è rifiutato di rispondere quando ha richiamato. La moglie, quando ha ricevuto la notizia della morte del marito cinque giorni dopo, era devastata.

Dopo l'inizio della persecuzione Han è stato ripetutamente detenuto e molestato dalle autorità per aver sostenuto la sua fede, Nel 2000 gli sono stati imposti tre anni di lavori forzati e, nel settembre 2001, è stato licenziato dal lavoro mentre era ancora in detenzione.Dopo essere stato rilasciato dal campo di lavoro locale nel 2003 è stato costretto a vivere lontano da casa per sette mesi per evitare ulteriori arresti. Sua moglie e le sue due figlie hanno vissuto nella paura e sua madre, allora ottantenne, è stata così traumatizzata dal suo calvario da rimanere costretta a letto.

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