(Minghui.org)

Nome:Lai Zhiqiang

Nome cinese:赖志强

Sesso:Uomo

Età:Cinquant’anni

Città:Tangshan

Provincia:Hebei

Occupazione:Autista di autobus

Data dellamorte:3 gennaio 2023

Data dell'ultimo arresto:31 marzo 2016

Luogo di detenzione più recente:Prigione nº 2 di Jidong

La moglie di Lai Zhiqiang, desiderosa di ricongiungersi con il marito, ha atteso sette lunghi anni per apprendere, il 3 gennaio di quest’anno, che era deceduto due mesi prima di essere rilasciato, dopo aver scontato una pena ingiusta per la sua fede nel Falun Gong.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Dopo aver appreso la notizia, la donna si è precipitata alla prigione nº 2 di Jidong, nella provincia dell’Hebei, ma le è stato detto che avrebbe dovuto pagare 1.000 yuan (circa 140 euro) per poter vedere il corpo del marito. Anche se non è chiaro se abbia pagato o meno, fino al giorno successivo non le è stato permesso di vederlo.

Secondo la donna, il corpo del marito era raggomitolato e aveva il volto ferito. Cinque guardie hanno dovuto trattenerla per impedirle di avvicinarsi o di toccarlo. Si sono rifiutate di restituire il corpo ai familiari e hanno ingannato la figlia per farle firmare un modulo di consenso alla cremazione.

Il 31 marzo 2016 Lai, della città di Tangshan, nella provincia dell’Hebei, è stato arrestato e condannato in segreto a sette anni di prigione. L'anziana madre è rimasta talmente traumatizzata che, poco dopo, è deceduta.

Il 17 ottobre 2016 l’uomo è stato condotto prima nella prigione nº 4 di Jidong e poi nella nº 2. Nel 2019 ha avuto un ictus a causa delle torture subite durante la detenzione, ma la prigione ha negato ai familiari le molteplici richieste di fargli visita.

Nel gennaio 2020, quando sua moglie ha finalmente ottenuto il permesso, era addolorata quando l ‘ha visto sorretto dalle guadie, perché non riusciva quasi a muoversi. L’uomo sembrava non riconoscerla e non rispondeva alle sue grida.

Secondo un informatore, Lai è stato trattenuto nella clinica del carcere per quasi sei mesi, dove veniva alimentato a forza ogni giorno. Le guardie gli inserivano il tubo di alimentazione nello stomaco. Le sue labbra erano secche e screpolate. Alcune infermiere, di tanto in tanto, usavano un asciugamano per fargli gocciolare un po' d'acqua in bocca. Quando l’uomo veniva torturato, aveva spesso le lacrime agli occhi; muoveva anche le labbra, ma non riusciva a parlare.

I suoi familiari hanno chiesto per lui la libertà condizionata per motivi medici, ma i funzionari del carcere hanno detto che dovevano attendere la decisione dei superiori. Nel frattempo hanno addebitato alla famiglia diverse migliaia di yuan, per pagare le spese mediche.

Nel 2020 le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate e nell’agosto dello stesso anno ha contratto un’infezione polmonare. L’uomo era in stato vegetativo e aveva difficoltà a respirare. Quando le guardie l’hanno portato in ospedale, il medico gli ha praticato solo una tracheotomia, lasciando intendere che non avesse molte speranze di guarigione.

Nonostante le sue condizioni, veniva legato con pesanti catene. Il 9 settembre 2020, dopo oltre un mese di degenza in ospedale, è stato riportato in prigione prima ancora che gli si fosse richiusa la trachea.

I familiari hanno continuato a chiedere per lui la libertà vigilata, ma le autorità carcerarie hanno spiegato loro che l’ufficio di giustizia aveva negato la richiesta. Quando vi si sono recati di persona per presentare la richiesta, sono stati fermati sulla porta e non hanno avuto la possibilità di parlare con nessuno.

Informazioni di contatto dei perpetratori:

Sun Xicang (孙希仓), capo del 7° distretto, prigione nº 2 di Jidong: +86-315-8313517, +86-15030509866

Liu Weiguo (刘卫国), presidente della prigione nº 2 di Jidong: +86-13513050598

Zhang Zhanzhong (张占忠), capo dell'Ufficio giudiziario di Tangshan: +86-315-2802323, +86-13832980088

(Altre informazioni sui contatti dei responsabili sono disponibili nell'articolo cinese).

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