(Minghui.org) La mozione per riesaminare la sua ingiusta condanna presentata da Zhao Chenyu, ex insegnante di scuola media della provincia dello Yunnan, è stata recentemente accettata dall'Alta Corte provinciale dello Yunnan e dal Procuratore di Xishuangbanna.
Nel 1998 Zhao, di 59 anni, che insegnava alla 30ª scuola media della città di Kunming, ha iniziato a praticare il Falun Gong, un anno prima che il regime comunista cinese ordinasse la persecuzione. Nel 2005 è stata licenziata dal suo posto di lavoro, mentre stava scontando una pena detentiva di tre anni per non aver rinunciato alla sua fede. Nel 2018 è stata nuovamente condannata a quattro anni di prigione. Il suo appello è stato respinto e non ha mai ricevuto risposta alla richiesta di riesaminare il suo caso. Nel mese di agosto 2022, dopo essere stata rilasciata, ha ripresentato la richiesta di riesame del suo caso e finalmente l'ha ottenuta.
All'inizio di agosto 2018 Zhao, residente nella città di Kunming, ha fatto visita alla madre residente a Jinghong, nella prefettura di Xishuangbanna, nella stessa provincia dello Yunnan. Il 24 agosto è tornata a casa, ma intorno alle 9:00 di tre giorni dopo è stata arrestata da nove agenti in borghese arrivati dalla città di Jinghong, a circa 515 chilometri di distanza. La polizia della città di Jinghong sospettava che fosse la donna ripresa da un video di sorveglianza mentre distribuiva materiale informativo del Falun Gong, e l'ha inseguita fino a Kunming.
Solo un agente ha mostrato a Zhao il proprio documento di identità, ma lo ha riposto posto prima che lei potesse leggere il suo nome. La donna è stata ammanettata dietro la schiena ed è stata tenuta ferma sul divano del soggiorno. Gli agenti hanno trascorso cinque ore a perquisire il suo appartamento e hanno usato i suoi scatoloni per trasportare i numerosi oggetti personali confiscati, senza esaminarli insieme a lei. Alle 14:00 Zhao è stata portata alla stazione di polizia di Dongluqiao, a Kunming. La sera stessa è stata trasferita al centro di detenzione locale e, due giorni dopo, è stata portata al centro di detenzione della prefettura di Xishuangbanna.
Nello stesso periodo, un altro gruppo di agenti di Jinghong hanno messo a soqquadro le abitazioni della madre e del figlio di Zhao. Alla madre, Meng Yunying, sono stati inflitti 15 giorni di detenzione e una multa di 1.000 yuan (circa 130 euro). A causa della sua età avanzata, la polizia non l'ha trattenuta, tuttavia la pressione mentale per le molestie della polizia ha avuto forti ripercussioni sulla sua salute. Dopo essere caduta in casa, si è rotta il femore; è stata ricoverata in ospedale e, il 16 novembre 2019 è deceduta.
Il Dipartimento di polizia della città di Jinghong ha sottoposto il caso di Zhao alla Procura della contea di Mengla. Il 6 maggio e il 26 luglio 2019 la donna è comparsa presso il Tribunale della contea di Mengla, che l’ha condannata a quattro anni di prigione e multata di 40.000 yuan (circa 5.070 euro). Zhao ha fatto appello al Tribunale intermedio del popolo di Xishuangbanna, che ha deciso di confermare il verdetto originale. Il 23 giugno 2020 è stata trasferita nel carcere femminile della provincia dello Yunnan.
Poiché si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, le guardie carcerarie l'hanno messa sotto stretta sorveglianza e non le hanno dato carta e penna per scrivere la mozione di riesame del suo caso, tuttavia Zhao non ha mai rinunciato ai suoi sforzi per cercare giustizia. All'inizio del 2022, dopo essere riuscita a procurarsi carta e penna e aver finito di scrivere la mozione, e nonostante i ripetuti tentativi delle guardie di fermarla, l'ha depositata nella cassetta della posta del procuratore della prigione. Ha preparato un'ulteriore copia della mozione e ha pianificato di portarla con sé dopo essere stata rilasciata, ma quella copia e gli altri documenti legali che aveva preparato, sono stati tutti confiscati dalle detenute e non le sono mai stati restituiti. Inoltre, non ha ricevuto alcuna risposta alla sua mozione.
Dopo essere stata rilasciata nell'agosto 2022 Zhao ha scritto un'altra copia della mozione e, il 6 novembre dell'anno scorso, l'ha spedita al Tribunale intermedio del popolo di Xishuangbanna. Pur avendola accettata il 23 novembre, il 29 novembre la corte ha deciso di respingere la richiesta e di attenersi alla decisione precedente che ha confermato il verdetto originale.
Il 26 gennaio scorso Zhao ha presentato un'altra istanza all'Alta Corte provinciale dello Yunnan, che ha accettato il suo caso.
Nel frattempo, la mozione presentata nel novembre dell'anno scorso alla Procura Suprema del Popolo, è stata trasferita alla Procura provinciale dello Yunnan, che l'ha ulteriormente delegata alla Procura della Prefettura di Xishuangbannan. Lo scorso 8 aprile quest'ultima ha accettato il caso.
Nella sua mozione Zhao ha chiesto al Tribunale intermedio della Prefettura di Xishuangbannan, di revocare la decisione di respingere il suo appello contro l'ingiusta condanna e ha chiesto l'assoluzione. Inoltre, ha chiesto alle autorità di restituirle gli oggetti personali che le erano stati confiscati, di fornirle un risarcimento economico e di assicurare alla giustizia i perpetratori coinvolti nel suo caso. Nella mozione ha anche descritto le torture subite in prigione.
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