(Minghui.org) Nel mese di agosto 2018 Zhao Chenyu, residente a Kunming nella provincia dello Yunnan, è stata arrestata nella propria abitazione per aver praticato il Falun Gong. Gli agenti hanno messo a soqquadro l’appartamento. La donna è stata trattenuta nel centro di detenzione della prefettura di Xishuangbanna e nel luglio 2019 è stata condannata a quattro anni di prigione. Il 23 giugno 2020 è stata assegnata alla 9ª divisione della prigione femminile nº 2 della provincia dello Yunnan ed è stata messa sotto stretta sorveglianza fino al suo rilascio.

Di seguito un resoconto della persecuzione che Zhao è stata costretta a subire.

L’inizio della pratica del Falun Gong

Nel mese di novembre 1998 Zhao, di 58 anni, insegnava alla 30ª scuola media della città di Kunming. La donna ha iniziato a praticare il Falun Gong, dopo che un collega le aveva consigliato il libro Zhuan Falun. Anche suo figlio di cinque anni ha iniziato a praticare insieme a lei.

Durante il Capodanno cinese, quando Zhao ha riportato il figlio nella sua città natale, ha presentato il Falun Gong ai suoi familiari. Sua madre, le sue sorelle, i suoi fratelli e i loro figli hanno iniziato tutti a praticare.

Zhao si è sforzata di vivere secondo i principi del Falun Gong di Verità-Compassione-Tolleranza e ha guidato anche i suoi studenti a seguire questi principi. Essi sono migliorati notevolmente nei loro studi e tutto l’ambiente nella sua classe è cambiato: è diventato più positivo. Più di 100 studenti e insegnanti della scuola hanno iniziato a praticare il Falun Gong.

Dopo che il Partito Comunista Cinese ha ordinato la persecuzione del Falun Gong nel luglio 1999, Zhao è stata arrestata diverse volte, poiché si è rifiutata di rinunciare alla sua fede. Nel 2006, dopo una condanna a tre anni di prigione, è stata licenziata dal suo posto di lavoro. Suo marito, un ufficiale di polizia, ha divorziato. I suoi genitori hanno subito un duro colpo quando lei è stata perseguitata. Vivendo costantemente nella paura, entrambi sono deceduti mentre lei era in prigione.

L’ultimo arresto

Il 27 agosto 2018 Zhao è stata arrestata da nove agenti in borghese, poco dopo essere tornata a casa da una visita alla madre nella sua città natale, Jinghong, nella prefettura autonoma Xishuangbanna Dai, nella provincia dello Yunnan.

La polizia della città di JIlinghong ha percorso oltre 300 miglia (circa 483 chilometri) fino a Kunming per arrestarla. Insieme alla polizia di Kunming, gli agenti di JIlinghong hanno messo a soqquadro l’abitazione di Zhao e le hanno confiscato molti dei suoi effetti personali, tra cui i libri del Falun Gong, tre computer, due stampanti, 17 cellulari, 43 caricabatterie, 35 batterie per cellulari, 11 lettori di schede, 57 chiavette USB, 18 schede SD, alcuni vestiti e migliaia di yuan in contanti. La polizia si è rifiutata di fornire un elenco degli oggetti confiscati.

Durante l’arresto, la donna ha chiesto di poter contattare il suo posto di lavoro per raccontare l’accaduto, ma la sua domanda è stata respinta.

Zhao è stata portata alla stazione di polizia di Dongluqiao, nel distretto di Xishan. Le è stato ordinato di identificare il materiale confiscato, ma lei si è rifiutata perché sapeva che, se avesse ammesso che gli oggetti legati al Falun Gong le appartenevano, la polizia li avrebbe usati come prova contro di lei. In seguito, è stata costretta a sedersi in una stanza, insieme ad altri detenuti arrestati per furto o rissa. Quella sera, Zhao è stata portata all’ospedale Xinxinhua per un esame fisico, prima di essere inviata al Centro di detenzione della città di Kunming. Due giorni dopo è stata trasferita al centro di detenzione della prefettura di Xishuangbanna.

Coinvolgimento della famiglia

Nel periodo in cui la donna è stata arrestata, un altro gruppo di agenti della città di Jinghong ha perquisito anche le abitazioni della madre e del figlio.

Alla madre di Zhao, Meng Yunying di 84 anni, sono stati inflitti 15 giorni di detenzione e una multa di 1.000 yuan (circa 128 euro). A causa della sua età avanzata, la polizia l’ha esentata dallo scontare la pena in prigione, tuttavia la pressione mentale delle continue vessazioni della polizia ha avuto ripercussioni sulla salute dell’anziana donna, che è caduta in casa e si è fratturata il femore. È stata ricoverata in ospedale e, il 16 novembre 2019, è deceduta senza aver potuto vedere per l’ultima volta sua figlia Zhao.

La polizia ha continuato a cercare il figlio della donna, ma non è riuscita subito a trovarlo. L’uomo era in viaggio d’affari nella città di Pu’er, nella stessa provincia. Alla fine gli agenti lo hanno fermato in un hotel e ammanettato davanti ai suoi colleghi, senza dare alcuna spiegazione. Sia lui che i suoi colleghi sono rimasti traumatizzati.

Le autorità hanno emesso un mandato di comparizione e il figlio di Zhao è stato interrogato al dipartimento di polizia. Gli agenti hanno sostenuto che Zhao si era seduta nella sua auto, di proprietà dell’azienda, quando è tornata a Kunming. Hanno minacciato di confiscare l’auto se vi fosse stato trovato materiale del Falun Gong. L’incidente ha colpito molto suo figlio. Tuttavia, in seguito è stato confermato che nell’auto non è stato trovato alcun oggetto riconducibile al Falun Gong.

Anche la sorella maggiore di Zhao e sua nipote sono state interrogate. La polizia ha detto che le telecamere di sorveglianza hanno ripreso la moto elettrica della nipote in un quartiere e le ha chiesto se la stava guidando Zhao e se l’avesse aiutata a trasportare il materiale del Falun Gong.

Anche la sorella minore e il cognato della donna sono stati interrogati. Zhao si è recata a casa della madre con l’auto del figlio, ma al ritorno è salita sull’auto della sorella. In seguito, l’auto è stata parcheggiata davanti all’abitazione di Zhao, mentre la sorella e il cognato, il giorno successivo, si sono recati all’estero per le vacanze. Durante la retata le chiavi dell’auto sono state confiscate e la polizia ha convocato, due settimane dopo il loro ritorno in Cina, la sorella e il marito. Quando hanno riportato l’auto a Jinghong, la polizia li ha convocati e ha chiesto se Zhao si fosse seduta nella loro auto, quando si sono recati a Kunming.

Le dichiarazioni dei fratelli sono state utilizzate come testimonianze contro di lei.

Rilevamento forzato delle impronte digitali

Dopo essere stata trattenuta per due giorni nel centro di detenzione della città di Kunming, Zhao è stata riportata a Jinghong. In un primo momento è stata trattenuta alla stazione di polizia del Villaggio turistico della città di Jinghong, dove è stata fotografata contro la sua volontà e le sono state prese con la forza le impronte digitali. Poiché si è rifiutata di collaborare, le impronte digitali non erano chiare e non hanno potuto essere utilizzate. In seguito, è stata inviata al centro di detenzione della prefettura di Xishuangbanna.

Giorni dopo è stata portata in un’altra stazione di polizia, dove è stata legata alla panca della tigre. Due agenti le hanno tirato la testa all’indietro e hanno cercato di prenderle le impronte digitali, senza riuscirci. Quel pomeriggio sono arrivate altre tre persone. Le hanno coperto gli occhi e tirato la testa all’indietro, mentre le premevano con forza le dita sullo scanner ottico. Dopo averle rilevato le impronte digitali, l’hanno riportata al centro di detenzione.

Nel centro di detenzione, le guardie hanno ordinato ai detenuti di controllarla e di vedere se faceva gli esercizi o se parlava con altre persone del Falun Gong. Le guardie hanno anche perquisito la sua cella e buttato via gli oggetti personali.

Nei primi mesi in cui Zhao è stata trattenuta nel centro di detenzione, la polizia è andata spesso a interrogarla, ma lei si è rifiutata di rispondere alle domande.

In seguito, il suo caso è stato sottoposto alla Procura della contea di Mengla e nel febbraio 2019 è stata incriminata.

Condannata a quattro anni

Il 6 maggio e il 26 luglio 2019 la donna è comparsa davanti al tribunale della contea di Mengla. Durante la seconda udienza, il giudice Yang Jianwei l’ha interrotta ogni volta che ha cercato di difendersi.

Il 28 novembre 2019 il giudice ha condannato Zhao a quattro anni e le ha inflitto una multa di 40.000 yuan (circa 5.194 euro). Il giorno successivo Zhao ha ricevuto il verdetto. Dopo aver presentato ricorso in appello, una persona del tribunale intermedio si è recata al centro di detenzione per interrogarla. La donna ha ribadito che è legale praticare il Falun Gong. Il 25 marzo 2020 i giudici Li Bingfeng e Lu Zhengkun del tribunale intermedio hanno deciso di confermare il verdetto originale, senza ascoltare le sue motivazioni.

Torturata nella prigione femminile nº 2 della provincia dello Yunnan

Il 23 giugno 2020 Zhao è stata trasferita dal centro di detenzione della prefettura di Xishuangbanna alla prigione femminile nº 2 della provincia dello Yunnan. Non le è stato permesso di portare nulla con sé, tranne l’atto di accusa e il verdetto. All’arrivo è stata denudata e costretta a indossare l’uniforme della prigione.

Poiché era in corso la pandemia di COVID, tutte le persone appena ammesse in prigione dovevano essere messe in quarantena per 15 giorni. Le guardie hanno anche ordinato a Zhao di scrivere dichiarazioni per ammettere la sua colpevolezza nella pratica del Falun Gong, ma lei ha rifiutato. Per ritorsione, quando le guardie hanno distribuito ravioli, uova di anatra e uova di gallina durante la festa delle barche drago, Zhao non ne ha ricevuti.

La guardia ha sottoposto la praticante a una gestione rigorosa e ha incaricato due detenute di controllarla. Le è stato permesso di mangiare solo metà cibo a ogni pasto. Le pause per la toilette erano limitate a quattro volte al giorno, così come l’uso dell’acqua.

Zhao ha scritto un reclamo, lamentandosi per le restrizioni. Le guardie hanno revocato la severa gestione nei suoi confronti e le hanno dato ravioli e uova. Dopo 15 giorni è stata trasferita alla seconda squadra del 9° distretto, dove avrebbe dovuto affrontare tre mesi di addestramento.

Rievocazione della tortura: Seduta su un piccolo sgabello

La guardia Wang Yanrong ha ordinato a Zhao di scrivere una confessione. La donna ha scritto la verità sul Falun Gong, esortando le guardie a non seguire il regime comunista nella persecuzione dei praticanti. Per rappresaglia è stata messa sotto stretta sorveglianza per alcuni giorni.

Ogni mattina, per due ore e mezzo, le praticanti e le nuove detenute dovevano fare ginnastica. In seguito, le detenute si sono dovute recare in officina per lavorare, mentre le praticanti sono state costrette a rimanere sedute su piccoli sgabelli nelle loro celle fino alle 22:00, senza alcuna pausa. Le detenute incaricate di sorvegliarle non dovevano lavorare e potevano muoversi liberamente nella cella.

Confinamento in isolamento

Al termine dell’addestramento, Zhao è stata nuovamente sottoposta a una stretta sorveglianza. La stanza di gestione rigorosa al secondo livello è stata ricavata dalla ristrutturazione di due celle e, nel mese di luglio 2019, è stata allestita appositamente per perseguitare le praticanti. Sulle pareti sono state applicate strisce blu e bianche; il pavimento è stato diviso in tre aree con del nastro giallo: un’area di riflessione, un’area di studio e un’area per dormire. Nella zona notte non c’erano letti. L’area era invece coperta da un sottile strato di cotone e la trapunta era molto piccola e sottile. Le praticanti potevano portare solo uno sgabello e una tazza. Zhao è stata costretta a sedersi nell’area di riflessione con due detenute sedute ai suoi lati, che la fissavano. Quest’ultime hanno minacciato di lasciarla nella stanza di notte, se si fosse ancora rifiutata di scrivere una confessione (in quel momento le era comunque permesso di tornare in cella a dormire).

Pochi giorni dopo, poiché il carcere ha raggiunto la sua massima capienza, la stanza del personale di sorveglianza è stata riconvertita in celle. La gestione rigorosa era divisa in due livelli diversi. Zhao si trovava nel secondo. Ogni giorno doveva svegliarsi alle 5:40 e lavarsi i denti con l’acqua di una bacinella. Dopo essersi lavata, una detenuta l’accompagnava alla toilette per scaricare l’acqua, prima di tornare in cella e sedersi su un piccolo sgabello fino alle 23:00. Dopo essere rimasta seduta sullo sgabello per giorni, i suoi glutei si sono piagati. Inoltre, ogni notte veniva messa in servizio per due ore.

Poiché le guardie le limitavano l’uso del bagno a quattro volte al giorno, Zhao non osava finire di bere i due bicchieri d’acqua che le erano concessi, di conseguenza è diventata stitica.

Le sono stati concessi cinque minuti per fare la doccia, compreso il lavaggio della biancheria intima e dei calzini. La prima volta che ha fatto la doccia, la detenuta le ha detto che il tempo era scaduto e ha chiuso l’acqua mentre lei si stava insaponando il corpo. Zhao si è lavata via il sapone con la poca acqua rimasta nella vasca.

Le era stato concesso di andare in lavanderia due volte alla settimana e di lavare la biancheria da letto ogni due mesi. Tuttavia, prima di poter lavare le lenzuola, doveva fare domanda e ammettere di essere una criminale. Durante gli oltre due anni di detenzione, ha lavato la biancheria da letto solo due volte e le guardie gliel’hanno concesso solo dopo che lei aveva sporto denuncia per gli abusi subiti.

Le guardie le parlavano spesso, cercando di costringerla a rinunciare al Falun Gong e ad ammettere la sua colpevolezza. Su loro istigazione, anche le detenute incaricate di sorvegliarla la insultavano e la torturavano.

Lavoro forzato

Nel marzo 2021 Zhao doveva lavorare nel laboratorio e cucire fili di perline, ogni giorno dalle 7:00 del mattino fino alle 17:30. Se non riusciva a finire la sua quota giornaliera, era costretta a fare esercitazioni in coda per tre ore al giorno, nell’arco di una settimana.

Le praticanti non potevano parlare con le altre. Chiunque interagisse con loro veniva segnalato alle guardie e gli veniva ordinato di scrivere rapporti di pensiero o dichiarazioni di garanzia, di vedersi detrarre i punti, di essere messe in servizio notturno o di imparare a memoria le regole della prigione fino a mezzanotte. Le due detenute incaricate di controllare Zhao, spesso le creavano problemi e la umiliavano.

Illustrazione: L’officina sfruttatrice della prigione

Nel mese di maggio 2021 la prigione ha assunto un gruppo di persone per fare il lavaggio del cervello alle praticanti. Coloro che si sono rifiutate di rinunciare al Falun Gong, compresa Zhao, sono state costrette a partecipare alla sessione per il lavaggio del cervello tutti i giorni, per una settimana.

Nel marzo 2021 il carcere ha fornito assistenza legale alle detenute. Quando Zhao ha incontrato l’avvocato e ha chiesto se poteva presentare una mozione per riconsiderare il suo caso, l’uomo ha risposto di sì. Zhao ha quindi preparato la mozione e l’ha presentata, tuttavia finora non ha ricevuto alcun aggiornamento.

Zhao ha scritto molte note personali in prigione e le detenute l’hanno segnalata a Yang Yongfen, la guardia del dipartimento dell’istruzione. Quattordici giorni prima del suo rilascio, le sono stati confiscati i libri, i quaderni, l’appello, il verdetto e le lettere. Quando è stata rilasciata, le è stato restituito solo il verdetto.

Fin dall’inizio della persecuzione la guardia Yang è stata coinvolta nella persecuzione delle praticanti. Spesso registrava video che diffamavano il Falun Gong e li ha faceva ascoltare alle prigioniere appena ammesse in prigione.

Campagna di trasformazione prima del rilascio

Sei mesi prima che venisse rilasciata, il dipartimento dell’educazione e la prigione hanno intensificato la persecuzione, nel tentativo di costringerla a dichiararsi colpevole. Ogni mattina o pomeriggio, Zhao veniva chiamata dal laboratorio all’edificio del dipartimento dell’istruzione. Otto agenti, a gruppi di due, parlavano con lei, ordinandole di rinunciare alla sua fede. Yang l’ha anche costretta a guardare video che diffamavano il Falun Gong. Quando è stata costretta a scrivere relazioni sul pensiero, la donna ha scritto come il regime comunista abbia fabbricato propaganda d’odio contro il Falun Gong. La campagna di trasformazione è durata tre mesi, prima di essere riportata in officina.

Ventuno giorni prima del suo rilascio, è ripresa la campagna di trasformazione. Ogni giorno è stata chiamata al dipartimento di educazione e le è stato ordinato di scrivere una confessione e una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. Yang ha anche incaricato una detenuta di scrivere la dichiarazione per conto di Zhao e di fargliela firmare, ma lei si è rifiutata. Alla fine, la guardia ha minacciato di mandarla in un centro per il lavaggio del cervello se avesse rifiutato di trasformarsi. Zhao si è rifiutata di obbedire.

Dopo l’ammissione in prigione, la sua famiglia non ha potuto farle visita e suo figlio ha sentito molto la sua mancanza. Il carcere ha organizzato un incontro virtuale tra lei e il figlio, ingannando quest’ultimo affinché lavorasse su di lei, con la minaccia che avrebbe affrontato conseguenze terribili se non avesse rinunciato al Falun Gong. Zhao non si è scomposta e ha confortato il figlio, dicendo che sarebbe stata bene.

Nei suoi ultimi giorni in prigionia, in un altro tentativo di indebolire la sua volontà, le guardie l’hanno privata del sonno e le hanno fatto fare due ore di turno durante la notte. Prima del suo rilascio non hanno mai smesso di costringerla o di farle vedere video che diffamavano il Falun Gong, o di chiederle di scrivere una dichiarazione di garanzia per obbedire alla legge.

Molestata dopo il rilascio

Zhao è rimasta ferma nella pratica del Falun Gong e, il 26 agosto dell’anno scorso, è stata rilasciata. Quando è uscita dal carcere, due agenti della stazione di polizia locale di Dongluqiao la stavano aspettando. La donna è rifiutata di andare con loro ed è tornata a casa con la sua famiglia che era venuta per riprenderla. La polizia ha continuato a chiamare il figlio e ha ordinato a Zhao di recarsi alla stazione di polizia.

La settimana successiva si è recata alla stazione di polizia con il figlio. Zhao ha chiesto agli agenti perché avessero cercato di continuare a monitorare la sua vita quotidiana, anche dopo aver scontato la pena detentiva. La polizia ha negato di averlo fatto, ma ha chiesto di poterle rilevare le impronte digitali. La donna ha risposto agli agenti di mostrarle le leggi che prevedevano la raccolta delle sue impronte digitali. Non potendo farlo, ha detto che il rilevamento delle impronte digitali viola i diritti dei cittadini e che è legale praticare il Falun Gong.

Per i tre mesi successivi, tre agenti della stazione di polizia di Dongluqiao si sono recati a casa sua ogni giorno per controllare se fosse in casa e hanno anche scattato delle foto. In seguito, la frequenza è stata ridotta a una volta alla settimana, poi ogni due settimane e infine una volta al mese. Dopo tre mesi hanno smesso di andare e hanno chiamato il figlio. Zhao ha detto alla polizia di non disturbarlo, così la polizia l’ha chiamata una volta ogni tre mesi.

Detenute coinvolte nella persecuzione

Di seguito riportiamo un breve riassunto delle detenute coinvolte nella persecuzione di Zhao e di altre praticanti del Falun Gong.

1. Yang Caizhuan, di 38 anni, spacciatrice di droga della città di Mangshi nella provincia dello Yunnan, è stata condannata all’ergastolo. Nel giugno 2019 è stata trasferita al 9º reparto, dove si è impegnata attivamente nella persecuzione delle praticanti del Falun Gong, soprattutto di quelle risolute. Ha anche guadagnato punti facendo rapporto sulle altre detenute ed è stata brava nel compiacere le guardie. Nel giugno 2021 ha dato un calcio all’angolo dell’occhio di He Lichun, facendole gonfiare il viso. Nel mese di maggio di quest’anno ha afferrato il colletto di Liu Fang e ha minacciato di picchiarla. Attualmente la Yang sta cercando di “trasformare” Liu Yan, ex professoressa di inglese e madre di un residente canadese.

2. Zhao Yunna, di 36 anni, è stata condannata a 11 anni per frode. Originaria della contea di Yiliang nella provincia dello Yunnan, nel maggio 2020 è stata ammessa in prigione e da allora è stata coinvolta nella persecuzione delle praticanti. Ha dato attivamente suggerimenti alle guardie su come perseguitarle. Nel 2021 ha sviluppato un’ulcera all’addome. Nonostante le cure, non è guarita e ha doveva pulirsi dal pus ogni giorno. Sua figlia, una studentessa di scuola media, è entrata in depressione e ha dovuto rivolgersi a uno psichiatra.

3. Qin Yueyan, di 20 anni, è stata condannata a tre anni per aver aperto un casinò e sarà presto rilasciata. Dopo essere entrata in prigione, si è occupata di perseguitare le praticanti, monitorandole costantemente. Ha sempre cercato di denunciarle alla polizia e di segnalarle alle guardie per guadagnare punti; è stata incaricata di monitorare le praticanti che erano ferme nella loro fede.

4. Wu Ahua, birmana di 42 anni, è stata condannata a sette anni per aver organizzato persone che attraversavano illegalmente il confine e il prossimo anno dovrebbe essere rilasciata. Dall’agosto 2019 è attivamente coinvolta nella persecuzione delle praticanti del Falun Gong.

5. Keng Weng, birmana di 53 anni, è stata condannata all’ergastolo per traffico di droga. Nel 2011 è stata ammessa in prigione, ma solo di recente è stata incaricata di monitorare le praticanti. Collabora attivamente con le guardie nella persecuzione.

6. Li Guizhi, 35 anni della città di Kunming nella provincia dello Yunnan, è stata condannata con la sospensione della pena capitale per traffico di droga. Ha collaborato attivamente con le guardie per perseguitare le praticanti. Non solo ha monitorato coloro che erano sotto la sua sorveglianza, ma ha anche controllato altre praticanti, segnalandole alle guardie per guadagnare punti.

7. Wang Ruxin, birmana di 56 anni, è stata condannata a 15 anni per traffico di droga. Dal 2011 ha collaborato attivamente con le guardie per perseguitare le praticanti e, dopo essere stata promossa a un posto di supervisione nel 2019, le ha spesso maltrattate e insultate. Nel mese di giugno dell’anno scorso è stata rilasciata.

8. Wang Lei, di 30 anni, è stata condannata a tre anni per un incidente stradale che ha causato una vittima. La detenuta è molto crudele quando controlla le praticanti.

9. Nel maggio mese di 2019 Ma Yan, spacciatrice di 43 anni condannata a 15 anni di pena detentiva, è stata incaricata di controllare le praticanti, quando è entrata in prigione. La sua nazionalità è sconosciuta.

10. Fan Yanli, di 30 anni, è stata condannata all’ergastolo per traffico di droga.

11. Cao Hairong, di 47 anni, è stata accusata di frode contrattuale e condannata a 13 anni di prigione. Dovrebbe essere rilasciata tra tre anni. Nel 2019 è stata incaricata di monitorare le praticanti e attualmente è il capo della terza squadra.

12. Ma Yumei, trafficante di droga di 52 anni, ha ricevuto la sospensione della pena di morte. Ha collaborato attivamente con le guardie per perseguitare le praticanti. Attualmente è la responsabile della grande divisione. Diversi anni fa le è stato riscontrato un tumore all’addome, che da allora è diventato più grande del suo seno.

13. Deng Songyun, di 40 anni, è stata condannata a morte con sospensione della pena, per traffico di droga.

14. Liu Qifei, di 50 anni, è stata condannata a morte con sospensione della pena, per traffico di droga.

15. Han Xiaoyan è una trafficante di esseri umani e il leader della seconda squadra.

16. Sun Ying, di 27 anni, era una trafficante di droga della città di Zhaotong nella provincia dello Yunnan. È stata condannata a otto anni e rilasciata nel 2021. Era molto crudele quando controllava le praticanti e le insultava frequentemente.

17. Wang Ping, di 42 anni, è stata condannata all’ergastolo per traffico di droga. Dal 2012 è stata incaricata di monitorare le praticanti e spesso le insultava. Negli ultimi anni le sono stati sottratti dei punti per aver avuto relazioni omosessuali con altre detenute. In seguito è entrata in depressione, non è riuscita a completare la sua produzione ed è rimasta indietro.

18. Chen Naping, di 32 anni, è stata condannata a sette anni per traffico di droga. Dall’aprile 2020 ha monitorato le praticanti, collaborando attivamente con le guardie nella persecuzione. Ora è un supervisore e dovrebbe essere rilasciata nel 2024.

19. Wu Jie, di 43 anni, è stata condannata a 15 anni per traffico di droga. Nel 2018, dopo essere entrata in prigione, le è stato assegnato il ruolo di leader. Proibisce alle nuove detenute di parlare con le praticanti. Attualmente è supervisore nel 9° distretto.

20. Wei Xiaoying, di 33 anni, è stata condannata a 15 anni per traffico di droga. Dal 2019 collabora attivamente con le guardie per perseguitare le praticanti.

21. Zhang Sanmei, di 23 anni, è stata condannata a otto anni per traffico di droga. Dal mese di giugno 2020 è stata assegnata come supervisore e tratta le praticanti con cattiveria.

22. Wang Nan, di 35 anni, è stata condannata a 15 anni per traffico di droga. Dal 2021 è stata nominata supervisore, collaborando attivamente con le guardie per perseguitare le praticanti del Falun Gong.

23. Zhang Yuxiang, di 44 anni, è stata condannata all’ergastolo per traffico di droga. Dal 2006 ha monitorato le praticanti, collaborando attivamente con le guardie nella persecuzione. Nel 2021 è stata rilasciata.

24. Xia Ping, di 30 anni, è stata condannata a 12 anni per traffico di droga. È molto feroce nel perseguitare le praticanti. È stata trasferita al 5º reparto.

25. Li Mei, birmana di 27 anni, è stata condannata a 15 anni per traffico di droga. Dal 2017 ha monitorato le praticanti, collaborando attivamente con le guardie nella persecuzione.

26. Yang Juli è responsabile del monitoraggio delle praticanti nel 9º reparto.

27. Nel 2008 Mayue Huiqin, birmana di 35 anni, è stata condannata all’ergastolo per traffico di droga. Nello scorso mese di agosto è stata rilasciata. Durante la detenzione, è stata incaricata di controllare le praticanti e in seguito è diventata supervisore. Ha collaborato attivamente con le guardie nella persecuzione del Falun Gong.

28. Wa, birmana di 48 anni, è stata condannata a morte con sospensione della pena, per traffico di droga. L’anno scorso, prima del suo rilascio, ha collaborato attivamente con le guardie per perseguitare le praticanti.

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