(Minghui.org) Tra la fine di maggio e il 6 agosto 2015, oltre 134.000 persone hanno presentato denunce penali contro Jiang Zemin, l’ex capo del Partito Comunista Cinese (PCC), sollecitando la Procura suprema del Popolo e la Corte suprema del Popolo a portare Jiang davanti alla giustizia per abuso di potere e l’avvio della persecuzione del Falun Gong in Cina.

Le denunce accusano Jiang di reclusione illegale, privazione del diritto costituzionale di libertà di fede, abuso di potere e molti altri crimini. Jiang ha lanciato la persecuzione del Falun Gong il 20 luglio 1999 e ha creato l’Ufficio 610, con il potere di ignorare il sistema giudiziario e la polizia per poter svolgere le sue direttive.

Si stima che nel corso degli ultimi 16 anni, più di 3.800 praticanti del Falun Gong siano stati torturati a morte, ma, dato che questo tipo di informazione è strettamente censurata in Cina, il numero reale potrebbe essere più elevato.

In totale, il sito Minghui ha ricevuto 111.597 copie di denunce da parte di 134.386 praticanti del Falun Gong e delle loro famiglie, tra la fine di maggio e il 6 agosto. Nella settimana dal 31 luglio al 6 agosto, Minghui ha ricevuto 12.416 copie di denunce da 14.234 persone.

Tra i querelenti, 1.534 erano praticanti del Falun Gong che hanno lasciato la Cina per evitare la persecuzione e che adesso vivono in 25 Paesi diversi. Hanno anche presentato denunce contro Jiang alla Procura suprema del Popolo.

Il numero delle denunce contro Jiang Zemin è cresciuto in particolare dalla fine del mese di maggio 2015
Distribuzione dei querelenti tra province e comuni della Cina


Alcune denunce che erano state trattenute a Pechino dagli agenti del Ministero della Sicurezza dello Stato dal 1 luglio 2015, sono state adesso ricevute dalla Procura suprema del Popolo. Alcuni invii sono stati trattenunti per oltre tre settimane prima di essere consegnati. Tra le 7.108 denunce firmate dalla Procura o dalla Corte la settimana passata, 1.705 erano state trattenute a Pechino per un mese.

In base alle conferme di consegna dell’ufficio postale e le firme dei destinatari per posta espressa, delle 73.152 denunce, 59.380 sono state ricevute dalla Procura suprema del Popolo, dalla Corte suprema del Popolo, dal Ministero della Pubblica Sicurezza e dalla Commissione Centrale di Ispezione disciplinare del PCC. Tra tutte le denunce spedite, il 53% sono state confermate ricevute.

Di fronte alla marea di azioni legali contro Jiang, “l’Ufficio 610” e le forze di polizia sono diventate meno aggressive nel portare avanti la repressione del Falun Gong. Tuttavia, la polizia in alcune zone sta trattenendo questo tipo di posta negli uffici postali e ancora molestando, oppure arrestando illegalmente dai 10 ai 15 giorni i querelenti. Queste detenzioni violano la Costituzione cinese, la legge postale e il diritto penale.

Le autorità diventano meno aggressive

La polizia e i funzionari amministativi e giudiziari locali, hanno recentemente chiamato o fatto visita ai praticanti del Falun Gong riguardo le denunce contro Jiang in base ad un elenco di nomi che hanno ricevuto da altri alti funzionari. Hanno chiesto se le denunce erano firmate e se contenevano impronte digitali dei praticanti. Alcuni hanno ascoltato le spiegazione dei praticanti, e hanno deciso di dimettersi dal Partito Comunista Cinese e dalle sue organizzazioni giovanili.

I funzionari della Sicurezza domestica e gli agenti “dell’Ufficio 610” di Pingdingshan, provincia di Henan e Yantai, provincia di Shandong hanno fatto visita ai querelenti e si sono lasciati in buoni rapporti.

La città di Tongjiang, nella provincia dell’Heilongjiang, ha una popolazione di meno di 100.000 persone. La polizia e le corti giudiziarie hanno attivamente partecipato alla persecuzione nel corso degli ultimi 16 anni e molti praticanti del Falun Gong sono stati condannati al carcere per lungo tempo. Di fronte alle cause contro Jiang, sono diventati meno aggressivi. Per esempio, la polizia ha arrestato un praticante per aver inviato la sua denuncia il 27 luglio, ma è stato liberato solo tre ore dopo.

Voci di supporto da tutto il mondo

Il 1° agosto 2015, i praticanti del Falun Gong da 11 Stati americani hanno sfilato in parata nella Chinatown di Chicago per sostenere coloro che hanno presentato cause legali contro Jiang. La signora Xu, venuta negli Stati Uniti tre mesi fa, ha detto: “Mi piace leggere i libri, in particolare quelli sulla seconda guerra modiale. Credo che il Partito Comunista Cinese nella persecuzione del Falun Gong, ha commesso più crimini dei nazisti”.

I praticanti del Falun Gong in parata nella Chinatown di Chicago il 1° agosto 2015 per sostenere le cause legali contro Jiang

L’avvocato di Sydney, Robert Dubler, ha detto che le denunce sono “un meraviglioso passo” per il popolo cinese. “Essi [i praticanti del Falun Gong], hanno costruito un muro di denunce per mostrare che anche se sei l’ex capo di un Paese potente, non significa che puoi stare al di sopra della legge”, ha detto Dubler.

Il signor Rober Dubler, avvocato di Sydney


L’avvocato francese per i diritti umani, William Bourdon, in una recente intervista, ha detto che le denunce contro Jiang rappresentano un nuovo sviluppo. Ha detto che lui e la sua squadra si sono preparati per una collaborazione globale, per lavorare insieme agli avvocati di Ottawa, Montreal, Londra e altri luoghi per portare Jiang alla giustizia.

Il dottor Sev Ozdowski, un esperto di diritti umani ed ex commissario australiano per i diritti umani, ha recentemente espresso il suo sostegno per le cause. “Quando si guarda nel passato, le persone vincono contro l’oppressione e anche voi vincerete”, ha incoraggiato. “Basta continuare a fare quello che state facendo; rimanete forti e continuate a presentare denuce, continuate a chiedere più diritti umani per voi stessi!”
Dottor Sev Ozdowski OAM, presidente del Consiglio australiano per l’Educazione dei Diritti Umani


Il dottor Ling Xiaohui, un esperto sulla Cina, in un discorso a Sydney, il 1 agosto 2015, ha detto che i crimini di Jiang contro il Falun Gong sono conformi alla definizione di crimini contro l’umanità come è scritto nello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.

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