(Minghui.org) La signora Zhong Junfang, circa 60 anni, è una praticante del Falun Gong della contea di Qianwei nella città di Leshan. Da quando il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato la sua persecuzione contro il Falun Gong è stata detenuta in un campo di lavoro forzato e condannata alla prigione tre volte.
La donna, che ora è emaciata e pesa poco più di trenta chili, è detenuta in carcere e sta scontando una condanna di diciassette anni e mezzo di prigionia.
Detenuta nel campo di lavoro forzato di Nanmusi
Nel 2000 la praticante è stata arrestata e condannata a due anni di lavori forzati, durante i quali ha subito torture fisiche, umiliazioni e privata del sonno per lunghi periodi.
I praticanti del Falun Gong rinchiusi in questo campo di lavoro sono obbligati a chiedere il permesso per fare qualsiasi cosa. Una volta Zhong si è avvicinata a una guardia per chiederle il permesso di andare in bagno, ma la sua richiesta è stata respinta; ha allora cercato di andarci comunque. Tuttavia, le guardie Dai e Meng Yaling l'hanno accusata di aver tentato di fuggire e l'hanno trascinata in un'area aperta per costringerla a correre, facendo in modo che si urinasse nei pantaloni e venisse derisa.
In seguito è stata messa in isolamento per più di dieci giorni, durante i quali non le è stato permesso di uscire e ad ogni pasto le è stato somministrato solo un piatto costituito da cinquanta grammi di carboidrati.
Detenuta nel carcere femminile di Chengdu
Nel febbraio 2003 Zhong è stata arrestata nuovamente e poi condannata a tre anni e mezzo di carcere, che ha scontato fino all'agosto 2006 nella prigione femminile di Chengdu.
Dopo il rilascio il suo telefono è stato messo sotto controllo e successivamente è stata ancora una volta arrestata e accusata di avere intenzione di andare a Pechino ad appellarsi in favore del diritto di praticare il Falun Gong. È stata nuovamente condannata a tre anni e mezzo di prigione e detenuta nel reparto n. 2 della prigione femminile di Chengdu.
Poiché ha rifiutato di rinunciare alla sua fede, è stata spesso molestata dalle guardie e dalle detenute. Sovente le guardie in carcere le hanno vietato di comprare del cibo con la propria carta di credito, facendola soffrire di fame. Inoltre aveva meno libertà di movimento rispetto alle altre detenute.
Dopo il grande terremoto di Wenchuan del 12 maggio 2008, nella prigione si è tenuta un’esercitazione anti-sisma. Poichè per protestare contro la detenzione illegale si è rifiutata di indossare l'uniforme richiesta, le guardie le hanno portato via tutti i vestiti tranne il reggiseno e la biancheria intima. Nonostante ciò ha continuato a rifiutarsi di indossare la divisa e per partecipare all'esercitazione si è coperta con un lenzuolo. Così ha fatto fino al novembre del 2008. Durante quel periodo le guardie hanno istigato le detenute a insultarla e a fare pressione su di lei affinché indossasse l’uniforme.
Quando praticava gli esercizi del Falun Gong era tormentata dalle detenute – in Cina i carcerati sono spesso premiati o ricevono incentivi per monitorare e torturare i praticanti. Quando la detenuta Zhang Zhongyi ha scoperto che la praticante faceva gli esercizi nella cella, l'ha picchiata brutalmente, ferendola dappertutto.
Una guardia una volta l'ha vista fare gli esercizi dopo la mezzanotte e l'ha trascinata nel suo ufficio, l'ha ammanettata e appesa alla finestra, dove è stata esposta alla temperatura gelida della notte invernale. Il giorno dopo è stata trasferita nel corridoio e ammanettata alla ringhiera del secondo piano.
Illustrazione della tortura: Appesa per le manette
Per protestare contro la disumana persecuzione Zhong ha iniziato uno sciopero della fame e per punizione è stata portata nella clinica del carcere e alimentata con la forza. Le sue condizioni sono diventate così gravi da dover essere ricoverata nell'ospedale della prigione fino al giorno del suo rilascio.
Durante la degenza ha tuttavia continuato a scrivere delle lettere alle guardie e ai funzionari della prigione per chiarire loro la verità sul Falun Gong e per esporre la persecuzione. Le guardie in seguito hanno ordinato alle detenute e ad altri di non fornirle penne e carta.
Condannata a otto anni e mezzo di carcere
Essendosi rifiutata di rinunciare al Falun Gong le è stata data solo la metà della pensione a cui aveva diritto, la quale non era sufficiente nemmeno per le sue prime necessità. Per sopravvivere ha quindi venduto il suo mini appartamento e ha preso in gestione un piccolo negozio di abbigliamento.
Quando nella notte del 10 agosto 2011 la polizia ha fatto irruzione nel suo negozio di vestiti, lei e altri cinque praticanti, tra cui il signor Yu Faquan e la signora Chen Baoqiong, stavano studiando la Fa. Gli agenti li hanno arrestati e hanno requisito circa 100.000 yuan in contanti, che derivavano dalla vendita del suo appartamento. Anche gli oggetti personali di Yu Faquan, tra cui un PC, una stampante e un masterizzatore CD, sono stati confiscati. In seguito i praticanti sono stati portati in un centro di detenzione.
Il 22 aprile 2012 Zhong è stata condannata a otto anni e mezzo di carcere, Yu a sette anni e mezzo, e la settantenne Chen a quattro anni. Le due donne sono state rinchiuse nella prigione femminile di Chengdu e ad oggi sono ancora detenute.
È stato riferito che Zhong è stata brutalmente picchiata dalla detenuta Wan Yonglu e a causa di ciò ha perso conoscenza ed è stata mandata in un ospedale per le cure di emergenza. Un’altra detenuta, Song Guizhi, ha messo delle droghe sconosciute nel pasto della praticante e l’ha torturata fino al punto di farle perdere la lucidità mentale e di essere incapace di parlare.
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Categoria: Resoconti della persecuzione