(Minghui.org) Il 13 dicembre 2016, la signora Pei Shanzhen, un’insegnante in pensione di 73 anni residente a Shanghai, è stata rilasciata dalla prigione femminile della città. Al momento del rilascio la signora era pallida, molto magra e aveva bisogno di aiuto per camminare.
Da quando il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato a perseguitare il Falun Gong nel luglio 1999 la donna è stata incarcerata per un totale di oltre 10 anni.
Il suo ultimo arresto è avvenuto il 14 giugno 2012, perché aveva scritto lettere ai suoi vicini riguardo al Falun Gong e alla persecuzione. Per questo, è stata condannata a quattro anni e mezzo di prigione.
Privata del sonno e chiusa in isolamento
L’8 gennaio 2013 la signora Pei è stata portata al carcere femminile di Shanghai. Si è rifiutata di farsi fare la foto identificativa come previsto dalla procedura di ingresso della prigione, perché dal momento che praticare il Falun Gong non è un crimine, lei non deve essere considerata una criminale. Ha invece gridato: "Credere in Verità, Compassione e Tolleranza non è un crimine!".
Tre o quattro persone le si sono buttate addosso, l’hanno spinta a terra, le hanno schiacciato il collo e le guance e le hanno tirato i capelli. L'hanno legata e messo del nastro adesivo sulla bocca. E’ stata poi trascinata nella zona del carcere destinata ai nuovi arrivati.
Nel marzo 2013 è stata trasferita al 5° distretto di massima sicurezza del carcere. Le guardie le hanno chiesto di scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, ma lei si è rifiutata. È stata insultata dai due detenuti che le erano stati assegnati per monitorarla e privata del sonno.
Alcuni mesi più tardi le guardie carcerarie hanno provato a scattare la sua foto identificativa. La signora Pei si è rifiutata e, nuovamente, ad alta voce ha risposto: "Credere in Verità, Compassione e Tolleranza non è un crimine!" Per questo, è stata chiusa in isolamento per diversi mesi.
Lavaggio del cervello
Durante la seconda metà del 2015, le guardie l'hanno portata ad una sessione intensa di lavaggio del cervello. Per più di 10 ore al giorno è stata chiusa a chiave in una piccola stanza dove la facevano sedere su un piccolo sgabello e la obbligavano a guardare video che diffamavano il Falun Gong. Ogni volta che cercava di muovere il collo o le gambe per ridurre il dolore e l’intorpidimento causato dalle lunghe ore seduta, veniva picchiata dai detenuti.
Come ordinato dalla guardia carceraria, due detenuti l'hanno costretta a sedersi dritta su un piccolo sgabello mentre doveva tenere un pezzo di carta tra le ginocchia e sotto le ascelle. Quando la carta cadeva a terra, i detenuti le tiravano le mani e le gambe così violentemente che per due volte le hanno stracciato l'uniforme della prigione.
Doveva riferire ai detenuti quando voleva usare il bagno. Le parole da dire erano "Sono un prigioniero. Ho commesso il reato di ... sto chiedendo il permesso di utilizzare ... Spero sinceramente di ottenere la vostra approvazione." Le sue richieste sono state spesso negate con la scusa che era troppo presto o troppo tardi. I detenuti hanno affermato che stavano seguendo solo gli ordini delle guardie carcerarie.
Una volta una guardia carceraria di sesso maschile, che sosteneva di essere di Pechino, ha parlato con lei. Durante il secondo incontro, è stata installata una telecamera nella sala riunioni. Quando ha rifiutato di sedersi, il capo del distretto della prigione ha chiamato tre detenuti. Insieme hanno cercato di spingerla a sedersi. Quando si è rifiutata, il capo ha chiamato altri tre detenuti. I sei detenuti hanno cercato di costringerla a sedersi, ma senza successo. L'incontro è stato annullato. È stata legata per tre giorni. In seguito, riusciva a malapena a camminare, mangiare o dormire.
Nel mese di luglio 2016 le autorità della prigione l'hanno trasferita nel reparto di formazione. È stata costretta a svolgere esercitazioni per tre ore la mattina e a piegare le coperte nel pomeriggio.
Minacciata dopo il rilascio
Prima di rilasciare la signora Pei, le autorità carcerarie hanno minacciato di arrestarla di nuovo, se avesse presentato denunce contro l'ex dittatore cinese Jiang Zemin, principale responsabile della persecuzione del Falun Gong.
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Categoria: Resoconti della persecuzione