(Minghui.org) L’insegnante Chen Xiaodong, provincia del Jilin, è stato sottoposto ai lavori forzati, alla detenzione e alla brutale tortura per essere rimasto risoluto alla sua fede nel Falun Gong (Falun Dafa). Recentemente ha presentato una denuncia penale contro l’ex leader del Partito Comunista Cinese (PCC) Jiang Zemin, per aver lanciato la campagna di persecuzione contro la pratica spirituale.

Come altri 200 mila praticanti cinesi che hanno presentato una querela contro Jiang, il signor Chen spera di ottenere giustizia per quello che ha sofferto e di difendere il suo diritto costituzionale alla libertà di credo. Il suo caso è stato sottoposto all'attenzione della Corte Suprema del Popolo e della Procura Suprema del Popolo della Cina.

Il signor Chen Xiaodong è un insegnante di inglese della scuola media n.8 della città di Dehui. Da quando nel 1996 ha iniziato a praticare la Falun Dafa, ha recuperato la salute ed è diventato più felice. Pieno di gratitudine verso la Dafa e il suo fondatore, è rimasto fedele al suo credo persino nei momenti più bui della persecuzione.

Nel 2001 il praticante è stato arrestato e sottoposto a un anno di lavori forzati nel campo di Chaoyanggou a Changchun. Nel tentativo di farlo rinunciare alla sua fede, le guardie l'hanno picchiato, ustionato con manganelli elettrici, frustato con una cintura di pelle e costretto a fare lavori pesanti per molto tempo. Quando è stato rilasciato, aveva un edema e richiedeva sostegno anche solo per camminare.

Nel marzo 2008 gli agenti di polizia della divisione locale di sicurezza interna l'hanno nuovamente arrestato e portato a Changchun, dove è stato torturato e poi condannato a tre anni di carcere.

Quanto segue, è il racconto di ciò che ha sopportato il praticante:

So che quando si è abbastanza fortunati da aver trovato una disciplina retta, se ne beneficerà per tutta la vita. Ed io sono stato uno dei più fortunati perché ho incontrato la Falun Dafa e vissuto secondo i principi universali di Verità, Compassione e Tolleranza.

Tuttavia nel luglio 1999 Jiang ha lanciato la persecuzione contro il Falun Gong, oltre cento milioni di praticanti e le loro famiglie ne sono rimaste vittime. Da allora si sono verificate innumerevoli tragedie strazianti.

La parte peggiore è che questa duratura campagna nazionale ha trasformato il giusto in sbagliato e il buono in cattivo erodendo il senso di giustizia e la moralità del popolo cinese.

Arrestato per aver detto ai miei studenti che la Falun Dafa è buona

Nel settembre 2001 durante la cerimonia dell'alzabandiera nella scuola in cui lavoravo, sono state trasmesse per radio a tutti gli studenti e al personale le storie fabbricate ad arte dal Partito Comunista che calunniavano la Falun Dafa. Come insegnante non potevo starmene seduto a guardare dei bambini innocenti venire ingannati da tali menzogne.

Nei giorni successivi ho distribuito ai miei studenti DVD che spiegavano i fatti della messa in scena dell'auto-immolazione di Piazza Tiananmen. Tornando a casa dopo il lavoro ho scoperto che era stata fatta irruzione nella mia abitazione ed erano stati presi i volantini informativi della Falun Dafa.

Quando il giorno dopo ho visto una macchina della polizia all'entrata della scuola, ho compreso che erano venuti per me. Mi sono velocemente dileguato e ho percorso sedici chilometri con la mia bicicletta per arrivare a una stazione di autobus a lunga percorrenza. Quella notte ho preso un autobus per Changchun e poi ho chiamato il preside della scuola.

Lui sembrava molto calmo al telefono e mi ha detto che aveva fatto un accordo con la polizia. Mi ha assicurato che non sarei stato arrestato e mi ha chiesto di tornare il più presto possibile perché non riusciva a trovare un supplente. Quella notte ho preso un autobus per tornare a casa e non appena la mattina seguente sono entrato in classe sono stato arrestato.

Mentre mi trovavo sulla volante diretta al dipartimento di polizia di Dehui ho sentito per caso la conversazione telefonica tra Gao Xibiao, direttore della stazione di polizia locale e il suo supervisore e ho assistito all'eccitazione di Gao che veniva promosso per avermi arrestato.

L'arrivo al campo di lavoro forzato

Dall'ottobre del 2001 all'ottobre del 2002 sono stato detenuto nel campo di lavoro forzato di Chaoyanggou a Changchun.

Nel varcare l'entrata del campo di lavoro forzato ho avvertito una profonda sensazione di dolore e tristezza, perché si suppone un'insegnante debba stare in classe a fare lezione e non venire sbattuto in una struttura correttiva come fosse un criminale. Quando ho visto la mia immagine riflessa nella vetrata dopo essere stato rasato a zero contro la mia volontà, sono scoppiato a piangere. È stato insopportabilmente umiliante.

Dopo il taglio dei capelli, un detenuto mi ha rovesciato sulla testa un grosso secchio di acqua fredda dicendomi che così avevo fatto la “doccia”.

Maltrattamenti e torture

Nel campo ai praticanti della Falun Dafa non era consentito parlare senza permesso, era assolutamente proibito parlare o comunicare in qualunque modo tra di noi e persino un cenno con la testa poteva procurarci dei grossi guai.

A ognuno di noi erano stati assegnati due carcerati “controllori” che ci seguivano ovunque anche in bagno nel cuore della notte. Per ridurre al minimo la possibilità di conflitti con questi “controllori” ho cercato di non usare il bagno di notte, salvo che non ne avessi proprio bisogno. Di conseguenza ho accusato dei problemi alla prostata.

Una mattina, quando mi sono seduto in posizione eretta sul letto come venivo fatto stare abitualmente, il capo squadra mi ha improvvisamente urlato contro e mi ha detto di scendere. Ha affermato di aver visto le mie labbra muoversi e che secondo lui stavo sicuramente recitando qualcosa.

Mi ha schiaffeggiato così forte che sono quasi svenuto, poi ha urlato agli altri carcerati di monitorarmi. Questi ultimi a loro volta mi hanno maltrattato verbalmente.

Piano d'attacco lanciato

Nel marzo del 2002 un piccolo gruppo di praticanti di Changchun hanno intercettato con successo le frequenze di una televisione locale e hanno trasmesso un video che esponeva le menzogne del PCC riguardo all'auto-immolazione di Piazza Tiananmen. Jiang era furioso e in quei giorni sono stati arrestati cinquemila praticanti locali, cosi i centri di detenzione e i campi di lavoro forzato della zona si sono improvvisamente gremiti con i nuovi arrivati.

I funzionari del campo di lavoro forzato di Chaoyanggou hanno annunciato un piano di attacco di tre mesi specificamente mirato a far rinunciare i praticanti alla Falun Dafa. Un grande striscione che ne dichiarava l'obiettivo è stato esposto nella struttura. Prima del lancio dell'offensiva è stata tenuta una riunione tra tutti i membri del personale e i detenuti.

Il loro primo obiettivo è stato un praticante della città di Huadian che è stato picchiato duramente fino a quando ha ceduto. L'uomo coperto di ferite e con il volto sfigurato è stato fatto passare da una cella all'altra a leggere il suo annuncio di rinuncia al Falun Gong. Sentivo che la tempesta si stava avvicinando velocemente.

Brutali torture e rinuncia

Una notte durante un fine settimana di marzo è stato avviato simultaneamente in tutte e sei le divisioni del campo un giro di torture. Nell'intero edificio echeggiavano il rumore delle percosse e dei manganelli elettrici che ustionavano le persone e le urla dei praticanti.

Il signor Wang Tianming era appena stato trasferito a Chaoyanggou dal campo di lavoro forzato di Fenjin, dove era stato picchiato duramente fino al punto di riportare una frattura alla schiena. Quella stessa notte è stato picchiato e ustionato con i manganelli elettrici fino a un passo dalla morte, nonostante dovesse ancora recuperare dalla ferita precedente.

Il signor Wang Guoxiang è stato fatto stare nel mezzo di una stanza vuota con un cartello di legno appeso al collo sul quale era stato scritto un messaggio diffamatorio nei confronti del nostro Maestro fondatore della Falun Dafa. Oltre venti praticanti sono stati fatti sedere attorno a lui su dei piccoli sgabelli. La guardia ha poi agitato un pugno e gridato degli slogan offensivi contro il nostro Maestro che tutti i praticanti dovevano ripetere dopo di lui. Chiunque si rifiutava di farlo veniva picchiato duramente.

La nostra divisione aveva uno speciale strumento di tortura chiamato il bastone di malacca. I detenuti ne parlavano spesso con grande paura. Secondo loro nessuno poteva sopportare il dolore che provocava, salvo che non avesse il corpo di metallo.

Quella notte sono stato frustato con quello strumento e ho sperimentato il dolore più straziante della mia vita. Il dolore mi ha distrutto nell'animo e ha instillato la paura nel mio cuore. Non potevo più sopportarlo e per mettere fine alla fustigazione ho scritto con le lacrime agli occhi una “dichiarazione di garanzia” di rinuncia al Falun Gong. Tuttavia il senso di colpa che ho avvertito nei giorni successivi mi attanagliava sempre di più.

Nel questionario che mi è stato sottoposto una settimana dopo per confermare la mia rinuncia, ho affermato sinceramente: “Ho scritto la dichiarazione di garanzia solo a causa delle torture e pertanto non è valida”.

Sono allora stato portato in un ufficio per un altro giro di torture. Mentre una guardia ustionava la parte superiore del mio corpo con un manganello elettrico, un istruttore politico percuoteva i miei glutei e le mie gambe con una mazza. Dopo il pestaggio durato circa mezz'ora avevo il corpo ricoperto di ferite ed ematomi.

Duro lavoro e altre torture

Sono stato trasferito in un'altra cella assieme ad altri praticanti inflessibili. Tutti i giorni ci facevano alzare alle 03:00 e sedere in posizione eretta su dei piccoli sgabelli fino a mezzanotte e quando ci appisolavamo i detenuti che ci monitoravano ci prendevano a calci nella schiena.

Quando nel campo di lavoro erano in programma dei progetti di costruzione, noi eravamo la principale forza lavoro. Abbiamo trasportato degli enormi blocchi di pietra dalla strada fino in cima alla collina, dove si trova il campo. In passato non avevo mai dovuto svolgere un tale duro lavoro e il dolore che avvertivo nel mio corpo ferito era lancinante.

Per tutto il mese di maggio abbiamo costruito strade e steso asfalto. Sono stato esposto al sole per tutto il giorno e mi sono spellato. Ho perso molto peso, che alla fine del mese quasi non sembravo più io.

Come molti altri detenuti del campo, ho sofferto di pruriginose e dolorose pustole che talvolta sanguinavano. Hanno continuato a farmi sedere su dei piccoli sgabelli perfino quando le avevo sulle natiche. E se qualcuno veniva sorpreso anche solo a piegarsi leggermente veniva pestato.

Il mio corpo ha iniziato a gonfiarsi ed è gradualmente peggiorato. Verso la fine dell'anno il gonfiore era arrivato a provocarmi talmente tanto dolore che non riuscivo a camminare senza sostegno. La mia famiglia è andata avanti e indietro da casa al campo per negoziare con i funzionari della struttura e alla fine hanno acconsentito al mio rilascio.

Arrestato e trasportato

Prima dei Giochi Olimpici del 2008, Jiang e i suoi scagnozzi hanno arrestato numerosi praticanti con il pretesto di mantenere la stabilità. Le stazioni di polizia locale hanno ricevuto ordini dall'alto relativi al numero di praticanti che dovevano arrestare.

Nel marzo del 2008 gli agenti dei dipartimenti di polizia di Dehui e Changchun sono entrati nella mia classe durante la lezione, mi hanno arrestato e poi portato al dipartimento di polizia di Dehui. In seguito gli agenti hanno fatto irruzione nella mia abitazione e hanno confiscato un computer, una stampante, i libri della Dafa e del materiale stampato con informazioni sulla Dafa.

Nel pomeriggio sono stato spinto in una macchina della polizia con le mani ammanettate e la testa coperta da un sacchetto di plastica nera. Potevo avvertire la macchina in movimento, ma non dove stavamo andando. Posso solo dire che prima di arrivare a destinazione abbiamo viaggiato per molto tempo sulla strada asfaltata e ancor di più su delle strade sterrate.

Quando mi è stato tolto il sacchetto di plastica dalla testa era quasi buio. Mi sono ritrovato in piedi al centro di un cortile tra quattro mura molto alte e circondate da alcuni edifici diroccati.

Un giro di torture

Mi hanno fatto sedere su una vecchia sedia appoggiata a un grosso pilastro di cemento all'interno di una grande stanza vuota simile a un deposito. La mia parte superiore del corpo e lo schienale della sedia erano legate al pilastro e le mani erano legate dietro la schiena.

Alla luce soffusa ho visto una persona camminare verso di me. Mi ha rovesciato dell'acqua fredda lungo la schiena da dietro il collo e durante la notte l'ha fatto ancora diverse volte. Mi ricordo che mi ha chiesto: “Hai preso una decisione? Sai cosa sta succedendo?”.

I miei vestiti erano inzuppati e stavo tremando dal freddo. Sentivo dei cani abbaiare in lontananza.

Il giorno successivo sono stato portato in un'altra stanza, dove c'erano molte persone che giocavano a carte e facevano un gran chiasso parlando sonoramente. Dalla loro conversazione ho dedotto che erano poliziotti assegnati a quel posto. Hanno detto che in quel luogo il signor Jiang Chunxian di Dehui era stato torturato a morte.

Sono stato incatenato e portato in un enorme scantinato vuoto, dove c'erano numerosi grossi pilastri. I poliziotti sapevano che i praticanti della Dafa non bevono e non fumano. Per torturarmi mi hanno ficcato una sigaretta accesa nel naso e mi hanno versato in gola mezza bottiglia di un liquore molto alcolico.

Poi mi hanno ustionato con i manganelli elettrici, mi hanno spogliato nudo, versato addosso dell'acqua fredda e sventagliato con un cartone. Tremavo così forte che sono quasi caduto a terra.

Tre anni di carcere

Nel pomeriggio la polizia mi ha riportato a Dehui e quella notte mi ha trattenuto in un centro di detenzione. In seguito sono stato condannato a tre anni di reclusione che ho scontato dal 2008 al 2010 nel carcere di Shiling della città di Siping.

Appena sono arrivato alla prigione di Shiling, una guardia di bassa statura mi ha chiesto se sapevo cosa fossero gli aghi elettrici e mi ha detto che se non avessi rinunciato alla Falun Dafa ne avrei avuto un assaggio.

Il capo della divisione Han Jingjun era la più brutale tra tutte le guardie. Una volta mi ha schiaffeggiato così forte che ho perso l'udito da un orecchio per un mese. Han mi ha portato in un bagno e mi ha chiesto di scrivere quello che pensavo della Falun Dafa. Vicino a noi c'erano anche diverse altre guardie pronte ad attaccarmi.

Una notte, poco dopo il mio arrivo alla prigione ho sentito il rumore delle percosse che proveniva dal bagno del primo piano durare per alcune ore. Ho poi scoperto che quella notte il signor Dong Fengshan era stato picchiato a morte. Una volta nelle docce ho visto il signor Gao Weixi, un allenatore di hockey su ghiaccio di circa settanta anni con la schiena coperta di ferite ed ematomi.

Un'altra volta le guardie hanno trovato dei fogli con delle informazioni sulla Dafa nascosti sotto le lenzuola del signor Wang Xuezhu. Il praticante è stato picchiato da Han fino al punto che il suo volto e i suoi vestiti erano coperti di sangue e poi è stato torturato a morte.

Nella centro mi hanno fatto lavorare alla macchina da cucire e per soddisfare la quantità di lavoro che mi era assegnata ho dovuto lavorare dalle 06:00 fino alle 18:00, e talvolta anche più a lungo.

Prima del mio rilascio nel 2010 ho consegnato alle autorità del carcere un comunicato nel quale dichiaravo che tutto quello che avevo detto o fatto di non compatibile con la Fa non era valido. Di conseguenza sono stato portato all’ufficio del secondo piano e ustionato con manganelli elettrici dal capo della divisione, mentre il direttore politico mi prendeva a pugni ripetutamente.