(Minghui.org) La signora Chen Jing, una giovane dottoressa di 37 anni, è stata condannata a cinque anni di carcere per aver parlato alla gente riguardo alla persecuzione del regime comunista cinese contro il Falun Gong, una disciplina spirituale basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. I suoi avvocati hanno chiesto al tribunale superiore di rovesciare il verdetto di colpevolezza.

La dottoressa lavorava presso l’ospedale della città di Jiamusi Zhongxin. È stata arrestata il 21 gennaio 2016 ed è tuttora in carcere.

La signora Chen Jing

Durante la detenzione, che dura ormai da un anno, è stata interrogata sotto tortura più di 30 volte. Per un periodo di tempo è stata mentalmente disorientata e aveva difficoltà a vedere.

In data 15 giugno 2016 il suo caso è stato trasmesso alla Procura locale, ma è stato restituito alla polizia diverse volte per insufficienza di prove. La polizia alla fine è riuscita a convincere la Procura ad accusare la signora Chen di “utilizzare un'organizzazione di culto per minare l'applicazione della legge”, un pretesto comune usato dal regime per inquadrare e imprigionare i praticanti del Falun Gong.

La signora Chen ha avuto la prima udienza in tribunale il 13 dicembre 2016 e i suoi due avvocati hanno presentato una mozione di non colpevolezza a suo nome. Essi hanno sostenuto che non esiste alcuna legge in Cina che criminalizzi il Falun Gong e che la loro cliente non avrebbe dovuto essere perseguita per aver esercitato il suo diritto costituzionale alla libertà di credo.

La donna ha poi testimoniato che la polizia l'aveva torturata. Ha indicato l’ufficiale Li Zhongyi, che era in tribunale quel giorno, e lo ha identificato come il responsabile del suo arresto e della successiva tortura.

Una seconda udienza si è tenuta sei giorni dopo. La signora Chen ha testimoniato che nessuno era in casa quando la polizia ha perquisito la sua residenza. I suoi avvocati hanno sostenuto che tutto quello che gli agenti di polizia avevano sequestrato da casa della signora Chen non avrebbe dovuto essere considerato ammissibile come prova, dal momento che la lista degli oggetti confiscati non presentava alcuna firma della convenuta.

Il 16 gennaio 2017 la signora Chen ha ricevuto un verdetto di colpevolezza. I suoi avvocati hanno presentato un appello in suo favore tre giorni più tardi.

Uno dei suoi avvocati, il signor Ren Quanniu, il 20 marzo si è incontrato con il giudice Zhou Chen, che si occupa del suo appello. Il signor Ren ha detto a Zhou che la persecuzione mancava di una base giuridica fin dall'inizio e ha chiesto al tribunale superiore di ribaltare il verdetto di colpevolezza della sua cliente.

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