Il 17 settembre 2017 a Thiene, una città in provincia di Vicenza, Italia, si è svolta la festa delle Associazioni e del Volontariato; è stata un'occasione per far conoscere a più persone la bellezza della pratica della Falun Dafa e le circostanze della sua persecuzione in Cina.
La manifestazione, svolta in una domenica di sole e vento, ha portato in piazza persone di tutte l’età. Tra decine di partecipanti vi erano alcuni praticanti della Falun Dafa del Veneto, con il loro stand e con la voglia di rendere partecipi i thienesi del grande impegno e della missione di arrivare ai loro cuori in cerca di verità, di speranza e di valori.
Molte persone si sono fermate presso lo stand, alcune per leggere attentamente i cartelloni esposti sulla persecuzione, altre perché attirate dall’armonia della musica e dei movimenti degli esercizi. Una persona mentre osservava i praticanti durante l’esecuzione degli esercizi ha ripetuto i movimenti. Tra la musica e i tamburi della festa, una persona che pratica la meditazione ha chiesto: "Come fanno a meditare con questo rumore?", riferendosi ai praticanti seduti in meditazione.
Si è avvicinata anche una coppia di anziani vestiti con estrema eleganza; da loro traspariva una certa nobiltà e gentilezza d’animo, nel modo antico e classico in cui erano vestiti, e nel modo cadenzato in cui passeggiavano, assaporando col calma la passeggiata in un giorno di festa, quando il tempo a quell’età assume un altro valore. L’uomo fermatosi presso lo stand ha iniziato a parlare con cuore indignato, delle brutte cose che succedono al giorno d’oggi, prendendo spunto dalla violenza estrema che subiscono tutt’oggi i praticanti in Cina e nel suo parlare si sentiva la dignità di un tempo, quando le cose erano più semplici ma meno contraffatte, più pure, più legate alle forti tradizioni contadine. Le sue parole rievocavano la serietà e il forte legame con i valori morali che si respiravano un tempo, così diversi dalla logica del profitto e dell’interesse personale sui quali sembra basato il mondo d’oggi.
In due momenti diversi, si sono fermati due volontari di Amnesty International che partecipavano anche loro alla manifestazione con uno stand; erano a conoscenza della grave situazione dei praticanti in Cina perché diversi anni prima si erano occupati di un caso di persecuzione del Falun Gong. I volontari hanno potuto approfondire il tema del prelievo forzato d’organi e hanno immediatamente firmato la petizione, incoraggiando i praticanti a continuare le attività per sensibilizzare i cittadini.
Una signora con la figlia si è messa a leggere la struttura con i manifesti e una praticante le si è avvicinata per lasciare dei volanti. Quando ha finito di leggere, la signora ha chiesto ulteriori informazioni sulle ragioni di una persecuzione così crudele, incapace di comprendere i motivi che hanno mosso Jiang Zemin e i suoi seguaci fino a quel livello disumano; la donna ha poi firmato la petizione con grande senso di urgenza per la fine della persecuzione e delle ingiustizie nei confronti delle persone buone.
Durante tutta la manifestazione i praticanti hanno avuto modo di rivolgersi a persone che si avvicinavano mostrando interesse per ciò che sta loro intorno e con la voglia di confrontarsi sui temi che toccano l’uomo e lo fanno riflettere fin dal principio: le ingiustizie, il rispetto, la dignità, la speranza, l’appartenenza alla razza umana oltre i confini geografici.
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