(Minghui.org) Un ingegnere di Hefei è stato condannato a quattro anni di prigione per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong. La corte d'appello locale ha poi rigettato il suo ricorso e deciso di confermare la condanna senza tenere un'udienza. La sua famiglia ha presentato una domanda per riconsiderare il caso, ma la Procura l'ha respinta.
Il sessantaduenne Ji Guangjui ora sta scontando la sua pena nella prigione di Suzhou. Lui riconosce nel Falun Gong la cura per i suoi problemi di stomaco, tuttavia la ricerca del benessere l’ha portato a molteplici arresti dopo che nel luglio 1999 il regime comunista cinese ha lanciato la persecuzione contro la disciplina spirituale.
Il 28 marzo 2017 la polizia ha fatto irruzione in casa sua verso le dieci di sera e senza mostrare distintivo o mandato, l’hanno perquisita per due ore. Poi, verso mezzanotte hanno prelevato l'uomo e portato al Dipartimento di Polizia di Chaohu, dove durante l'interrogatorio è stato brutalmente torturato: gli hanno infilzato dei bastoncini di bambù nelle dita, colpito alla testa e al petto, e tentato di strozzarlo con una presa.
Illustrazione del metodo di tortura: inserimento di bastoncini di bambù sotto le unghie.
La polizia l’ha interrogato per circa sedici ore e dopo aver alterato l'esito delle risposte, l'ha rinchiuso nel centro di detenzione di Chaohu.
Durante il processo del 6 dicembre 2017 il giudice ha interrotto più volte la testimonianza di Ji in sua difesa. Il suo avvocato ha confutato le accuse contro il suo assistito, sostenendo che il documento originale firmato dal suo cliente affermava che in casa sua erano stati trovati poco più di 100 opuscoli del Falun Gong, mentre in quello dell'accusa ne risultavano 1˙300.
Tuttavia, il 24 maggio 2018 la Corte di Chaohu l'ha condannato a quattro anni di reclusione, con una multa da pagare di 50˙000 yuan (circa 6˙000 euro).
In seguito il giudice Hu Honglin del Tribunale Intermedio di Hefei, ha rifiutato di tenere un'udienza sul ricorso in appello di Ji. Quando poi l'avvocato gli ha chiesto le motivazioni del diniego, Hu ha impedito al legale di rappresentare Ji.
La sentenza della corte superiore firmata da Hu in data 14 settembre è stata ricevuta dalla famiglia di Ji il 20 settembre. Poiché suo figlio non aveva presentato il ricorso fino al 13 settembre, suppone che Hu aveva approvato il verdetto originale senza rivedere il documento.
Mentre il 27 settembre il giovane stava andando a presentare una richiesta per riconsiderare il caso del padre, ha ricevuto una chiamata dal centro di detenzione che lo informava che il suo genitore era stato mandato nella prigione di Suzhou. Quando ha chiesto come mai prima non avevano né informato né permesso loro di vederlo, gli hanno risposto che le visite familiari non erano necessarie.
L'8 ottobre ai familiari è stato notificato che la Procura di Hefei ha respinto il loro esposto.
Articoli correlati:
Tutti i contenuti pubblicati su questo sito sono protetti dal copyright di Minghui.org. Per l’uso non commerciale si deve citare la fonte (Es.: “Come riportato da Minghui.org,…”) e indicare il link dell’articolo originale. Per uso commerciale contattare la nostra redazione per ottenere l’autorizzazione.
Categoria: Resoconti della persecuzione