(Minghui.org) Alle otto di mattina del 27 marzo 2018 la settantasettenne Zhang Chenghua, della città di Mishan, è stata portata via pochi istanti dopo essere uscita dal suo condominio. Alle quattro del pomeriggio la famiglia della donna ha poi ricevuto una telefonata dal centro di detenzione della città di Jixi, che le ha comunicato che la loro cara era stata condannata a un anno di carcere e multata di 10.000 yuan (circa 1.300 euro).

Due giorni dopo i familiari sono andati a farle visita al centro di detenzione ed è stato detto loro di tornare il 3 aprile per vederla, oltre ad essere informati che Zhang ave va rinunciato al suo diritto di presentare ricorso.

La donna è stata presa di mira perché si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese.

La sua condanna al carcere è derivata dal suo precedente arresto in data 11 maggio 2017, Zhang stava camminando per strada, quando il vice capo dell'Ufficio di sicurezza interna di Mishan, Wang Haiying, l'ha afferrata improvvisamente da dietro e l'ha minacciata di andare con lui; poiché si è rifiutata, altri tre agenti si sono avvicinati per trascinarla sulla volante della polizia, dirigendosi a saccheggiare la sua abitazione, dove altri quattro poliziotti si sono messi a guardia del corridoio in modo che nessuno potesse vedere quello che stava accadendo.

Alla stazione di polizia di Mishan la praticante ha rifiutato di rispondere alle domande mentre era interrogata ed è stata rilasciata quel pomeriggio, dopo che i suoi nipoti hanno firmato un documento per farla mettere agli arresti domiciliari.

Il 22 gennaio 2018 Li Gang dell'Ufficio di sicurezza interna, insieme ad altri due agenti, si è presentato a casa sua: poiché non erano in uniforme e sostenevano di essere della compagnia locale del gas, Zhang ha aperto ignara la porta ed è stata arrestata.

Gli agenti l'hanno portata direttamente al tribunale di Mishan, dove è stata processata senza la presenza del suo avvocato, fortunatamente il giudice non ha emesso alcun verdetto, permettendole di andare a casa.

Per due mesi non ha saputo nulla dal tribunale, tuttavia il 27 marzo la sua famiglia è rimasta scioccata dal fatto che la polizia era andata ad arrestarla e due ore dopo le aveva comunicato che era stata dichiarata colpevole. Inoltre non credevano che avesse rinunciato al suo diritto legale di appellarsi per ottenere giustizia, e sospettavano che fosse stata costretta a farlo o che il centro di detenzione stesse mentendo.

Questa non è la prima volta che Zhang, pensionata della fattoria di Mudanjiang, viene presa di mira per la sua fede. Due mesi dopo l'inizio della persecuzione nel luglio 1999, il suo supervisore ha cercato invano di farla rinunciare a praticare e ha inoltre costretto il figlio a pagare 5.000 yuan (circa 650 euro) e suo genero a firmare una dichiarazione di garanzia in cui si impegnava a tenerla d'occhio.

Quando nel dicembre 1999 Zhang è andata a Pechino ad appellarsi per il Falun Gong è stata arrestata, riportata a Mudanjiang e detenuta per due settimane. Il 25 aprile 2000 è stata arrestata di nuovo e detenuta per più di due mesi. Nel dicembre dello stesso anno è stata catturata per la terza volta e condannata a un anno di lavori forzati.

Il 13 marzo 2016 è stata arrestata per la quarta volta, sebbene sia stata rilasciata poche ore dopo.