(Minghui.org) Yu Shufen, una donna della contea di Changle, è stata condannata a sette anni di prigione e multata di 8.000 yuan (oltre 1.000 euro) per essersi rifiutata di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese.
Il 18 gennaio 2016, gli ufficiali della Divisione di sicurezza interna Shan Jicheng e Zhao Shisheng hanno arrestato la praticante, per poi rilasciarla due giorni dopo, quando il centro di detenzione di Weifeng ha rifiutato di ammetterla a causa della sua elevata concentrazione di zuccheri nel sangue.
Il 25 gennaio Shan ha chiamato il marito perchè avvisasse Yu di andare a riprendersi il telefono cellulare sequestrato.
Quando la donna è andata alla centrale, è stata interrogata per un pomeriggio intero prima di essere rilasciata. Più tardi si è scoperto che lo scopo del funzionario che l'aveva interrogata, era di fare pressione su di lei per poter incastrare Qin Lin, un'altra praticante locale del Falun Gong.
Il 20 aprile Yu è stata convocata alla Procura locale della contea di Changle per essere nuovamente interrogata su Qin. Appena ha capito che l'interrogatorio doveva servire per obbligarla a fabbricare prove contro l'altra praticante, non ha esitato un attimo e si è fermamente rifiutata di accondiscendere al loro piano.
Quando il 12 maggio il tribunale locale della contea di Changle l'ha interrogata, Yu ha spiegato loro di non aver mai fornito prove contro Qin e che l'agente Shan aveva falsificato i verbali degli interrogatori.
Nel luglio dello stesso anno Shan si è presentato alla porta della praticante, l'ha arrestata e ripresa sotto custodia. Il pomeriggio seguente l'ha portata all'ospedale locale, dove le è stata nuovamente diagnosticata la glicemia alta e di conseguenza rilasciata poco dopo.
Il 19 luglio Liu Qiang l’ha chiamata dal tribunale, informandola che l’indomani sarebbe stata processata. La donna si è quindi presentata in aula, ma dopo il processo è stata rilasciata.
A settembre dello stesso anno Shan ha ritentato di farla imprigionare, ma il centro di detenzione per la terza volta si è rifiutato di accettarla a causa del suo alto livello di zuccheri nel sangue.
Per evitare ulteriori arresti, nei successivi diciassette mesi Yu ha vissuto lontana da casa. In quel periodo, per scoprire dove lei si trovasse, Shan ha richiamato diverse volte suo marito, marcando ogni volta il fatto che era stata condannata a sette anni.
Il 13 marzo 2018, un mese dopo il suo ritorno a casa, mentre stava celebrando la festa del Capodanno cinese con la sua famiglia, Zhao Shisheng l'ha nuovamente arrestata. L'ufficiale ha poi tentato per l'ennesima volta di farla rinchiudere, ma sempre per lo stesso precedente stato di salute il centro di detenzione ha rifiutato di accettarla, perciò la polizia l'ha riportata alla centrale.
Il giorno seguente anche se le è stata notificata una condanna al carcere, l’hanno autorizzata a tornare a casa e il 21 marzo Yu ha fatto ricorso in appello.
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Categoria: Resoconti della persecuzione