(Minghui.org) Il 20 aprile la corte del distretto per lo sviluppo economico e tecnologico di Dalian ha processato Jia Xiuchun, praticante del Falun Gong, con l’accusa di “utilizzo di un culto per minare l’applicazione della legge”, un tipico pretesto utilizzato dal regime comunista cinese nel tentativo di incastrare e condannare i praticanti.
Durante il processo la donna, che lavora come traduttrice in una compagnia straniera nella città di Dalian, e il suo avvocato hanno confutato le accuse del pubblico ministero. Il legale, durante la sua dichiarazione conclusiva, ha sottolineato che la sua assistita era innocente e ha dichiarato che doveva essere rilasciata incondizionatamente.
Jia ha chiarito che ha iniziato a praticare il Falun Gong tra il 2006 e il 2007, e non nel 1998 come dichiarato dal pubblico ministero, inoltre ha precisato di essere solo una dipendente che lavora in una società straniera e di non avere la capacità di “minare l'applicazione della legge”.
Quando il pubblico ministero ha affermato che a casa della praticante erano stati trovati i libri del Falun Gong, lei ha sottolineato che non potevano essere usati come prove incriminanti, in quanto non c’era nessuna legge che ne vieta il possesso. Poiché i libri erano suoi oggetti personali, il loro possesso non violava alcuna legge penale.
Inoltre ha sottolineato che nel 2011 l’Amministrazione cinese della stampa e delle pubblicazioni ha revocato il divieto di pubblicazione dei libri del Falun Gong e che pertanto i libri sono legali e non possono essere utilizzati come prova di un crimine.
A quel punto il pubblico ministero ha tentato di pregiudicare la sua innocenza, citando la precedente condanna ai lavori forzati inflittale nel 2012, ma Jia ha sostenuto che era stata una condanna illegale e quindi non poteva essere un’attenuante contro di lei.
Al termine della prima parte dell’udienza l’avvocato difensore ha precisato: “Voglio ricordare al pubblico ministero che i rappresentanti legali dovrebbero agire in base alla legge e giungere a una conclusione logica basata sulla giustizia. I fatti sono fatti. Le persone che non hanno commesso alcun crimine sono innocenti”.
Anziché emettere la sentenza il giudice Wang Qiang ha infine comunicato che il verdetto sarebbe stato reso noto solo dopo che una giuria composta da giudici avrebbe esaminato il caso.
Nella dichiarazione conclusiva la praticante ha detto: “Spero che tutti qui abbiano l’opportunità di leggere il libro Zhuan Falun. Questo libro insegna alle persone come essere buone e a seguire i più alti standard morali. Confido che tutti voi possiate fare una scelta corretta dal punto di vista della giustizia e della vostra coscienza”.
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Categoria: Resoconti della persecuzione