(Minghui.org) Al momento Zhou Meijuan, una donna di quarantasei anni residente nella città di Jiading, nel comprensorio di Shanghai, rimane detenuta in seguito al suo arresto avvenuto più di quattro mesi fa. La sua cattura è stata innescata dai suoi sforzi per appellarsi contro il trattamento ingiusto ricevuto dal datore di lavoro a causa della sua fede.


Zhou era già stata arrestata precedentemente nel luglio 2017 e detenuta per un mese e mezzo per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese. Dopo il rilascio il suo datore di lavoro, la scuola elementare di Anting, le aveva trattenuto 7.000 yuan (circa 930 euro) di bonus che aveva maturato durante la prima metà di quell'anno.

Poiché nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong, la praticante, consapevole che il trattamento a lei riservato dalla scuola in cui lavorava era ingiusto, ha allora cercato di ottenere un riesame amministrativo appellandosi al governo locale, ma questi ha rifiutato di gestire il suo caso. La donna ha allora scritto alcune lettere al direttore dell'Ufficio distrettuale dell'Istruzione, a un capo sezione dell'Ufficio dell'Istruzione, al presidente del sindacato locale degli insegnanti e alla Federazione femminile locale. Dal momento che però nessuno le ha prestato ascolto ha proceduto a presentare un reclamo al Comitato arbitrale locale per le controversie di lavoro.

Ciò nonostante il preside della scuola si è rifiutato di restituirle il bonus e come se non bastasse le ha chiesto di scrivere, nel suo rapporto annuale di autovalutazione, una dichiarazione di rinuncia alla sua fede. L'ha inoltre avvisata che se non si fosse attenuta alla sua richiesta, la vicenda avrebbe inciso sulla sua valutazione annuale.

Nondimeno, nella sua autovalutazione Zhou ha affermato che praticando il Falun Gong non aveva violato alcuna legge e che il suo diritto costituzionale alla libertà di credo dovrebbe essere protetto e non punito.

Il preside l'ha allora denunciata alla polizia, che il 26 dicembre 2017 l'ha arrestata direttamente a scuola. Nessuno degli agenti era in uniforme né ha presentato alcun tesserino identificativo o mandato di cattura. Hanno sequestrato la donna e le hanno confiscato la chiave di casa, che poi hanno proceduto a saccheggiare indisturbati. Alla praticante non è stata fornita alcuna lista degli oggetti confiscati, come previsto dalla legge.

Zhou ha poi appreso che coloro che l'avevano arrestata erano i funzionari Zhang Wei e Fan Dongliang dell'ufficio di polizia del distretto di Jiading e l'ufficiale Shi Biao della polizia locale.

Il 28 marzo 2018 le forze dell'ordine hanno presentato il suo caso alla Procura locale. La famiglia della donna, che al momento è rinchiusa nel centro di detenzione del distretto di Jiading, ha inviato una lettera al procuratore, esortandolo a lasciar cadere le accuse contro di lei.