(Minghui.org) Quella di Wuhan è la più grande prigione femminile della provincia dell’Hubei. Durante gli ultimi diciannove anni di persecuzione del Falun Gong, in questa prigione sono state attuate in modo sistematico politiche di persecuzione contro le praticanti ivi recluse.

Molte di loro sono state sottoposte costantemente a torture fisiche e mentali progettate per costringerle a rinunciare alla loro fede; in particolare ad alcune di loro sono stati iniettati farmaci volti a danneggiare il sistema nervoso, il corpo fisico e ad indebolire la forza di volontà.

Mentre la praticante Zhu Xixia della città di Daye stava scontando una condanna a quattro anni nella prigione femminile di Wuhan, un gruppo di detenuti l'ha costretta ad un'alimentazione forzata con, al suo interno, droghe sconosciute. I detenuti sono spesso coinvolti dalle guardie carcerarie nel mettere in atto specifici metodi di persecuzione nei confronti dei praticanti.

A causa delle droghe introdotte nell'alimentazione forzata, Zhu soffriva di forti mal di testa e la sua mente non era più presente, era diventata emotiva e piangeva sempre. Ha tentato di sporgere denuncia presso la guardia carceraria ed il consulente ma loro, invece di ascoltarla, l'hanno accusata di avere una malattia mentale.

Due detenuti la picchiavano spesso. Una volta, il detenuto Hu Qiuxiang l'ha colpita con una tale forza che gli altri detenuti hanno sentito i colpi dalla loro cella ma, invece di punire Hu, la guardia ha accusato lei di aver tentato di colpire il detenuto che la torturava. In un’altra occasione, le guardie l’hanno legata ad una porta appesa all’insù, costringendola a rimanere su un piede per tre giorni.

Un'altra praticante, Zhu Yulan di Wuhan, stava scontando una pena detentiva di quattro anni nella prigione femminile della città, per aver distribuito materiali del Falun Gong. Nella prigione i detenuti le hanno iniettato droghe sconosciute tre volte al giorno, causandole un calo ponderale molto rapido, fino a renderla molto debole. Inoltre i detenuti usavano siringhe contaminate, ma il medico della prigione non prendeva provvedimenti in merito.