(Minghui.org) In Cina la persecuzione del Falun Gong continua anche nel 2019. Nel 2018 almeno 931 praticanti sono stati condannati per aver difeso la loro fede e molti altri sono stati arrestati e molestati.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina di meditazione per il benessere di corpo e mente che si basa sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza.
I praticanti del Falun Gong non sono gli unici a subire la persecuzione iniziata nel luglio del 1999, molti dei loro familiari che non praticano il Falun Gong ne sono stati afflitti e hanno visto le loro vite distruggersi. La grave condizione di una famiglia riportata in questo articolo ne è un esempio.
Recentemente è stata riportata la morte di Li Kunlian, un residente della città di Yingkou provincia del Liaoning, avvenuta nel novembre del 2009, dopo aver sofferto per anni di una forte depressione in seguito alla morte della moglie, verificatasi nel marzo del 2004.
Sua moglie Wang Fuqin e le loro tre figlie hanno iniziato a praticare il Falun Gong nel 1997. Le figlie sono state arrestate una dopo l'altra nel 2004 perchè si sono rifiutate di rinunciare al Falun Gong e la più giovane è stata condannata a quattro anni di prigione. Wang aveva provato sette volte ad andare a fare visita alla figlia più piccola, ma ogni volta le era stato negato l’accesso. Era rimasta così traumatizzata per gli arresti delle sue figlie che ha avuto un ictus ed è morta all'età di sessantanove anni.
Suo marito. non riuscendo più sostenere una situazione tanto disperata è diventato pazzo e ogni giorno dopo il tramonto prendeva un coltello o un bastone per spaventare "i cattivi immaginari" che pensava venissero a portare via i suoi cari. E' morto cinque anni dopo, all'età di settantuno anni.
Foto 1
I defunti Li Kunlian e Wang Fuqin
Di seguito la storia della figlia più giovane della coppia di anziani.
Un’insegnante di inglese molto rispettata
La figlia più giovane Li Fengmei, era un'insegnante di inglese nella scuola Xiongyue. Soffriva di vari problemi di salute ed era turbata dal rapporto teso con i suoceri.
La sua vita è cambiata nel 1997 quando ha iniziato a praticare il Falun Gong. I delicati esercizi di meditazione hanno migliorato la sua salute e i principi di Verità, Compassione e Tolleranza, l’hanno trasformata da irascibile in una persona più gentile e premurosa.
Con questi cambiamenti la sua famiglia viveva in armonia ed era felice. Il suo rendimento e l’etica che aveva al lavoro le sono valse il rispetto e il titolo di insegnante esemplare.
Presa di mira prima che la persecuzione iniziasse ufficialmente
Il 23 aprile del 1999 diversi praticanti del Falun Gong sono stati arrestati a Tianjin, alcuni mesi prima che il regime comunista cinese iniziasse formalmente la persecuzione. Due giorni dopo gli arresti di Tianjin, Li è andata a Pechino per fare appello, e dopo essere tornata a casa ha avuto un incontro con altri praticanti locali per discutere del suo viaggio a Pechino. I funzionari locali con un inganno li hanno convinti ad andare presso la sede cittadina del governo, dove la polizia li aspettava per interrogarli. Li ha protestato per l'interrogatorio ed è stata messa sotto sorveglianza dopo che è stata rilasciata.
Il secondo arresto di Li è avvenuto il 20 luglio del 1999, giorno in cui è iniziata ufficialmente la persecuzione. È stata trattenuta nel dipartimento di polizia di Xiongyue per quasi otto ore.
Successivamente gli agenti l’hanno spesso molestata e hanno fatto pressione sul suo datore di lavoro per costringerla a rinunciare al suo credo. L’hanno costretta a scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, ma subito dopo ne ha scritta un'altra per annullare ciò che aveva affermato contro la sua volontà nella prima. Il 24 settembre del 2001 la polizia l'ha arrestata mentre faceva lezione a scuola e l'hanno trattenuta nel centro di detenzione di Gaizhou. Ha iniziato uno sciopero della fame ed è stata rilasciata cinque giorni dopo, mentre la sua famiglia è stata costretta a pagare 3˙500 yuan (circa 450 euro).
Fugge per evitare l'aborto indotto, perde il bambino mentre è in fuga
Il 20 luglio del 2002 era il primo giorno di pausa estiva, la polizia locale ha portato Li al centro del lavaggio del cervello di Yingkou. Un agente ha detto di aver arrestato Li a causa della sua eloquenza e della sua buona reputazione, se fosse stata costretta a rinunciare al suo credo, i funzionari avrebbero potuto usarla per riformare altri praticanti.
Lei non ha ceduto, allora i funzionari hanno pianificato di mandarla in un campo di lavoro, ma hanno scoperto che era incinta di due mesi. Hanno ordinato ad un medico di eseguire un aborto, ma il medico si è rifiutato fermamente per la scarsa salute di lei. Li si è opposta con forza, ma il 25 luglio è stata portata in un ospedale per l’aborto forzato, questa scelta l’ha convinta a fuggire quella notte stessa.
La polizia non si è arresa, dal momento che non sono riusciti a trovarla sono andati ad arrestare le sue due sorelle Li Fengzhen e Li Fengzhi, anche loro praticanti del Falun Gong. Le due sorelle sono state costrette a stare lontano da casa, ma al loro ritorno sono state portate in un centro per il lavaggio del cervello.
Poiché Li doveva cambiare posto per non farsi trovare, ha condotto una vita difficile e a causa di ciò il suo feto è morto nel suo grembo. Il 10 febbraio del 2003 la polizia ha fatto nuovamente irruzione nella sua casa in affitto, due giorni prima del capodanno cinese. Lei e altri praticanti hanno dovuto saltare fuori dalla finestra per fuggire, nel saltare Li è caduta male sbattendo la faccia e perdendo conoscenza.
Dopo quattro ore si è riprese esi è accorta di avere una frattura alla spalla destra e una ferita di cinque centimetri sulla faccia. Gli agenti l’hanno portata alla stazione di polizia, da dove in seguito è scappata.
Torturata nel centro di detenzione
Il 21 agosto del 2003 Li è stata arrestata insieme ad un altro praticante, un agente l'ha interrogata e picchiata, ma lei ha detto che si sarebbe rifiutata di rispondere alle domande se non le avessero tolto le manette. Poi vedendola riluttante a farsele rimettere, tre agenti le hanno messo una coperta sopra e l’hanno picchiata con violenza.
In seguito è stata trattenuta al centro di detenzione di Bayujuan per tredici mesi, dove è stata severamente torturata. Il giorno del suo arrivo ha fatto uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione illegale. La guardia Zhao Wei l’ha schiaffeggiata talmente forte in faccia che le ha fatto sanguinare l'orecchio sinistro.
Tre giorni dopo un vice direttore e diversi agenti dell'ufficio di sicurezza interna sono andati a interrogarla e poiché continuava a non cedere, questi ufficiali e una guardia soprannominata Zhu l’hanno torturata a turno: la tenevano con le spalle contro il muro, spingendole con forza l'addome con le ginocchia, tirandole i capelli e schiaffeggiandola in faccia moltissime volte. Queste torture le hanno portato vertigini, tosse con dolori dappertutto e eruzioni cutanee su tutto il corpo.
Dopo il pestaggio, dato che non era stato redatto alcun verbale di interrogatorio, un agente ha detto al vicedirettore: "I casi legati al Falun Gong sono facili da gestire", il vicedirettore ha risposto: "Puoi scrivere qualsiasi cosa ti venga in mente".
Durante i sette giorni dello sciopero della fame di Li, il chirurgo Gao Rizheng del centro di detenzione l’ha alimentata forzatamente mentre le guardie Zhao Wei e Zhang Xingqiang la tenevano stretta su una sedia. La guardia Zhao ha intenzionalmente aggiunto più sale alla miscela di latte per aumentare il dolore. Poiché il tubo attraverso la narice sinistra aveva causato lesioni, è stata utilizzata la narice destra, questo le ha causato vomito e in seguito ha avuto un'emorragia nella parte inferiore del corpo, accompagnata da mal di stomaco.
Una volta ha avuto un forte mal di stomaco con febbre che superava i 40° C, sudava a causa del dolore e il suo corpo stava tremando. Un medico dell'ospedale di Bayujuan l'ha dichiarata in pericolo di vita e ha chiesto al chirurgo di informare la famiglia, ma lui ha ignorato la richiesta.
Un'altra volta, sempre il chirurgo Gao stava eseguendo un'iniezione endovenosa su Li, un medico l'ha visto e ha chiesto: "Come hai potuto applicare una dose così massiccia? Che cosa succede se muore?". Un direttore dell'ospedale sentendoli parlare di questo ha ordinato un'ecografia, ma Gao ha ignorato tutti e segretamente ha mandato Li, che aveva già la febbre alta, di nuovo al centro di detenzione. Da allora lei ha sofferto di perdita di memoria, questo ha fatto venire a molti medici il sospetto che il farmaco somministrato da Gao fosse la causa del suo stato mentale.
Dopo che i maltrattamenti di Li sono stati pubblicati su Minghui.org, le guardie e i funzionari del centro di detenzione, hanno incaricato i detenuti di torturarla. Il 24 settembre del 2003 Sheng Ying, una detenuta incarcerata per la seconda volta, ha schiaffeggiato Li in faccia fino a romperle un timpano e lasciarla con il viso tumefatto.
I pestaggi ripetuti e altri tipi di torture le hanno causato danni alla testa, al viso, al sistema linfatico, per questo aveva sempre febbre, nausea, tosse e vertigini. Inoltre l'alimentazione forzata ha provocato lesioni a tutti gli organi del suo sistema di digestione, causandole un'ostruzione intestinale che l’ha quasi portata alla morte. Sebbene sia stata mandata all'ospedale di Bayujuan quattro volte per il soccorso, i funzionari hanno bloccato le informazioni e vietato le visite familiari.
Ripetuto rifiuto di carcerazione a causa di infermità
All'inizio di marzo del 2003 i funzionari della Corte di Bayujuan hanno segretamente condannato Li senza avere prove, a quattro anni di prigione. Dopo il suo arresto lei si è rifiutata di rispondere alle domande della polizia o di firmare qualsiasi documento. La famiglia non ha sentito parlare della sua udienza fino a quando non è stata pronunciata la sentenza. Hanno assunto un avvocato per appellarsi, ma i funzionari l’hanno minacciato per non fargli accettare il caso e poco dopo la Corte Intermedia di Yingkou ha confermato la sentenza originale.
Temendo la possibile morte di Li, i funzionari del centro di detenzione hanno chiesto per suo conto la libertà per stato di salute grave, ma il dottor Gao ha bloccato la richiesta di libertà vigilata e ha aggiunto farmaci dannosi per il sistema nervoso nel cibo di Li e alle iniezioni endovenose. Ciò ha causato in Li perdita di memoria, perdita di capelli, difficoltà respiratorie, incapacità a camminare, incontinenza e perdita di funzioni nei suoi organi sensoriali, è stata in punto di morte diverse volte.
Alle 5:00 del 15 maggio 2004 Gao e una guardia hanno mandato Li al carcere femminile di Liaoning, ma la notte precedente Gao le aveva iniettato a forza una droga sconosciuta. Alla prigione si sono rifiutati di accettarla sospettando che avesse la tubercolosi linfatica, allora Gao non ha avuto altra scelta che mandarla in ospedale per un esame, dove hanno confermato la diagnosi di tubercolosi. Dopo che Gao l’ha riportata nel centro di detenzione, il farmaco sconosciuto iniettato un giorno prima ha iniziato ad agire, lasciandola a letto con difficoltà respiratorie, perdita di memoria e più danni agli organi.
Nove giorni dopo il 24 maggio Gao e altri due agenti l’hanno mandata di nuovo in prigione, ma lei non riusciva più a stare in piedi o camminare. I funzionari della prigione si sono nuovamente rifiutati di accettarla a causa della sua salute, a meno che un medico non confermasse che non avesse la tubercolosi. Allora Gao è andato in un ospedale universitario chiedendo una lettera in cui affermava che si trattava di una massa linfonodale invece che tubercolosi, ma anche lì un professore ha confermato che si trattava di tubercolosi. Alla fine Gao ha dovuto riportarla indietro e lei ha perso conoscenza a pochi passi dall'ospedale.
Giorno dopo giorno la salute di Li è sempre peggiorata, non era in grado di prendersi cura di sé e poteva solo bere acqua e mangiare un po' di zuppa, ma resasi conto che avevano messo delle sostanze sconosciute anche nella zuppa, ha smesso di mangiarla. Il 22 settembre del 2014 quando la scarcerazione per cauzione medica richiesta dal centro di detenzione è stata approvata, Gao si è comunque rifiutato di rilasciarla e lui insieme ad altri due ufficiali l’hanno portata in prigione per la terza volta, poi attraverso agganci personali sono riusciti a non farla andare via.
Brutalità in prigione
Jiang Zemin, l'ex leader del partito comunista che ha iniziato a reprimere il Falun Gong nel luglio del 1999, una volta ha dato l’ordine di diffamare i praticanti, mandarli in bancarotta e distruggerli fisicamente, questo ordine è stato pienamente rispettato nel carcere femminile di Liaoning, dove guardie e detenuti hanno anche limitato l'accesso alla toilette dei praticanti. Quando i praticanti usavano il bagno senza permesso, le guardie spesso per punizione non gli davano né cibo né acqua.
Ai praticanti non era permesso di parlare con nessuno, all'infuori di quelli che erano assegnati a controllarli. Gli era vietato ricevere visite dalle famiglie, fare telefonate, scrivere lettere o acquistare beni di prima necessità, e nonostante tutte queste restrizioni erano costretti a fare i lavori forzati. I detenuti che maltrattavano o denunciavano i praticanti venivano premiati, mentre quelli che li aiutavano venivano rimproverati in pubblico o ricevevano altri tipi di punizione.
Anche i detenuti hanno abusato fisicamente della signora Li. Una sera una guardia ha incaricato tre detenuti (due assassini e un incendiario) di portarla in bagno per l'alimentazione forzata con droghe sconosciute. Gli hanno letto libri che diffamavano il Falun Gong e l’hanno afferrata con la forza per farle firmare una dichiarazione di garanzia preparata per farla rinunciare alla pratica del Falun Gong. L'hanno costretta a rimanere immobile fino alle quattro del mattino seguente e quando lei ha protestato e ha cercato di tornare nella sua cella, un'altra guardia l'ha fermata e l'ha rimandata dentro il bagno per continuare il maltrattamento. Per impedirle di urlare o chiamare aiuto, i detenuti le hanno nastrato la bocca, a quel punto mentre lottava ha perso conoscenza. Alle 5:30 del mattino, quando era il momento di fare i lavori forzati, i detenuti l’hanno trascinata fino al lavoro.
Nonostante i maltrattamenti lei ha sempre cercato di spiegare che cosa è davvero il Falun Gong alle guardie e ai detenuti e ha chiarito la verità sulla propaganda di odio dal partito comunista. Ha anche aiutato altri praticanti che sono stati perseguitati in prigione.
Lavoro forzato
Nel 2006 durante un esame medico le è stata diagnosticata un'ischemia miocardica grave e il dottore ha raccomandato il ricovero in ospedale. A causa della malnutrizione e delle pressioni a lungo termine la sua salute è peggiorata e con il corpo interamente indolenzito, ha naturalmente avuto difficoltà a lavorare.
Nonostante i suoi malesseri veniva costretta a continuare a lavorare ogni giorno, producendo carte IC (note anche come smart card). Un tecnico del venditore una volta ha commentato che questo tipo di lavoro era dannoso per la salute, soprattutto per le donne. All'interno della prigione, in questa unità di lavoro i detenuti spesso hanno perso conoscenza a causa della fatica.
Successivamente Li ha avuto gonfiore linfonodale e gonfiori rossastri dappertutto, le sue ossa erano dolenti in tutto il corpo. La diagnosi medica indicava un linfoma, con i linfonodi che si gonfiavano dappertutto. Di nuovo era in una condizione pericolosa per la vita.
La persecuzione ha debilitato Li anche finanziariamente. Subito dopo l’arresto il suo datore di lavoro l’ha licenziata, interrompendo subito il suo stipendio. Suo marito era sotto pressione e ha divorziato da lei lasciandola senza niente. Quando è tornata a casa dalla prigione, il suo datore di lavoro si è rifiutato di assumerla e non le ha pagato la liquidazione. Così ha dovuto fare affidamento sull'aiuto dei parenti e guadagnare denaro dando lezioni private.
La sofferenza dei genitori
Mentre Li e le altre due sorelle si trovavano nei campi di lavoro, nei quali si sapeva che venivano torturate, loro madre Wang Fuqin era molto preoccupata e l'estrema pressione mentale ha causato in lei un ictus che il 21 marzo del 2004 l'ha portata alla morte all’età di sessantanove anni.
Prima della sua morte Wang aveva tentato sette volte di andare a fare visita alla figlia Li mentre si trovava in detenzione, ma tutte le sue richieste erano state respinte. Dopo il decesso la famiglia ha parlato con i funzionari del centro di detenzione, sperando che Li potesse vedere sua madre prima del funerale, ma anche questa richiesta è caduta nel vuoto.
Il ripetersi sistematico delle tragedie ha fatto impazzire il marito di Wang, il padre di Li. Viveva in preda al panico tutti i giorni e ad ogni nuovo crepuscolo usciva fuori di casa gridando e agitando un coltello o un bastone per spaventare le visioni immaginarie e cattive che lui pensava venissero a danneggiare la sua famiglia. Ogni volta i membri della famiglia dovevano consolarlo e convincerlo a tornare in casa.
L'uomo è morto il 22 novembre 2009, all'età di settantuno anni.
Articoli correlati:
Ms. Li Fengmei Barbarically Persecuted at the Women's Prison of Liaoning Province
Prison Doctor Gao Rizheng Injects Unknown Drugs into Practitioner Li Fengmei
Tutti i contenuti pubblicati su questo sito sono protetti dal copyright di Minghui.org. Per l’uso non commerciale si deve citare la fonte (Es.: “Come riportato da Minghui.org,…”) e indicare il link dell’articolo originale. Per uso commerciale contattare la nostra redazione per ottenere l’autorizzazione.
Categoria: Resoconti della persecuzione