(Minghui.org) Dopo aver scontato una pena detentiva di dieci anni per aver praticato il Falun Gong, il praticante Zhang Wei versava in condizioni di salute precarie, era debilitato e molto magro quando è stato rilasciato nel 2015. Nel periodo trascorso in prigione aveva contratto la tubercolosi,aveva serie difficoltà a respirare e spesso vomitava sangue.

Dopo quattro anni di sofferenza, è deceduto nel pomeriggio del 6 ottobre di quest’anno. Aveva solo cinquantadue anni.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il praticante Zhang era un piccolo imprenditore della città di Dalian, nella provincia dello Liaoning e, negli ultimi vent’anni, ed è stato ripetutamente preso di mira per essersi rifiutato di rinunciare alla sua fede. Oltre alla lunga pena detentiva, ha anche scontato un periodo di lavoro forzato ed è stato sottoposto a varie forme di tortura.

In seguito, nel novembre del 1999, Zhang è stato arrestato e detenuto per quindici giorni dopo essere andato a Pechino a fare appello per il Falun Gong. A dicembre dello stesso anno è stato nuovamente catturato per aver fatto gli esercizi del Falun Gong in pubblico.

Il suo terzo arresto ha avuto luogo il 5 febbraio del 2000 quando è stato trovato a fare esercizi del Falun Gong in un parco pubblico, e come pena è stato condannato a due anni di lavori forzati.

Sebbene sia stato rilasciato in anticipo, il 10 giugno del 2001 è stato nuovamente arrestato e due mesi dopo è stato condannato ad altri due anni di lavori forzati.

Il 13 ottobre del 2005, a soli due anni dall’ennesimo rilascio, Zhang è stato arrestato per la quinta volta dopo per aver utilizzato una rete televisiva locale per trasmettere informazioni sul Falun Gong. In seguito ha fatto uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione nella prigione dello Liaoyang. Nonostante in più occasioni è caduto in coma, la richiesta di rilascio della sua famiglia è stata ripetutamente respinta.

Nell’aprile del 2006 Zhang è stato condannato a dieci anni dal tribunale della contea di Liaoyang, ed un mese dopo, al momento del suo trasferimento nella prigione di Yingkou, è diventato così debole da non riuscire a camminare autonomamente.

Zhang è stato successivamente spostato in diverse prigioni, tra cui le prigioni di Panjin, di Dongling e di Tieling, dove è stato sottoposto a continui abusi fisici, tra cui percosse brutali e torture con i bastoni elettrici e sulla panca della tigre.

In seguito ha contratto la tubercolosi nella prigione di Panjin, e al suo trasferimento in quella di Dongling nel luglio del 2012, aveva i polmoni malridotti e faticava a respirare; suo malgrado le autorità del carcere hanno tentato nuovamente di costringerlo a rinunciare alla sua fede.

Dopo il rilascio avvenuto a metà ottobre del 2015, Zhang è stato spesso ricoverato in ospedale e messo più volte in terapia intensiva,; infatti, oltre alla tubercolosi, gli è stata diagnosticata anche una miastenia grave.

Con Zhang in quelle condizioni, sua moglie è diventata la capofamiglia e ha iniziato ad occuparsi di far quadrare i conti in casa.

Zhang non è l'unico membro della sua famiglia ad essere stato perseguitato per aver praticato il Falun Gong, almomento della sua morte sua madre Wang Xiuxiang, settantasettenne, stava ancora scontando un pena di tre anni nella prigione dello Liaoning.

Sua moglie Chen Mei ha scontato una pena detentiva di tre anni dal 2007 al 2010, come anche suo padre Zhang Ximing che ha scontato due anni nel campo per lavori forzati di Dalian.