(Minghui.org) Wei Qishan, un residente della città di Qinhuangdao, nella provincia dell’Hebei, dopo essere stato condannato a sette anni di prigione per aver praticato il Falun Gong è morto improvvisamente nel carcere mentre era in attesa della sentenza d’appello.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 23 novembre di quest’anno, intorno alle 21:20, la famiglia di Wei ha ricevuto una chiamata dal centro di detenzione di Qinhuangdao, con la quale è stato comunicato loro della morte del praticante. I suoi famigliari subito dopo aver ricevuto la notizia si sono precipitati all'ospedale popolare di Qinhuangdao dove hanno visto il suo corpo; l’uomo aveva gli occhi socchiusi e il braccio destro completamente nero e viola.

Una guardia soprannominata Zhao ha affermato che il praticante è caduto intorno alle 20:00 mentre utilizzava il bagno ed è stato trasportato in ospedale; i medici avevano cercato di rianimarlo, ma alla fine era morto.

Intorno alle 22:00 più di dieci agenti della polizia hanno portato il corpo di Wei nella camera mortuaria. I familiari hanno cercato di fermarli senza riuscirci, e sono stati allontanati perchè non autorizzati ad accompagnare la salma.

La morte di Wei è la seconda morte sospetta di praticanti del Falun Gong detenuti nel centro di Qinhuangdao negli ultimi quattordici mesi.

Un'altra praticante, Ma Guilan, di sessantaquattro anni, è morta a settembre dell’anno scorso, poche ore dopo aver avuto un malessere durante la mattina. Secondo gli addetti ai lavori, diversi agenti governativi con identità sconosciute sono venuti in ospedale, le hanno aperto l'addome e rimosso gli organi interni per alcuni presunti esami.

Un mese prima della morte di Ma, anche altri due detenuti (che non erano praticanti del Falun Gong) sono morti in circostanze sospette.

Gli arresti

Il 12 giugno dello scorso anno, Wei e sua moglie Yu Shurong, che gestiva un'azienda di commercio del latte, sono stati arrestati perchè la polizia sospettava che un mese prima avessero appeso degli striscioni del Falun Gong.

Dopo averli arrestati la polizia ha saccheggiato la loro casa senza avere un mandato di perquisizione e senza rilasciare un elenco degli oggetti confiscati.

I due praticanti sono stati interrogati alla stazione di polizia di Changjiangdao e in seguito portati nel centro di reclusione di Qinhuangdao per detenzione criminale

Quando i due figli della coppia sono andati a controllare la casa dei genitori il giorno dopo il loro arresto, la polizia e dei membri del comitato del quartiere, vedendo che la luce nella casa era accesa, sono entrati nell’abitazione per molestarli.

Il 14 giugno la polizia ha chiamato la moglie del figlio maggiore dei due praticanti, minacciando di condannare i suoceri per aver appeso gli striscioni e per il possesso di libri del Falun Gong.

Le udienze in tribunale

Wei e la moglie Yu sono comparsi due volte davanti alla Corte di Changli; la prima volta il 19 dicembre del 2018 e poi il 4 luglio di quest'anno. Durante le udienze il loro avvocato ed un loro familiare hanno presentato un appello per la loro innocenza.

Il procuratore li ha accusati di "usare un'organizzazione di culto per minare le forze dell'ordine", un pretesto usato spesso dal regime comunista cinese nel tentativo di incastrare e imprigionare i praticanti del Falun Gong.

L’avvocato della coppia ha sostenuto che nessuna legge ha mai criminalizzato il Falun Gong in Cina, e che il pubblico ministero non era riuscito a fornire prove di come praticare il Falun Gong aveva potuto violare la legge.

Tuttavia il giudice ha condannato Wei a sette anni di prigione e la moglie Yu a quattro anni. La coppia ha fatto appello alla Corte Intermedia di Qinhuangdao, che non ha ancora fissato un'udienza per i loro casi.

Al momento in cui è stato scritto l’articolo originale, Yu era ancora detenuta nel centro di detenzione di Qinhuangdao .

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