(Minghui.org) Il 25 dicembre dello scorso anno una residente di Fuxin è stata condannata a due anni di carcere e multata di 5.000 yuan (circa 650 euro) per non aver voluto rinunciare al Falun Gong, una pratica antica tradizionale per il miglioramento di mente e corpo perseguitata dal regime comunista cinese.

Quando Sufen, il marito disabile di Shan, ha chiesto ad un difensore pubblico di appellarsi contro la condanna della moglie, questi gli ha risposto che chiunque può ricevere gratuitamente consulenza legale tranne i praticanti del Falun Gong. Quindi l’uomo per conto della coniuge ha presentato un ricorso alla Corte, la quale però non ha mai inoltrato i documenti al tribunale intermedio locale come richiesto dalla legge. A causa di ciò, undici giorni dopo la sentenza della moglie, lui è stato informato che, non essendo pervenuti i documenti legali entro il tempo limite di dieci giorni, il ricorso non poteva più essere presentato.

Una famiglia felice grazie al Falun Gong

Sun Xiaping, marito di Shan, è disabile fin dall'infanzia, aveva un brutto carattere ed essendo il più giovane, era stato viziato dai suoi genitori e dai fratelli più grandi. Quando si è sposato i suoi familiari erano ostili nei confronti di Shan perché dubitavano che si sarebbe presa cura di lui.

Ciononostante, lei ha applicato i principi alla base del Falun Gong di Verità, Compassione e Tolleranza in ogni ambito della sua vita, senza mai lamentarsi e prendendosi cura della famiglia. Con la sua gentilezza e tolleranza ha conquistato il rispetto dei suoi suoceri. Grazie al Falun Gong la donna era anche guarita da una grave anemia così, vedendo tutto ciò, il marito era diventato molto favorevole alla sua pratica.

Per vivere Sun riparava piccoli elettrodomestici e spesso svolgeva gratuitamente il lavoro per gli agenti di polizia locali, ritenendo che questo fosse il modo migliore per proteggere sua moglie e la sua famiglia dalla persecuzione in corso dal 1999.

Moglie arrestata per la sua fede

Il 28 agosto 2017, tuttavia, una dozzina di poliziotti in borghese di Fuxin e di Xifuxin hanno fatto irruzione in casa della coppia e, senza mostrare alcun documento d'identità o mandato di perquisizione, l’hanno perquisita minacciando di rinchiudere Shan in prigione. Sopraffatta dalla situazione, la donna ha avuto un grave spasmo muscolare e ha chiesto di essere portata in ospedale. Gli agenti hanno acconsentito, ma dopo il controllo medico la polizia l'ha condotta direttamente al centro di detenzione locale che, vedendo le gravi condizioni di salute in cui versava, ha rifiutato di ammetterla. Gli agenti allora l’hanno condotta alla stazione di polizia dove l’hanno lasciata sofferente sul pavimento. Poi hanno chiamato suo marito, il quale ha dovuto chiedere aiuto ad un amico per andare a prenderla.

Il 27 aprile dell'anno scorso, dopo che la donna si è rimessa in salute grazie alla pratica del Falun Gong, la polizia si è presentata a casa sua, chiedendole di firmare alcuni documenti, che lei prontamente ha rifiutato. Il 12 maggio la polizia ha presentato il caso alla Procura di Haizhou, che per ben due volte l'ha respinto per mancanza di prove, dopodiché all'inizio di luglio la polizia si è ripresentata a casa della coppia mentre era presente soltanto il marito. L'agente Cao Xu ha minacciato di arrestare nuovamente sua moglie e di sospendere loro i sussidi per reddito.

Terrorizzati e sottoposti ad uno stress tremendo, la loro salute ha iniziato a peggiorare. In seguito, non appena Shan si è ripresa ed è tornata a lavorare, la polizia ha tentato per l’ennesima volta di incastrarla ed alla fine il suo caso è stato accettato dalla Procura, che il 4 settembre l’ha inoltrato al Tribunale distrettuale di Haizhou.

L'udienza contro Shan era fissata per il 16 ottobre, ma quando lei, suo marito, suo figlio e l'avvocato sono arrivati in tribunale, il giudice Tong Qiang improvvisamente ha annunciato che la seduta era terminata, adducendo la motivazione che la donna aveva ingaggiato un legale in sua difesa che insisteva sulla sua non colpevolezza.

Il 21 dicembre, con la scusa che era di passaggio e voleva farle visita, l'agente Feng Shucao della Polizia di Fuxin si è fermato ed è entrato a casa di Shan. Poco dopo esserne uscito, è ritornato con numerosi poliziotti che, dopo averla prelevata e costretta ad entrare in un veicolo della polizia, l'hanno portata al Centro di Detenzione di Xindi.

Qualche giorno dopo, il 25 dicembre, il giudice Tong ha tenuto un'audizione nel centro di detenzione, condannando la donna a due anni di reclusione e ad una multa di 5.000 yuan (circa 650 euro).

Negata la richiesta del marito di un difensore pubblico

Poiché Shan ha chiesto di fare ricorso in appello, suo marito ha chiamato la Corte locale e l'ufficio giudiziario chiedendo un difensore pubblico, ma gli è stato risposto che i praticanti del Falun Gong non hanno diritto all'assistenza legale gratuita e che se la moglie avesse firmato una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, sarebbe stata libera di andarsene. Lei ha però rifiutato di scriverla perché sa bene che nessuna legge in Cina dichiara illegale il Falun Gong.

Suo marito, sebbene non fosse un avvocato, ha deciso di difenderla (cosa che è consentita dalla legge), presentando un ricorso alla Corte e chiamando diverse volte il giudice Tong per chiedergli se avesse trasmesso l'appello al Tribunale intermedio locale.

Tuttavia l'8 gennaio di quest'anno, dopo la scadenza del termine richiesto per presentare il ricorso, il Tribunale l'ha chiamato per dirgli che sua moglie non era autorizzata a ricorrere in appello perché i documenti richiesti non erano pervenuti entro i dieci giorni consentiti. Sun ha perciò tristemente appreso che il giudice Tong non ha mai inoltrato il ricorso al Tribunale superiore come richiesto dalla legge.