(Minghui.org) In passato Liu Quanwang lavorava presso la miniera di carbone Xiaolinghe, che fa parte dell'Ufficio di estrazione del carbone di Nanpiao a Huludao, nello Liaoning. All'epoca soffriva di tutti i tipi di problemi di salute, tra cui silicosi (fibrosi polmonare), artrite reumatoide, ulcera gastrica e malattie cardiache, ma nel 1996 dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, nel giro di sei mesi le sue malattie sono guarite e ha potuto nuovamente condurre una vita sana. 

Tuttavia dopo che il Partito Comunista Cinese ha avviato la sua politica di persecuzione, è stato sottoposto a diverse detenzioni, lavoro forzato e reclusioni, durante i quali è stato torturato per un totale di undici anni: sei mesi nel centro di detenzione di Huludao, due anni nel campo di lavoro forzato di Huludao, due anni in quello di Tuanhe, un anno e mezzo in quello di Jinzhou e cinque anni nella prigione di Panjin, tutto ciò soltanto per aver voluto praticare e parlare del Falun Gong.

In seguito è riportato un resoconto delle sue sofferenze.

Detenzione presso il centro di detenzione della città di Huludao

Nell'ottobre del 1999 Liu si è recato a Pechino per proclamare il suo diritto di praticare il Falun Gong e dopo essere stato arrestato, è stato riportato nella sua città natale dall'ufficio di collegamento di Huludao a Pechino e poi trattenuto nel centro di detenzione locale, dove l'ufficiale di polizia Wang Shulin lo ha picchiato per aver letto i libri del Falun Gong e fatto gli esercizi. Quando in segno di protesta contro i maltrattamenti Liu ha iniziato uno sciopero della fame, è stato sottoposto ad alimentazione forzata.

Un ufficiale ha sorpreso il compagno di cella di Liu (anche lui praticante) a leggere lo Zhuan Falun, e così altri ufficiali sono arrivati per sequestrargli il libro, ma Liu se lo teneva stretto al petto, mentre gli altri praticanti nella cella lo circondavano per proteggerlo dalla polizia. Gli agenti hanno costretto tutti a togliersi di mezzo e hanno trascinato Liu fuori dalla cella con la testa che strisciava sul pavimento e l'hanno picchiato con i tubi di gomma dalla testa ai piedi, procurandogli lividi ovunque ed infine l'hanno ammanettato dietro la schiena ed incatenato per una settimana. È stato poi alimentato forzatamente per aver iniziato uno sciopero della fame.

Illustrazione della tortura: ammanettato dietro la schiena e incatenato

Dopo aver trascorso quindici giorni nel centro di detenzione, la divisione di sicurezza in cui lavorava l'ha portato indietro e ha insistito nel costringerlo a rinunciare alla pratica del Falun Gong. Siccome ha rifiutato, è stato portato nuovamente al centro di detenzione per altri quindici giorni. Questo andirivieni dal centro di detenzione alla divisione sicurezza e viceversa è durato per oltre sei mesi. Alla fine è stato condannato a due anni di lavori forzati e condotto al campo di Huludao.

Torturato nel campo di lavoro forzato di Huludao

Poiché Liu ed altri cinque praticanti rifiutavano di rinunciare al Falun Gong, continuavano a fare gli esercizi e si opponevano di indossare l'uniforme carceraria, sono stati rinchiusi in un'area strettamente sorvegliata, dove quattro detenuti a turno li controllavano e li facevano sedere per lunghi periodi senza poter muovere un muscolo. Il detenuto Wei Wenzhong li picchiava frequentemente. Quando poi per protestare contro il maltrattamento e ottenere il rilascio hanno fatto uno sciopero della fame per oltre tre mesi, sono stati portati all'infermeria del campo per essere alimentati forzatamente.

Durante le sessioni di alimentazione forzata, le guardie hanno legato il praticante su una sedia di ferro, poi gli hanno afferrato le braccia, gli hanno pestato le gambe e lo hanno frustato con un tubo di plastica. Quando il praticante opponeva resistenza e rifiutava di conformarsi, le guardie ordinavano a diversi detenuti di aprire la sua bocca con una verga di ferro ed un righello di metallo che gli hanno allentato i denti e lo hanno fatto sanguinare. Wang Dalu, un medico del campo, per infliggere più dolore e sofferenza durante le sessioni di alimentazione forzata, ha versato mezzo chilo di sale nel porridge che veniva usato nelle sessioni di alimentazione forzata: queste sono durate venti giorni.

Illustrazione della tortura: alimentazione forzata punitiva

Poiché Liu persisteva nel non abbandonare la sua pratica, è stato ustionato con i bastoni elettrici.

L'11 marzo 2001, il cinquantasettenne praticante Chen Dewen residente nel villaggio di Chen, nello Liaoning, è stato torturato a morte coi manganelli elettrici nel campo di lavoro forzato di Huludao. Le autorità, ai tempi, avevano però dichiarato che il suo decesso era stato causato da una malattia cardiaca. Tra gli autori della tortura vi erano Wang Shengli, Zhang Fusheng, Song, Guo, Li Jian, Song Dadui, il Capitano Yang, Wang Zhuzhen, Zhang Guozhu, il capo della divisione Yang e Cui Xiaodong.

Nel 2000, più di duecento praticanti sono stati detenuti nel campo di lavoro forzato di Huludao, dove circa sessanta di loro sono stati posti nell'area strettamente sorvegliata, per non aver rinunciato al Falun Gong. Hanno anche fatto uno sciopero della fame collettivo per protestare e chiedere di essere liberati.

La Commissione per gli affari politici e legali di Huludao e l'Ufficio 610 hanno schierato oltre un centinaio di poliziotti in tenuta antisommossa per una speciale forma di tortura. Questi erano disposti su entrambi i lati lungo il percorso che porta dall'area strettamente sorvegliata fino all'ufficio della divisione di rieducazione, a circa un metro di distanza l’uno dall’altro e con in mano un bastone elettrico. Liu Guohua ed altri ufficiali hanno poi invitato coloro che non volevano rispettare le regole di quell’area a farsi avanti e ad andarsene al reparto rieducazione. Liu Quanwang, Chen Dewen, Zhang Xuan, Zhao Lianxin, He Fenghua e Li Xuemin si sono alzati e hanno iniziato a camminare lungo quel percorso, dove i numerosi agenti posizionati li ustionavano coi bastoni elettrici.

Illustrazione della tortura: scosse e ustioni con bastoni elettrici

I sei praticanti sono stati poi rinchiusi in stanze separate, dove una dozzina di ufficiali a turno li ustionavano coi manganelli elettrici e li picchiavano selvaggiamente chiedendo loro se volevano arrendersi e obbedire. La tortura è iniziata la notte ed è durata fino al mattino successivo. Gli ufficiali hanno usato mazze, cinture di cuoio, stivali e pugni. I sei sono stati picchiati a tal punto da essere resi irriconoscibili.

Liu Guohua e altri ufficiali hanno abbassato i pantaloni del praticante Zhao Lianxin ed hanno usato i manganelli elettrici per ustionare le sue parti intime e li hanno persino inseriti nel suo ano. Poi, quando è svenuto gli hanno versato dell'acqua fredda per rianimarlo ed hanno ripreso a ustionarlo e picchiarlo. Al termine di questa tortura durata tre giorni, la testa di Zhao era gravemente ferita e gli occhi erano chiusi e gonfi.

Resistenza nel campo di lavoro

Quando il capo della divisione rieducazione ha puntato il bastone contro Liu Quanwang chiedendo: "Ci odi per averti trattato in questo modo?" Lui ha risposto: "No, non ti odio. Il nostro Maestro ci ha insegnato che non saremo in grado di raggiungere il compimento nella nostra coltivazione se non amiamo il nostro nemico, per non parlare del fatto che non sei nemmeno il mio nemico. Non c’è nessuna faida. È Jiang Zemin che ha ordinato la persecuzione e tu come agente di polizia stai semplicemente facendo il tuo lavoro per guadagnarti da vivere. Ci stai trattando così perché non hai avuto la possibilità di scoprire la verità sul Falun Gong e sei stato ingannato dalla propaganda diffamatoria".

Dopo quelle parole il capo della divisione ha gettato il bastone e ha detto a Liu di tornare nella sua cella. Da quel momento in poi, ha smesso di picchiarlo e si è rifiutato di torturare i praticanti.

Uno degli ufficiali che era un cristiano ha detto a Liu: "I praticanti del Falun Gong stanno soffrendo la persecuzione in modo simile a quello che Gesù ha sofferto in passato. La storia si ripete. Proprio come Gesù, sei stato purificato ed elevato attraverso l'ordalia e la tribolazione".

Nel campo di lavoro, in diverse circostanze i praticanti del Falun Gong hanno agito congiuntamente per resistere alla persecuzione, scrivendo e firmando una lettera per protestare contro il loro maltrattamento e chiedendo di essere rilasciati. Liu è stato il primo ad apporre il suo nome in calce alla lettera ed ha sfruttato anche altre occasioni come quelle riportate in seguito:

1 - Un giorno, il sindaco di Huludao si è recato con dozzine di funzionari governativi e giornalisti nel campo di lavoro per ottenere delle videoriprese con lo scopo di diffamare il Falun Gong e giustificarne la persecuzione. Liu ha indicato il sindaco e ha detto: "Come dipendenti pubblici, voi funzionari governativi e agenti di polizia arrestate e detenete dei buoni cittadini che praticano il Falun Gong ed ignorate i veri criminali. Come potete affermare di essere dipendenti pubblici?" Il sindaco allora ha detto all'operatore della videocamera di interrompere immediatamente le riprese.

2 - Un giorno, dopo che Liu ha scritto sulla lavagna in aula, “La Falun Dafa è buona", le autorità si sono infuriate ed hanno riunito i sessanta praticanti in classe chiedendo chi l'avesse fatto, minacciando che nessuno avrebbe potuto dormire finché il responsabile non avesse confessato. Allora, quando Liu si è fatto avanti ammettendo di essere stato lui e ha poi raccontato loro come ha tratto beneficio dalla pratica del Falun Gong, le guardie lo hanno lasciato andare senza punirlo.

3 - Liu e molti altri praticanti, tra cui Zhao Lianxin, Yao Yanhui e Zhang Xuan, hanno raccolto i libri e riviste che diffamavano il Falun Gong dall'aula e li hanno depositati nell'armadio. Poi hanno preso in prestito un accendino ed hanno iniziato a bruciarli, causando molto fumo nell'edificio. Quando le autorità hanno chiesto spiegazioni, i comuni detenuti hanno protetto i praticanti dicendo che si era trattato di un incidente dovuto a qualcuno che aveva buttato un mozzicone nel cestino della spazzatura.

4 - Ding Wenxue, vice capitano della squadra, ha convocato Liu in ufficio ed ha iniziato un lungo discorso che calunniava il Falun Gong. Allora il praticante puntando il dito su di lui gli ha detto: "Non sei tu a dire questo. Sei posseduto". In quel preciso istante Ding è svenuto sulla scrivania con il viso pallido ed il corpo immobile. Quando Liu ha pensato che non voleva che Ding morisse, l'ufficiale si è ripreso, ha iniziato a muoversi e subito gli ha detto di tornarsene nella sua cella. Più tardi, ogni volta che una guardia convocava Liu in ufficio, prima di tutto lo supplicava: "Per favore non puntare il dito contro di me. Ho paura di quello". Liu ha subito compreso che il vice capitano Ding aveva raccontato alla sua squadra del loro precedente incontro.

Tecniche subdole nel campo di lavoro forzato di Huludao

Per cercare di costringere i praticanti a rinunciare al loro credo, le autorità del campo di lavoro di Huludao hanno spesso chiesto aiuto al famigerato campo di lavoro forzato Masanjia. In una di queste occasioni, il direttore di Masanjia e due dozzine di detenuti che sostenevano di essere ex praticanti del Falun Gong, si sono recati al campo di Huludao.

Una volta hanno convocato Liu in ufficio, dove una bella detenuta con una gonna corta che mostrava le cosce ha affermato di voler leggere una copia del libro Falun Gong accanto a lui. Ha accettato, ma quando lei ha cercato di avvicinarsi, le ha detto di fermarsi perché potevano semplicemente fare a turno scambiandosi il libro da leggere.

Quando dopo un po' la donna ci ha riprovato Liu l'ha nuovamente allontanata, così lei si è arrabbiata e se n’è andata.

Più tardi, Liu ha saputo che un altro praticante era stato costretto ad abbandonare la sua pratica a causa di questa stessa tecnica. Questo praticante gli ha detto di essere caduto nella stessa trappola che avevano preparato a lui, spiegandogli come funzionava. Quando la detenuta gli si era avvicinata per leggere il libro, le guardie si erano precipitate nella stanza affermando che i due erano in intimità, perciò hanno minacciato che se non avesse rinunciato al Falun Gong, avrebbero detto a tutti che loro due stavano facendo cose oscene nella stanza.

Liu ha così appreso quanto fossero subdole le autorità del campo quando si trattava di usare qualsiasi mezzo per costringere i praticanti a rinunciare al loro credo.

Tuttavia col tempo, grazie agli sforzi dei praticanti, la situazione è gradualmente migliorata e potevano leggere i libri del Falun Gong, fare gli esercizi e recitare poesie di Hong Yin ad alta voce.

Alla fine dei suoi due anni di condanna, Liu è stato riportato al centro di detenzione locale per altri quarantacinque giorni. Dopo il rilascio è diventato un senzatetto per evitare altre persecuzioni.

Due anni nel campo di lavoro forzato di Tuanhe a Pechino

Il 13 maggio 2002 Liu è andato a Pechino per mostrare uno striscione che riportava - "Verità, Compassione e Tolleranza è buona, la Falun Dafa è buona", ma è stato mandato nel campo di lavoro di Tuanhe a Pechino per due anni.

Un giorno le guardie hanno riunito tutti i praticanti detenuti per far loro guardare un video che diffamava il Falun Gong. Liu si è alzato ed ha annunciato che non avrebbe guardato un video che calunniava il Falun Gong ed il suo fondatore ed anche altri praticanti hanno fatto lo stesso. In risposta le guardie li hanno costretti a rimanere in corridoio di fronte al muro per un lungo periodo di tempo.

In seguito una guardia ha detto a Liu: "Sei il secondo praticante che ha osato rifiutarsi di guardare il video. Hai fegato". Poi gli ha mostrato il pollice in su in segno di approvazione.

A tutti i praticanti che non hanno ceduto gli agenti hanno dimezzato la razione di cibo e negato i vestiti invernali.

In una giornata gelida con neve e vento, le guardie hanno ordinato a diversi detenuti di trascinare Liu al piano di sotto e di gettarlo a terra. Quindi, dopo avergli sollevato gli abiti, hanno ricoperto la pancia e gli arti con ghiaccio e neve e poi l’hanno lasciato lì per molto tempo in balia del vento, di conseguenza i suoi piedi si sono congelati e si sono formate delle vesciche. Poi gli hanno ordinato di correre nella neve, ma lui si è rifiutato.

Durante l'estate i praticanti risoluti erano costretti a correre due chilometri nel caldo torrido intorno a mezzogiorno ed a stare alla luce diretta del sole senza acqua: alcuni di loro svenivano.

Nella terza squadra, quando le guardie hanno ordinato ai detenuti di bloccare lo scarico della toilette, molti hanno urinato nella tazza, poi gli agenti hanno premuto con forza la testa di Liu nella ciotola con i piedi, fin quasi a soffocarlo.

Quando per protestare contro l'abuso Liu ha iniziato uno sciopero della fame, le guardie lo hanno alimentato forzatamente usando l'acqua di fogna piena di escrementi umani. Al termine lui ha vomitato a lungo.

Illustrazione della tortura: alimentazione forzata con escrementi umani

Quando è stato costretto a stare seduto per lunghi periodi, a causa della posizione e del peso, le sue natiche hanno sviluppato delle profonde ammaccature.

Illustrazione della tortura: seduta forzata

L'edificio a ovest del campo di lavoro forzato di Tuanhe ospitava una squadra chiamata "alla conquista del formidabile" che era stata appositamente progettata per torturare i praticanti del Falun Gong. Liu lì è stato picchiato e privato del sonno ogni notte.

Una volta, la guardia Yan Xiaojie ha detto ai detenuti di colpire l'uomo con bastoni di legno e, quando si sono rotti, di continuare con le estremità affilate. In inverno, dopo aver aperto la porta e finestre, gli versavano addosso dell'acqua fredda e poi accendevano il ventilatore. Persino i detenuti si sono presi il raffreddore. Inoltre gli hanno anche urinato sopra. Quando a causa dei lunghi periodi di seduta forzata, le ampie zone dei suoi glutei si sono ulcerate, la guardia Zhao ha detto ai detenuti di applicare un unguento sulle sue lesioni, ma in realtà stava ordinando loro di staccargli le croste e di stuzzicare le ferite aperte.

A Liu è stato anche vietato di usare il bagno e di solito era costretto a stare in piedi per lunghi periodi, a pulire i bagni e il pavimento del corridoio da mezzanotte alle quattro del mattino. Un giorno, diverse guardie l'hanno picchiato selvaggiamente nel bagno degli uomini.

Un'altra volta, quando si era recato al wc, Wei Hongtao e altre guardie vi si sono precipitate e lo hanno trascinato fuori e picchiato senza alcun motivo. Nell'agosto 2003 è stato legato su una sedia e non gli è stato permesso di dormire o di usare il bagno, facendogli sporcare i pantaloni.

Yan Xiaojie, allora capitano di una squadra femminile, non si è risparmiato nel costringere i praticanti a cedere. Un giorno, ha detto alla moglie di Liu di fargli visita e portare un'armonica. Yan allora ha detto a Liu: "Visto che ti piace suonare l'armonica devi farlo durante la visita di tua moglie". Poi Yan ha ordinato a una guardia femminile giovane e di bell'aspetto di insegnare a Liu come suonarla meglio. Quando però l'uomo non ha voluto collaborare, Yan lo ha minacciato: "Se non rinunci a praticare il Falun Gong, non aspettarti di rivedere tua moglie. Anche dopo la scadenza del mandato non andrai a casa perché la polizia locale ti trasferirà nella loro struttura e ti imprigionerà".

Dopo aver sofferto infinite forme disumane di torture, quando Liu ha tentato di precipitarsi di testa contro un radiatore metallico è svenuto ed è stato rianimato. Successivamente le autorità lo hanno costretto a indossare un elmetto e lo hanno ammanettato ad una sedia.

Un anno e mezzo nel campo di lavoro forzato di Jinzhou

Nel settembre 2005 Liu era andato a visitare il praticante Liu Fengmei per imparare a usare un computer ed ha scritto le sue note di studio e la password su un quaderno. Tuttavia mentre stava tornando a casa è stato arrestato e in seguito recluso nel campo di lavoro forzato di Jinzhou per un anno e mezzo.

Quando il 26 novembre 2005, Liu ha fatto l'esercizio del Falun Gong, l'insegnante politico del campo, Li Songtao, ha ordinato a una dozzina di detenuti di picchiarlo, poi lo ha fatto rinchiudere per una settimana in isolamento, con gli arti distesi e ammanettati agli angoli di un letto.

Il sito web Minghui ha riportato i dettagli di questo episodio nell'articolo "Jinzhou City Forced Labor Camp Intensifies Its Brutal Torture of Falun Dafa Practitioners". La versione originale cinese è stata pubblicata il 30 luglio 2006.

Liu avrebbe dovuto essere rilasciato il 3 marzo 2007, ma le autorità del campo lo hanno arbitrariamente trattenuto per altri dieci giorni.

Cinque anni nella prigione di Panjin, nello Liaoning

Quando nel pomeriggio del 23 marzo 2008, la polizia è andata a casa di Liu e gli ha chiesto se avesse ancora intenzione di andare a Pechino per parlare del Falun Gong e lui ha risposto che farlo era un suo diritto legale, i poliziotti hanno saccheggiato la sua abitazione e l’hanno arrestato.

Quando i vicini hanno obiettato la legalità del suo arresto, la polizia ha risposto: "Poiché i Giochi olimpici stanno per avere luogo, dobbiamo arrestare molti praticanti del Falun Gong".

In seguito, quando durante il processo Liu ha esclamato "La Falun Dafa è buona!", il giudice gli ha risposto: "Stavo per condannarti a tre anni di carcere, ma ora che l'hai detto, aggiungerò altri due anni". È stato poi recluso nella prigione di Panjin, nello Liaoning.

Di tanto in tanto tutti i detenuti dovevano accucciarsi nel campo all'esterno mentre le autorità carcerarie ispezionavano tutte le celle. Una volta che Liu ha resistito, è stato picchiato e ustionato con i bastoni elettrici per diverse ore.

Durante un'altra ispezione, le guardie hanno requisito a Liu i suoi articoli del Falun Gong scritti a mano. Per protesta lui ha iniziato uno sciopero della fame durato solo sette giorni, perché poi è stato ricoverato all'ospedale della prigione per oltre due mesi.

Quando le autorità hanno cercato di riportarlo dall'ospedale al campo, lui ha resistito ed è stato ustionato dai manganelli elettrici fino a quando si sono scaricati, poi le guardie hanno usato gli aghi per punzonare le dita e le sigarette per bruciargli i polpastrelli. La guardia Hu Xiaodong gli ha detto: "Ti darò un po' di caffè da bere". Poi dopo aver sputato un po' di catarro in un posacenere, glie l'ha buttato giù per la gola.

Le guardie hanno continuato a colpirlo per altre quattro ore, bruciandogli il labbro superiore e lasciandogli vesciche su tutto il corpo e poi, temendo che altri potessero vedere le vesciche, le hanno perforate tutte con gli aghi, il che era molto doloroso.

Poiché ancora non voleva arrendersi, il capitano Han Yan ha ottenuto il permesso dall'Ufficio amministrativo della prigione di Panjin di usare due bastoni elettrici con una forza combinata di 1,5 milioni di volt. Ne hanno usato uno sulla testa e l'altro ai piedi per ustionarlo simultaneamente. Liu ha raccontato che era come se un martello pesante avesse colpito la sua testa e il suo corpo stesse per esplodere. Le guardie hanno poi continuato a versargli addosso dell’acqua e alla fine, non riuscendo più a camminare da solo, ha dovuto essere trasportato nella sua cella.

Illustrazione della tortura: scosse con bastoni elettrici

Dopo essere stato ustionato con i bastoni ad altissima tensione, i manganelli regolari sembravano semplici punture di zanzara. Quando volevano ustionarlo di nuovo, lui li ha fissati, loro si sono spaventati e si sono fermati.

Un giorno il capitano Li ha detto a Liu: "Poiché vuoi praticare i tuoi esercizi, troverò un posto fantastico per te". L'ha allora portato in un luogo pieno di zanzare e ordinato ai detenuti di togliergli gli abiti in modo che gli insetti potessero pungerlo. Nelle due ore successive, il suo viso, le orecchie ed il corpo intero erano coperti di protuberanze rosse e molto gonfie. Quando il giorno dopo le guardie hanno ritentato lo stesso trattamento, nessuna zanzara lo pungeva, perché sembravano già sazie.

Illustrazione della tortura: puntura di zanzare

In passato, ogni volta che lui faceva gli esercizi del Falun Gong, le guardie lo ammanettavano su un letto, ma dopo ciò che è accaduto con le zanzare, il capitano Li non si preoccupava più quando faceva gli esercizi.

Durante i quattro anni e mezzo che è stato nella prigione di Panjin, ha visto molti praticanti che sono stati trasferiti nei carceri di altre città, tra le quali Anshan, Yingkou e Dalian. Anche Liu è stato portato nella prigione di Nanguanling a Dalian, dove è stato costretto a sedersi su una piccola sedia in una cella isolata senza finestre né luce per diversi giorni. Quando si addormentava, le guardie lo picchiavano e gli versavano dell'acqua fredda addosso. Un altro praticante, Wang Hongtingm è stato torturato in questo modo fino a quando è impazzito.

Quando Liu era disorientato perché privato del sonno, le guardie cercavano di fargli firmare la dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. Poco dopo aver ripreso conoscenza, però lui rinnegava tale documento, quindi le guardie continuavano ripetutamente la stessa tortura per costringerlo a cedere.

In seguito il governo provinciale ha mandato degli ispettori a controllare lo status dei praticanti che le autorità carcerarie sostenevano avessero rinunciato alla loro pratica. Quando durante l'interrogatorio Liu ha detto all'ispettore che era ingiusto essere stato condannato a cinque anni di prigione solo perché voleva praticare il Falun Gong, costui ha capito che non aveva davvero abbandonato la sua fede, così le autorità della prigione si sono infuriate e hanno continuato a torturarlo. Poiché si è rifiutato di fare il duro lavoro assegnato nel laboratorio, è stato costretto a stare di fronte al muro. Liu ha continuato a dire loro che avrebbe sempre sostenuto la sua fede e praticato il Falun Gong, e poiché il suo mandato era quasi finito, le autorità lo hanno lasciato da solo.

È stato rilasciato il 22 marzo 2013.

Molte persone si sono commosse fino alle lacrime quando hanno ascoltato cosa ha sofferto. Quando la gente gli chiede se odia quelli che lo hanno torturato, risponde: "Perché dovrei odiarli? Sono le vittime delle bugie e della propaganda del PCC. Il mio calvario aveva lo scopo di svegliarli, aiutarli a distinguere il bene dal male e farli smettere di partecipare alla persecuzione, scegliendo quindi un buon futuro per se stessi e per le loro famiglie. Questa è la mia speranza. Hanno commesso reati per i quali devono pagare. Piango per loro per aver perseguitato i praticanti del Falun Gong senza conoscere la verità. Nonostante i miei undici anni di sofferenza, mi considero fortunato perché sono uscito di prigione vivo".