(Minghui.org) All’età di ventidue anni, Wang Jian ha avuto un crollo nervoso dopo aver subito sette mesi di torture in un campo di lavoro forzato in Cina. Era stato incarcerato in quanto praticante del Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese, ed ha trascorso i successivi diciotto anni a combattere l'instabilità mentale e il declino della sua salute fisica, mentre veniva costantemente molestato dalla polizia. Infine il 26 gennaio, dieci giorni prima del Capodanno cinese di quest'anno, all'età di quarant’anni è deceduto.
Wang Jian
Wang era uno studente brillante, modesto e gentile dell'università inglese di tecnologia dell'Hebei a Tianjin. Da due anni praticava il Falun Gong e, quando nel 1999 il regime comunista cinese ha lanciato una campagna di repressione della pratica a livello nazionale, il giovane è andato a Pechino ad appellarsi per la sua fede.
Tuttavia, nell'ottobre del 2000, per il solo fatto di voler praticare liberamente la sua disciplina spirituale, è stato arrestato dalla polizia e poi condannato a scontare un anno nel campo di lavoro forzato di Shuangkou a Tianjin.
Poiché rifiutava di rinunciare al Falun Gong, nella struttura le guardie lo privavano del cibo, lo obbligavano a bere l'acqua usata per risciacquare gli stracci e cercavano di fargli fumare sigarette perché sapevano che i praticanti del Falun Gong non fumano.
Durante una sessione di torture, nonostante lui fosse alto un metro e ottanta, le guardie l'hanno legato e costretto sotto un letto alto soltanto quaranta centimetri: il dolore da lui provato era atroce.
Illustrazione della tortura: costretto sotto un letto
Una volta le guardie hanno gridato a Wang: "Non c'è problema se diventi un criminale, ma non puoi praticare il Falun Gong!".
Incapace di sopportare l'enorme tortura fisica, così come la costante pressione mentale e le umiliazioni, alla fine aveva finito per perdere la sua integrità mentale. Quando al termine del mandato era uscito dal campo, la sua famiglia era rimasta sconvolta. L'individuo di fronte a loro non era più lo stesso giovane ottimista che conoscevano prima, i suoi occhi un tempo luminosi e splendenti, erano spenti e cupi.
Ciononostante, dopo il rilascio la polizia aveva continuato a molestarlo, di conseguenza la sua salute era peggiorata al punto che dopo diciotto anni di sofferenza è deceduto.
Altri praticanti morti in seguito agli abusi nel campo di lavoro di Shuangkou
Dei praticanti del Falun Gong reclusi nel campo di lavoro forzato di Shuangkou, che sono stati sottoposti a severi e ripetuti pestaggi, almeno quattro sono morti.
Lu Dewang
Nel 1999 il quarantenne Lu Dewang, era stato arrestato e inviato al campo di lavoro forzato di Shuangkou dove il primo maggio 2000, dopo averlo visto seduto a gambe incrociate, le guardie l'avevano colpito e ustionato con i bastoni elettrici. A causa delle gravi ustioni aveva sofferto molto e sul collo gli si erano formate delle piaghe infette e aperte. Tuttavia, anche se dopo diversi mesi le sue ferite non erano guarite, le guardie lo costringevano a fare lavori pesanti, peggiorando cosi le sue condizioni.
Verso la fine del 2000 era stato rilasciato in punto di morte e cinque o sei giorni dopo è deceduto.
Liu Ping
Liu Ping, un giovane pilota di vent'anni, nel campo di lavoro forzato veniva costretto a smistare rifiuti di plastica. Poiché al termine di ogni sessione di lavoro, anche notturno, le guardie non permettevano né a lui né agli altri praticanti di lavarsi le mani prima di mangiare, aveva contratto la tubercolosi. Nondimeno le autorità, invece di concedergli il rilascio per motivi di salute, l'avevano rinchiuso in isolamento senza letto e riscaldamento così, dovendo dormire su una tavola di legno, la sua salute era rapidamente peggiorata.
Ormai sull'orlo della morte, nell'inverno del 2001 Liu era entrato in coma, tuttavia, soltanto dopo aver fatto scrivere alla moglie una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong per conto del marito, le autorità avevano finalmente deciso di rilasciarlo, ma era troppo tardi: è morto in isolamento alcuni giorni dopo. Il suo corpo, che prima del decesso aveva sviluppato la sepsi, è stato immediatamente cremato dalle guardie.
Chen Baoling
Chen Baoliang è stato picchiato a morte dopo aver tentato di difendere un altro praticante che i detenuti criminali stavano molestando.
Tutto è accaduto quando il 15 agosto 2002, per protestare contro i pestaggi ai detenuti, il praticante del Falun Gong Liang Feng aveva iniziato uno sciopero della fame. In risposta diversi carcerati l'avevano preso per i piedi e trascinato giù per le scale. Se non fosse stato per una persona che era accorsa a sostenergli la testa affinché non battesse sui gradini, avrebbe anche potuto morire.
Vedendo la scena Chen si era avvicinato per fermarli, ma lo avevano picchiato, poi gli avevano tappato la bocca col nastro adesivo, avevano legato i suoi arti e lo avevano portato in un magazzino, dove un detenuto l'aveva calpestato e, dopo aver chiuso la porta, avevano continuato a pestarlo per circa quaranta minuti. Al termine, Chen era uscito dal magazzino barcollante e dopo aver percorso circa diciotto metri era stramazzato a terra, dove pochi minuti dopo è deceduto. Aveva sessantasei anni.
Tang Jian
Tang Jian nel 2000 era stato condannato a un anno di lavoro forzato, al termine del quale il suo mandato era stato ripetutamente prorogato perché non voleva rinunciare alla sua fede. All'interno le guardie lo picchiavano e lo ustionavano con i manganelli elettrici. Quando nel luglio 2002 era stato rilasciato, era sull'orlo della morte, ma sebbene una volta a casa si fosse un po' ripreso, a settembre era stato nuovamente catturato e riportato al campo di lavoro forzato di Shuangkou, dove le guardie istigavano i detenuti criminali a torturarlo. In una circostanza, dopo averlo appeso a una corda, l'avevano calato in una grande cisterna piena d'acqua, dove aveva rischiato di soffocare.
Nel maggio del 2004, siccome soffriva di una grave infezione polmonare e di problemi allo stomaco, dopo aver avuto la febbre alta era entrato in coma. È deceduto il 9 luglio 2004 all'età di trentanove anni, poco dopo essere stato rilasciato.
I terribili metodi di tortura utilizzati raccontati dai sopravvissuti
Oltre alle brutali violenze che hanno causato la morte dei suddetti praticanti del Falun Gong, diversi sopravvissuti hanno raccontato le orribili torture subite nel campo di lavoro forzato di Shuangkou che includevano anche la privazione del sonno, l'essere legati, avere le dita trafitte con gli aghi e le feci versate nelle loro bocche.
Du Jingguang
Il 18 maggio 2001 Du Jingguang ha iniziato a scontare la sua condanna a due anni e mezzo nel campo di lavoro forzato ed ha raccontato di essere stato sottoposto ad una serie di torture tra le quali scosse elettriche, violenti percosse, dieci giorni consecutivi di privazione del sonno e palmi delle mani bruciati con le sigarette.
Una volta la guardia l'aveva legato ad una sedia e aveva ordinato ai detenuti di versare le feci nella sua bocca e nelle sue narici, mentre un'altra guardia gli aveva iniettato l'acqua calda con la senape piccante nel naso.
In un'altra occasione, le guardie prima l'avevano costretto a sedersi con le gambe incrociate poi, dopo avergli legato le mani con una corda, gliel'avevano avvolta al collo, così che la sua testa gli toccasse quasi il petto. Era rimasto in quella posizione straziante per due ore.
Li Wengang
Il sessantanovenne Li Wengang, dopo essere stato incatenato ad un letto, picchiato e ustionato con i manganelli elettrici, aveva il corpo ricoperto da ferite, ma siccome continuava a rifiutarsi di rinunciare al Falun Gong, le guardie avevano continuato a picchiarlo fino al punto che aveva lividi ovunque ed i suoi occhi erano pieni di coaguli di sangue, inoltre gli avevano versato addosso dell'acqua fredda e avevano diretto un ventilatore nella sua direzione. La caviglia ammanettata si era infettata e, nonostante non fosse in grado di camminare, era costretto a lavorare per più di dieci ore al giorno.
Zhu Gang
Zhu Gang lavorava come ingegnere in un'azienda che fabbricava tubi d'acciaio. Durante il suo mandato al campo di lavoro, le guardie gli avevano schiaffeggiato il viso con una scarpa, facendoglielo gonfiare terribilmente. Lo avevano anche ustionato con i manganelli elettrici, lo avevano appeso e poi gli avevano inserito mozziconi di sigaretta nelle narici. A seguito delle torture era emaciato, ma poiché non rinunciava alla sua fede, le guardie l'avevano rinchiuso in un ospedale psichiatrico per ulteriori torture.
Xiao Shuqing
Il 18 gennaio 2001 il settantenne Xiao Shuqing, è stato arrestato e recluso nel campo di lavoro, dove le guardie lo costringevano a lavorare per più di dieci ore al giorno. Col tempo ha contratto la scabbia, le sue mani si sono riempite di piaghe infette che trasudavano pus e l'osso era esposto. A causa delle condizioni delle sue mani, si era rifiutato di lavorare, ma le guardie l'avevano picchiato.
Li Wanbing
Nel 2000 Li Wanbing era stato arrestato e condannato a tre anni di lavori forzati che gli avevano causato una ferita sulla caviglia che si era infettata, inoltre i detenuti avevano usato uno spazzolino sporco per strofinare ed infettare ulteriormente la sua ferita, così la sua gamba era diventata scura e gonfia. Ciononostante fosse costretto a svolgere lavori pesanti ogni giorno, soltanto quando le sue condizioni erano peggiorate le guardie l'avevano finalmente portato in una clinica. Tuttavia, dopo che la sua ferita era guarita, era stato costretto a rimanere immobile per quindici/sedici ore consecutive, il che aveva causato il deterioramento della sua salute.
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