(Minghui.org) Il 27 febbraio scorso, nove mesi dopo essere stato rilasciato dalla prigione per motivi di salute, è deceduto il sessantaduenne Shao Minggang di Jinzhou, nello Liaoning.
Dopo l'ultimo arresto nel marzo 2016 era stato condannato a sei anni di reclusione per la sua fede nel Falun Gong, una pratica di meditazione, nota anche con il nome di Falun Dafa, che consiste in una serie di cinque semplici esercizi e si basa sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Dal luglio 1999 il Partito Comunista Cinese cerca di reprimere questo gruppo di praticanti.
Durante la detenzione Shao era stato sottoposto a varie torture e abusi che rapidamente avevano compromesso la sua salute tanto da fargli vomitare sangue e in diverse occasioni farlo svenire. Nonostante le autorità carcerarie avessero in mano i risultati negativi della pressione sanguigna e dell'elettrocardiogramma, rifiutavano di fornirgli cure mediche e lo costringevano a fare lavori pesanti. Anche se il 2 maggio dello scorso anno era stato rilasciato per motivi di salute, non si era più ripreso.
Il sessantaduenne Shao Minggangi morto il 27 febbraio, dopo anni di torture e molestie per la sua fede nel Falun Gong
Arresto e condanna
Il 4 marzo 2016 l'Ufficio 610 di Jinzhou e la Polizia di Linghe lo avevano arrestato e portato nel centro di detenzione di Jinzhou che si era rifiutato di ammetterlo per via della sua pressione sanguigna salita a 240 mmHg. In seguito la polizia era riuscita a convincere il centro ad ammetterlo, ordinando anche alla Corte di Linghe di processarlo rapidamente.
Il 16 marzo 2016 la Corte aveva tenuto un'udienza all'interno del centro di detenzione, e nonostante le sue gravi condizioni di salute, l'avevano condannato a sei anni di reclusione che aveva più tardi iniziato a scontare nella prigione di Dongling a Shenyang.
Durante la detenzione la sua salute si era aggravata: la pressione sanguigna rimaneva alta, era divenuto incontinente e aveva difficoltà a camminare. Tra il 2 e il 5 gennaio dello scorso anno aveva vomitato sangue, ma le guardie inizialmente non l'avevano soccorso. Solo dopo che altri praticanti detenuti avevano protestato, la sera del 5 gennaio era stato portato all'ospedale della prigione di Dongling, dove gli avevano misurato la pressione sanguigna e fatto un elettrocardiogramma, ma senza curarlo.
Il 29 gennaio dopo essere tornato in cella, arrivando dal bagno, Shao era svenuto. Ciò si era replicato altre volte, mentre era ai lavori forzati, mentre un detenuto lo spingeva su una sedia a rotelle, in officina, e di nuovo in bagno.
Il 28 aprile 2018 gli era stata concessa la libertà vigilata e il 2 maggio dello stesso anno era finalmente tornato a casa, così la sua salute era gradualmente migliorata praticando gli esercizi del Falun Gong.
Tuttavia la polizia locale gli aveva richiesto di essere settimanalmente aggiornata sul suo stato di salute e di pagare 150 yuan (circa 19 euro) per coprire i costi di monitoraggio del telefono.
Tra la fine del 2018 e le prime due settimane di quest'anno la polizia e i funzionari locali erano spesso andati a casa sua per molestarlo. Affermavano che fingeva di essere malato e costringevano la sua famiglia a portarlo in ospedale per un esame medico. Se fosse risultato sano, lo avrebbero riportato in prigione.
Le costanti molestie e minacce hanno causato una forte pressione mentale per Shao e la sua famiglia.
Detenzioni e torture precedenti
Dal luglio 1999 Shao era stato detenuto e torturato molte volte. Dopo che nel 1999 si era recato a Pechino per fare appello per il Falun Gong, era stato licenziato dal suo datore di lavoro. Quando nel 2000 vi era poi ritornato, era stato arrestato e mandato al centro di lavaggio del cervello di Jinzhou, dove era stato costretto a sottoporsi alle varie sessioni per essere trasformato.
Una volta fuori, per evitare ulteriori arresti, Shao se ne era andato di casa, ma un mese dopo era stato catturato nello Shandong. La polizia era andata a prenderlo, e dopo averlo riportato indietro, lo avevano picchiato e gli avevano bruciato la mascella con un accendino, deformandogli il viso.
Shao era stato recluso nel primo centro di detenzione di Jingzhou, dove aveva fatto uno sciopero della fame, e il 30 agosto 2004 senza comunicazione alla sua famiglia, era stato trasferito al campo di lavoro locale per un periodo di tre anni. Inizialmente il campo non voleva ammetterlo a causa della sua cattiva salute, ma un ordine dal capo del dipartimento di polizia locale aveva chiamato la struttura per obbligarla a farlo entrare.
Nel settembre 2004 il campo di lavoro aveva lanciato una campagna specifica contro i praticanti detenuti del Falun Gong, volta a farli rinunciare alla loro fede. Durante quel periodo le guardie non potevano tornare a casa e dovevano vivere lì.
Il vice direttore Li Fenglin e altre guardie, tenevano Shao in isolamento nonostante fosse in pericolo di vita, e giornalmente lo alimentavano forzatamente con una grande quantità di acqua salata, rendendolo sempre più emaciato. La sua pressione sanguigna era salita a 260 mmHg e soffriva di dolori al petto.
Nell'ottobre 2005 le guardie avevano lanciato un’altra serie di abusi contro i praticanti detenuti, picchiandoli, ustionandoli con bastoni elettrici, sottoponendoli a forti rumori e privandoli del sonno. Poco dopo i capelli di Shao erano diventati grigi ed era quasi morto. Tuttavia le guardie non smettevano di torturarlo e fino alla fine di maggio 2006, giornalmente dalle 4:30 alle 21:00, gli avevano somministrato del cibo con farmaci sconosciuti.
Nonostante la sua salute peggiorava, era stato rilasciato solo il 22 maggio 2007, cioè al termine del mandato.
Tra ottobre e novembre 2014 durante un arresto di massa di praticanti del Falun Gong a Jinzhou, era stato nuovamente preso e recluso nel centro di detenzione locale. Poiché la sua pressione sanguigna era aumentata di nuovo durante la detenzione, dopo che la famiglia aveva pagato 5.000 yuan (circa 660 euro) era stato rilasciato.
Principale responsabile:
Huang Ping: direttore del tribunale di Linghe, + 86-416-2872600, + 86-18941603999
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