(Minghui.org) Il Partito Comunista Cinese è ben noto per controllare le menti delle persone: ad esempio nell'Hebei è stata demolita la statua della Bodhisattva Guanyin di quasi 180 piedi (55 metri), costruita in circa cinque anni e costata 17 milioni di yuan (circa 2 milioni e 300 euro). Il fatto si è verificato il 30 gennaio scorso quando il governo dell'Hebei ha incaricato un gruppo di artificieri che due giorni dopo l'hanno abbattuta.
La sorte della statua è stata causata dalla sua popolarità, poiché durante le vacanze decine di migliaia di persone andavano spesso sul posto per adorarla. il Partito Comunista Cinese (PCC), essendo per sua natura ateo e governando il Paese con brutalità e violenza, non l'ha più tollerato e ha deciso di distruggerla.
Spina nel fianco del PCC
Analizzando la storia dall'inizio della persecuzione del Falun Gong da parte del PCC, al suo ventesimo anniversario, abbiamo notato un evidente analogia tra la demolizione della statua della Bodhisattva Guanyin e il motivo per cui nel 1999 il Partito ha deciso di sopprimere questo gruppo pacifico.
Il Falun Gong o Falun Dafa, è stato presentato al pubblico nel maggio 1992 e per via dei miracolosi benefici per la salute e i suoi principi di Verità, Compassione e Tolleranza, ha attirato un gran numero di persone. Da fonti governative si stima che prima della persecuzione nel luglio 1999, i praticanti fossero tra 70 e 100 milioni.
Tale popolarità aveva allertato i comunisti cinesi che già nel 1994 avevano iniziato a investigare sul gruppo, rivelando infine, anche dai rapporti di agenti sotto copertura, che il Falun Gong era semplicemente una pratica di meditazione che valorizzava il miglioramento della salute fisica e dei valori morali. Nonostante non ci fosse niente di negativo, il Partito non si è arreso.
Gli inizi della propaganda e la sua diffusione
Il 17 giugno 1996 il Guangming Daily, uno dei maggiori quotidiani in Cina, ha pubblicato un editoriale che diffamava il Falun Gong senza fornire alcuna prova. Tale tattica di lanciare una campagna politica diffamatoria attraverso i media, è stata spesso usata anche nelle precedenti repressioni. D'altra parte, questi atti contro gli innocenti praticanti del Falun Gong e i loro principi di Verità, Compassione e Tolleranza, hanno evidenziato ancora una volta la natura viziosa del Partito.
Il 4 luglio 1996, un mese dopo la pubblicazione dell'editoriale, il Ministero della Propaganda ha emanato un ordine interno alle agenzie di notizie e di stampa in tutta la Cina, che vietava la pubblicazione dei libri del Falun Gong.
L'indagine a livello nazionale sul Falun Gong avvenuta nel 1997 e ordinata dal Segretario Generale della Commissione Affari Politici e Legali (PLAC) Luo Gan, per tentare di etichettare il Falun Gong come un "culto", è stata vana in quanto ancora oggi non ci sono prove per incriminare la pratica.
Dopo che nel maggio 1998 He Zuoxiu, cognato di Luo, ha diffamato il Falun Gong durante un programma trasmesso dalla stazione televisiva di Pechino, centinaia di praticanti della città e della vicina provincia dell'Hebei si sono recati alla stazione tv o hanno scritto lettere ai funzionari per chiarire la verità. Dopo che un ufficiale ha riconosciuto che questo era stato il più grave errore mai commesso, la stazione tv ha mandato subito in onda un programma che mostrava i pacifici esercizi di gruppo dei praticanti.
Tuttavia nel luglio 1998 sotto la guida di Luo, il Primo Ufficio del Ministero di Polizia (responsabile della sicurezza politica) ha emanato il documento 1998-555, con il titolo di "Avviso sull'avvio di un'indagine in merito al Falun Gong", che lo etichettava come una "setta" e ordinava agli ufficiali subordinati di trovarne le prove a sostegno. Di conseguenza, alcuni funzionari sono stati fuorviati e hanno iniziato a molestare i praticanti del Falun Gong nei siti dove si svolgevano gli esercizi di gruppo.
In seguito Qiao Shi, allora Presidente del Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo e alcuni altri alti funzionari in pensione, avevano concluso che: "il Falun Gong avvantaggia la nostra nazione e il nostro popolo in molti modi, non recando alcun danno". Questa ricerca che alla fine del 1998 è stata presentata al Politburo del Partito, e si basava su diversi mesi di indagini.
Tuttavia l'11 aprile 1999 Zuoxiu ha continuato a diffamare il Falun Gong, pubblicando sulla rivista Youth Science and Technology, un articolo che senza prove accusava nuovamente la pratica, e raccomandava ai giovani di non praticarlo. Notando che quest'articolo era fuorviante e avendo beneficiato personalmente della pratica, tra il 18 e il 24 aprile i praticanti sono andati alla Facoltà di Tianjin per dei chiarimenti.
Improvvisamente il 23 e 24 aprile la polizia di Tianjin armata si era recata li per aggredire i praticanti, ferendoli e arrestandone quarantacinque. Quando altri praticanti avevano chiesto di rilasciarli, gli agenti avevano risposto che l'ordine proveniva dal Ministero della polizia di Pechino, e li invitava a recarsi nella città per risolvere la questione.
Appello pacifico
L'appello pacifico dei praticanti del Falun Gong a Pechino il 25 aprile 1999. Non c'erano bandiere o slogan e i poliziotti erano a proprio agio
Quindi il 25 aprile, sperando di chiarire i fatti sul Falun Gong, circa 10.000 praticanti si sono recati all'ufficio per gli appelli a Pechino, chiedendo il rilascio dei praticanti detenuti, il permesso di pubblicare libri del Falun Gong e la libertà di praticarlo. Dopo aver incontrato i rappresentanti dei praticanti, il premier Zhu Rongji ha emesso l'ordine di rilasciare quelli detenuti e ha sottolineato che non avrebbe interferito con la pratica. Dopodiché intorno alle 22:00 i praticanti se ne sono andati pacificamente e silenziosamente, senza lasciare confusione o rifiuti.
Tuttavia quel giorno, Jiang Zemin, a quel tempo capo del PCC, ha scritto una lettera al Politburo del Partito Comunista per sottolineare il problema. Poi il 10 giugno ha istituito una task force speciale, noto come l'Ufficio 610, con l'ordine di sopprimere il Falun Gong. Infine nel luglio 1999 aveva lanciato ufficialmente la persecuzione a livello nazionale.
La storia sopra dimostra che il PCC, specialmente Jiang e i suoi sostenitori, da tempo tentavano di sopprimere il Falun Gong. Se l'appello pacifico del 25 aprile non fosse avvenuto, avrebbero comunque avviato la persecuzione usando altri alibi.
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Categoria: Perché la persecuzione