(Minghui.org): Il 14 maggio Chen Shaomin è deceduto per problemi di salute dopo circa un anno dalla sua scarcerazione. Secondo il medico legale, entrambi i suoi polmoni erano completamente decomposti.
Chen era residente a Sanmenxia, nell’Henan. Nella sua famiglia, altre due persone hanno perso la vita in seguito alla persecuzione del Falun Gong, una pratica spirituale basata sui principi di Verità-Compassione-Tolleranza, perseguitata dal regime comunista cinese dal luglio 1999.
Shaomin ed i suoi due fratelli sono stati ripetutamente arrestati per aver rifiutato di rinunciare alla loro fede. Il loro padre non è riuscito a sopportare lo stress terribile mentre cercava disperatamente di ottenere la loro liberazione ed è morto nel 2001.
Nello stesso anno è deceduto anche il fratello, dopo essere stato sottoposto per due anni a iniezioni di farmaci sconosciuti mentre stava scontando una condanna per la sua fede.
Mentre sua madre settantenne piangeva la morte del suo secondogenito contemporaneamente si angosciava per la vita del figlio più giovane, Xiaomin, arrestato con Shaomin ed ancora in carcere per non aver rinunciato al Falun Gong.
Famiglia distrutta dalla persecuzione
Nel 1999, poco dopo l'inizio della persecuzione del Falun Gong Shaomin e suo fratello minore, Xiaomin, si erano recati a Pechino per fare appello per la loro fede, ma erano stati arrestati.
Durante la loro detenzione illegale, il loro anziano padre aveva instancabilmente cercato di ottenere la loro liberazione, ma le autorità avevano ingannato l’uomo inventando continue scuse e infine lo avevano minacciato. È deceduto due anni dopo l’arresto dei suoi figli.
Il fratello maggiore, Yuemin, era stato condannato due volte per la sua fede. Durante la sua detenzione, era stato torturato e più volte gli avevano iniettato farmaci sconosciuti. Dopo il suo rilascio, aveva sofferto di forti dolori alla schiena e si sentiva molto debole. È morto il 26 aprile del 2011 all’età di quarantotto anni.
Nel 2014, la moglie di Yuemin, Li Faying, anch'essa praticante del Falun Gong, è stata arrestata e condannata a quattro anni di detenzione nella prigione femminile di Xinxiang per aver divulgato informazioni sul Falun Gong. Mentre scontava la sua pena la loro unica figlia, per sostenersi, ha dovuto svolgere dei lavori part-time.
A giugno 2016, Shaomin e Xiaomin, sono stati arrestati nuovamente per la loro fede. La polizia ha saccheggiato le loro case e confiscato i loro computer, le stampanti e dei contanti.
A luglio 2017, sono stati condannati e portati alla prigione di Xinmi; è ancora da accertare il termine di questa condanna. Secondo la testimonianza di un praticante detenuto nella stessa prigione i due fratelli sono stati severamente torturati per non aver rinunciato alla loro fede.
Nel 2018, Shaomin è stato rilasciato per problemi di salute: era molto debilitato e non riusciva più a prendersi cura di se stesso.
Inviato ai campi di lavoro forzato per due volte
Precedentemente alla sua ultima condanna, il praticante era stato portato nei campi di lavoro forzato per due volte. La prima volta nel campo di Wugulu a Luoyang, nell’Henan, per un periodo di tempo tuttora ignoto, dove è stato sorvegliato rigorosamente da quattro detenuti. Una volta lo avevano spogliato e picchiato con una spessa tavola di bambù, perché lo avevano visto parlare con un altro praticante del Falun Gong. I colpi erano stati così violenti che gli avevano lasciato le natiche gonfie e contuse.
Prima di essere mandato nel secondo campo di lavoro forzato, era stato rinchiuso nel centro di detenzione di Luoning, dove la guardia carceraria lo aveva costretto a camminare avanti e indietro con le mani e i piedi incatenati.
Successivamente, nel settembre 2004, era stato condotto al campo di lavoro forzato n. 3 di Henan. Le guardie e i detenuti locali lo percuotevano spesso con manganelli e cinture di cuoio e a volte lo schiaffeggiavano in viso con i loro stivali.
L’agente Nie Yong, una volta ha messo il suo pene nella bocca di Shaomin e lo ha minacciato che avrebbe urinato nella sua bocca se non avesse abbandonato la sua fede.
Oltre alle percosse e agli insulti verbali, gli agenti gli avevano ammanettato le mani dietro la schiena, lo avevano ustionato con i manganelli elettrici e iniettato farmaci sconosciuti che avevano causato la fuoriuscita di pus dal suo orecchio sinistro e dal suo piede sinistro già gravemente ferito. Era emaciato e spesso aveva vertigini a causa delle continue torture.
Rievocazione della tortura: legato con le mani dietro la schiena
Il termine della sua condanna era stata fissata a novembre del 2005, ma le autorità lo avevano rinchiuso per un altro anno perché si era rifiutato di rinunciare al Falun Gong.
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