(Minghui.org) Nel 2015 due sorelle di Dandong sono state condannate per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese. Zhang Wei e sua sorella minore, Zhang Xiaoping, sono state entrambe mandate nella prigione femminile di Liaoning, dove Wei sta scontando nove anni e Xiaoping cinque anni.

In più occasioni le autorità carcerarie hanno negato alle sorelle le visite dei familiari perché si sono rifiutate di rinunciare alla loro fede. Di recente, il 19 aprile e il 14 maggio scorso, al marito di Wei non è stato permesso di vedere la moglie, e il 22 aprile di quest'anno è stata rifiutata anche la richiesta della famiglia di Xiaoping.

Negate le visite familiari

Il 22 aprile il marito di Wei, accompagnato da un avvocato, ha cercato di ottenere il permesso di visita, ma gli è stato riferito che la moglie era rinchiusa in isolamento poiché aveva praticato gli esercizi del Falun Gong. A quel punto l'avvocato ha chiesto di vedere i documenti che provavano la reclusione della donna nella cella di isolamento. Inizialmente le guardie si sono rifiutate, ma poi hanno mostrato un foglio e i due uomini sono stati allontanati nonostante le accese proteste del legale.

Tre settimane dopo l’uomo ha tentato nuovamente di far visita alla moglie, ma anche in quell’occasione senza successo. Dopo aver chiesto di parlare con il dirigente della prigione, una guardia è uscita dal suo ufficio e gli ha mostrato un video di sua moglie che eseguiva gli esercizi del Falun Gong.

Il marito di Wei, che non vedeva la donna da due mesi, ha cercato di ottenere l’autorizzazione manifestando le sue profonde preoccupazioni per la moglie, visto quanto barbaramente era stata picchiata in passato.

Per la sua fede infatti la praticante aveva già scontato sette anni di prigione, dove era stata torturata quasi a morte. Questa volta, nel carcere di Liaoning è stata di nuovo picchiata brutalmente, e il marito durante una visita concessa nell’agosto dell’anno scorso aveva visto il suo corpo ricoperto di lividi.

In seguito ha nuovamente chiesto di vedere sua moglie, ma la guardia, dopo avergli mostrato un filmato, gli ha negato l’autorizzazione proponendogli invece di filmarla ancora per poi mostrargliela in video. Così, temendo di essere ingannato, ha insistito che durante le riprese Wei pronunciasse la data dell’evento. Poco tempo dopo la guardia, omettendo di dire se era ancora in isolamento, ha mostrato una ripresa sfocata nella quale la praticante diceva che era il 14 maggio.

La famiglia ottiene il permesso di visita dopo aver presentato ricorso

Negli ultimi mesi anche la famiglia di Xiaoping ha provato a farle visita. La prima volta è avvenuta il 19 aprile, ma gli è stato detto che non era possibile vederla perché la donna si rifiutava di rinunciare alla sua fede. Allora i parenti hanno presentato ricorso all’ufficio dell’amministrazione penitenziaria, e in seguito è stato detto loro che il diritto di visite della praticante era stato revocato perché la donna non rispettava il regolamento carcerario.

Tuttavia, il 9 maggio scorso i funzionari della prigione hanno contattato la figlia, comunicandole che solo a lei era stato concesso il permesso di visita.

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