(Minghui.org) Il praticante Yang Naijian è stato rilasciato il 2 maggio dopo sei anni di prigionia, per aver raccontato alle persone della persecuzione del Falun Gong. Sua madre è morta all'inizio di quest'anno dopo tre anni di reclusione e non gli è stato permesso di vederla prima che morisse.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale che comprende degli esercizi e una meditazione, inoltre le persone che la praticano cercano di seguire i principi di Verità, Compassione e Tolleranza per migliorare il loro carattere morale. Da quando nel luglio 1999 il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato a perseguitare questo gruppo di persone, un gran numero di loro sono stati detenuti e torturati per la loro fede.
Arresto illegale, imprigionamento, tortura e morte
Il 2 maggio 2013 più di settanta agenti di polizia della città di Qingdao sono entrati nella casa di Liu e hanno arrestato sedici praticanti tra cui Liu stessa, Yang e anche parenti e amici. Il 4 giugno la CCTV e la Xinhua News Agency hanno rivendicato un'importante vittoria della polizia di Qingdao per aver impedito ai praticanti di illustrare e rendere pubblici i metodi di tortura usati nei carceri. I mandati di arresto sono stati consegnati ai membri della famiglia il 9 giugno, accusandoli di minare l'applicazione della legge. Più tardi, i funzionari hanno cambiato le accuse in “incitamento alla sovversione” e costretto i famigliari a firmare dei documenti.
Mentre era detenuto nel centro di detenzione di Xifu, Yang è stato picchiato, torturato e condannato a una pena detentiva di sei anni, mentre la madre di Yang, Liu, è stata condannata a tre anni. Anche Yuan Shaohua e Lu Xueqin, altri due praticanti arrestati insieme a loro, sono stati condannati rispettivamente a quattro e dieci anni di prigione. Durante i sei mesi nella prigione femminile di Shandong, Liu ha subito abusi fisici e mentali, e anche dopo averle diagnosticato un cancro ai polmoni, i funzionari hanno continuato a molestarla e minacciarla, portandola infine alla morte a gennaio di quest'anno.
Abuso fisico in prigione
Yang è stato portato nella prigione dello Shandong l'11 novembre 2014. Tre giorni dopo, il detenuto Yin Jun ha ordinato a Yang Hongyou e ad altri detenuti di torturarlo in bagno, dove non c'erano telecamere di sicurezza.
Dopo avergli legato strettamente braccia e gambe ad una sedia, gli hanno chiuso la bocca con un nastro adesivo per impedirgli di gridare "la Falun Dafa è buona". Successivamente hanno inclinato la sedia all'indietro, appoggiandola a una panca di legno.
Illustrazione della tortura: legato strettamente
I detenuti hanno inoltre avvolto una corda intorno alla sua testa per poi legarla ai tubi del riscaldamento. In quel modo la testa di Yang era sospesa all'indietro, senza la possibilità di sostenere il suo corpo. Non poteva alzare la testa, il collo era piegato creando un forte disagio e la sua bocca era sigillata, rendendo difficile respirare. Tutto ciò era molto doloroso e col passare del tempo ha iniziato ad avere allucinazioni, ma l'uomo ha comunque resistito e non ha rinunciato alla sua fede.
Tuttavia, a causa delle torture, Yang ha iniziato ad avere problemi di cuore e di pressione sanguigna. Così i detenuti hanno provato a somministrargli delle medicine prima di legarlo, ma senza successo, l'uomo ha continuato ad opporre resistenza. È stato poi legato strettamente dalle ore 8:00 del mattino fino al pomeriggio. Durante questa tortura, un detenuto ha continuato a misurare il suo battito e la pressione sanguigna.
Yang era di fronte a due scelte. Avrebbe potuto cedere, e in quel modo sarebbe stato libero, oppure doveva sopportare l'estremo dolore causato dalla tortura. Più volte si è sentito sul punto di morire, il tormento era indescrivibile, ma ciononostante è rimasto costante nella sua fede.
Trattamento d'emergenza
Yang stava rischiando di perdere la vita a causa della tortura subite, del liquido gli usciva dalla bocca ed era vicino alla morte. Il detenuto Yang Hongyou ha quindi informato le guardie della situazione, e così il praticante è stato portato due volte all'ospedale della prigione per delle cure di emergenza. La prima volta la sua pressione sanguigna era a 180 e la seconda a 170, con pulsazioni rispettivamente a 134 e 136. Come se non bastasse stava soffrendo di ischemia miocardica e ipertrofia ventricolare e atriale.
A quel tempo l'intero corpo di Yang continuava a tremare e non riusciva a stare in piedi. Liu Bo, un medico dell'ospedale della prigione, gli ha prescritto delle medicine che un detenuto tramite alimentazione forzata gliele ha somministrate.
L'uomo era in condizioni di salute critiche, non aveva forza e continuava a tremare. Inoltre, aveva un dolore al petto che gli rendeva difficile respirare, era spesso in trance e vomitava ogni volta che si muoveva. Per salire fino al sesto piano aveva bisogno di fare tre pause. Vedendo le sue condizioni le guardie lo hanno portato nuovamente all'ospedale della prigione il 27 novembre 2014, ma il medico dell'ospedale ha rifiutato di curarlo. Alla fine Yang è stato trasferito all'ospedale della polizia di Jinan.
Nel centro di detenzione le guardie lo hanno ammanettato e appeso per tre giorni e tre notti per costringerlo a confessare qualcosa che avrebbero potuto usare come prova contro di lui. Per opporsi Yang ha iniziato uno sciopero della fame e alla fine i funzionari hanno rinunciato.
La sofferenza dei membri della famiglia
In questi sei anni in cui Yang è stato imprigionato, i suoi familiari hanno sofferto molto e alcuni di loro sono morti senza poter vedere i loro cari un'ultima volta a causa della persecuzione:
- il nonno materno di Yang è deceduto il 2 maggio 2007, mentre la madre del praticante, Liu, era imprigionata nella prigione femminile di Jinan.- La nonna materna di Yang è deceduta l'8 febbraio dello scorso anno senza riuscire a vedere suo nipote libero - Quando il 4 gennaio di quest'anno anche Liu è deceduta, il praticante era ancora in carcere, ed è dovuto rimanere per altri quattro mesi senza poter vedere il corpo della madre.
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Categoria: Resoconti della persecuzione