(Minghui.org) Zhang Shouhui di Qingyuan, nello Liaoning, è stata recentemente rilasciata dalla prigione femminile dello Liaoning dopo quattro anni di torture per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, una pratica che migliora mente e corpo, perseguitata in Cina dal 1999.
La donna è stata rilasciata il 23 aprile scorso, dopo che il 24 aprile del 2015 era stata arrestata e un anno dopo condannataper aver tentato di appendere uno striscione del Falun Gong.
Questa è la quinta volta che Zheng viene catturata dall'inizio della persecuzione, in precedenza era stata rinchiusa per ben due volte nei campi di lavoro forzato, per un totale di circa tre anni. Tuttavia prima della fine di ogni mandato era stata rilasciata, poiché a causa delle torture era in punto di morte.
Nel campo di lavoro forzato, Zheng aveva visto Wang Xiuxia venire torturata a morte e ciò l'aveva mentalmente sconvolta. Zheng è stata anche ammanettata ad una sedia di ferro e picchiata, bagnata con l'acqua fredda, esposta a luce intensa per tante ore, tormentata in un ospedale psichiatrico e costretta a indossare catene pesanti: ha rischiato di morire varie volte.
Quello che segue è il suo resoconto personale su quanto le è successo dall'arresto dell'aprile 2015:
La sera del 24 aprile, Jin Fengzhi, Xu Ping ed io, stavamo per appendere uno striscione del Falun Gong, quando dal nulla sono comparsi otto poliziotti. L'agente Peng Yue della sicurezza interna di Fushun mi ha detto che se non avessi sporto denuncia contro di lui e se gli avessi dato un po' di denaro, mi avrebbe lasciato andare. Poiché ho rifiutato, mi ha preso le chiavi e ha confiscato le mie cose.
Quella stessa notte ci hanno portate alla stazione di polizia di Fumin e poi al centro di detenzione di Fushun. All'una di notte Peng ha saccheggiato la mia casa, confiscandomi il computer, i libri del Falun Gong, gli oggetti personali e lasciando mio marito sconvolto.
Torturata nel centro di detenzione
Nella struttura sono stata costretta a fare lavori forzati e, se non riuscivo a completare la quota assegnatami, la notte ero costretta a stare un'ora in piedi per quattro volte. A causa dello sforzo la mia pressione sanguigna è salita molto, nondimeno c'era molta tensione tra le detenute, poiché la guardia le aveva avvertito che se io non avessi retto un’ora in piedi loro avrebbero dovuto farlo per due ore e mezza.
La quantità di lavoro continuava ad aumentare e dovevo produrre dalle sei del mattino, alle sei di sera. Molte carcerate si sono ammalate a causa dell'esaurimento fisico e mentale e un giorno abbiamo protestato rifiutando di mangiare. Poiché non mi sono scusata per quello che avevamo fatto, le guardie mi hanno appesa ad un muro con le mani ammanettate per quattro giorni.
Illustrazione della tortura: appesa con le mani ammanettate
Le guardie spesso istigano altre detenute ad abusare delle praticanti del Falun Gong, promettendo ricompense o riduzioni di pena quindi una notte, appena hanno visto che stavo facendo gli esercizi della pratica per recuperare la salute, sei di loro mi hanno picchiata e presa a calci, poi una mi ha afferrato per i capelli sbattendomi la testa contro il pavimento. Una guardia invece di aiutarmi mi ha accusata di essere stata io a provocare le prigioniere.
Tormento fisico e umiliazione
A luglio del 2016 sono stata condannata a quattro anni di reclusione ed a febbraio del 2017 sono stata trasferita nella prigione femminile dello Liaoning. Qui, quando ho rifiutato di eseguire gli ordini di una detenuta, una guardia ha istigato altre a spogliarmi e filmarmi, minacciando di pubblicare il video su Internet. Per cercare di costringermi a rinunciare al Falun Gong, le prigioniere lasciavano le finestre aperte in inverno, mi negavano una coperta e l'utilizzo dell'acqua calda. Quando mi sono rifiutata di firmare la dichiarazione di rinuncia o di calunniare il Falun Gong, loro mi hanno bloccata e impresso con la forza le mie impronte digitali sui documenti.
In seguito ho riferito alle autorità che le mie dichiarazioni erano state falsificate e in risposta una guardia si è vendicata e mi ha fatto rimanere ferma in piedi per molte ore. Dopo essere svenuta, le carcerate hanno versato dell'acqua sul pavimento, usandomi come uno straccio fino ad asciugarlo.
Mi hanno punita e umiliata anche in altri modi, mi è stata negato l’uso della toilette e spesso sono stata presa di mira e aggredita fisicamente. Le prigioniere hanno anche applicato al mio letto e sui miei vestiti, degli adesivi con le calunnie contro la Falun Dafa ed il Maestro Li. Inoltre per quattro mesi non mi è stato permesso di cambiarmi d’abito, né di usare la carta igienica.
Sono stata poi trasferita in un reparto diverso, dove tutte dovevano svolgere lavori forzati dalle sette del mattino alle sette di sera, ma la prima notte ho lavorato fino alle nove. Era impossibile finire la quota giornaliera richiesta, quindi gli straordinari erano una norma e spesso saltavo i pasti.
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Categoria: Sevizie sulle donne