(Minghui.org) Il 5 luglio è stato pubblicato sull’ “Ottawa Citizen”, quotidiano canadese, un articolo d’opinione intitolato "Bulka: La Cina estrae ancora organi dai prigionieri, e il mondo fa poco per fermarlo".

L’articolo è stato scritto dal Dottor Reuven P. Bulka, un rabbino emerito della Congregazione Machzikei Hadas di Ottawa ed ex-presidente della Trillium Gift of Life Network.

Il pezzo si apre così: «Prima hanno negato. Poi hanno detto che avrebbero smesso ed ora si scopre che non l'hanno mai fatto, questa pratica brutale e omicida continua incontrollata».

Bulka ha scritto che le autorità cinesi stanno estraendo forzatamente organi da prigionieri politici, principalmente praticanti del Falun Gong, per venderli a persone che hanno bisogno di un trapianto e di un nuovo organo.

«Questo è omicidio, un brutale omicidio: prelevare organi dai corpi di persone vive perché questi organi sono i più freschi e migliori. Anche se ci sono prove inconfutabili, le autorità cinesi l’hanno sempre negato. Quest’atroce tortura è stata inizialmente esposta dai canadesi David Matas e David Kilgour nel loro famoso resoconto frutto di meticolose ricerche» ha scritto il rabbino.

Rabbino Reuven P. Bulka

Ha descritto come le autorità cinesi abbiano ripetutamente negato di aver commesso questo crimine, in seguito nel 2014 si sono auto incriminati annunciando che presto avrebbero interrotto la pratica del prelievo dai prigionieri giustiziati.

«Hanno così rivelato di essere sia bugiardi che assassini. Non sorprende che gli assassini siano anche bugiardi. Se la vita è a buon mercato, la verità è ancora più economica».

«È sconvolgente pensare che il “mondo civile” abbia applaudito, piuttosto che richiamare il governo cinese e chiedere di fermare immediatamente gli omicidi, piuttosto che fare delle semplici sollecitazioni. Una macchia davvero orribile».

Continua scrivendo che sulla base del rapporto del China Tribunal, che si è tenuto recentemente a Londra, le autorità cinesi stanno ancora commettendo questi crimini. Il rabbino ha poi evidenziato di quanto sia strano che le conclusioni del Tribunale non siano state riportate in modo preminente dai media occidentali.

Cita la "dichiarazione dolorosamente esplicita" del presidente del Tribunale cinese, Sir Geoffrey Nice, pubblicata il 17 giugno sul giornale The Guardian: «È stato comprovato che moltissime persone sono morte in modi orribili e senza ragione, molte altre persone potrebbero star soffrendo le stesse pene. Viviamo su un pianeta dove chi, per il momento, è al potere di un paese con una delle più antiche civiltà conosciute dall'uomo moderno, è anche estremamente malvagio».

Bulka ha fatto riferimento alle statistiche disponibili sui trapianti di organi in Cina, dove si dice che 90.000 trapianti avvengono ogni anno, e il tempo di attesa per un organo è di poche settimane. I pazienti hanno anche la garanzia della disponibilità di un organo di riserva, nel caso in cui il primo venisse rifiutato dal corpo del paziente. «Questa è la realtà in Cina e come Matas e Kilgour hanno giustamente sottolineato, può essere spiegato solo come il risultato dell'uccisione di “prigionieri” facilmente reperibili, per lo più membri del Falun Gong, ma anche tibetani, musulmani uiguri e cristiani».

L’autore prosegue sostenendo che l'ambasciata cinese a Londra ha dato una risposta prevedibile alle accuse: «Il governo cinese segue sempre i principi guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sui trapianti di organi umani ed ha rafforzato la sua gestione dei trapianti di organi .... a condizione che la donazione di organi umani debba essere fatta volontariamente e gratuitamente …».

«I fatti rivelano la menzogna» obietta il Dottor Bulka.

Il rabbino illustra come a volte si può fare poco sugli abusi dei diritti umani che avvengono in tutto il mondo, con persone che vengono uccise quotidianamente: «Ma con questa situazione non ci sono scuse. Abbiamo un po' di potere e dobbiamo usarlo, tutti i governi del mondo devono chiedere al governo cinese di prendersi le sue responsabiltà», ha dichiarato.

È stato sottolineato che alcuni paesi hanno vietato il turismo dei trapianti in Cina, e il Canada e gli Stati Uniti dovrebbero fare lo stesso.

Ha scritto che qualsiasi accordo fatto con «un regime assassino che uccide regolarmente i propri cittadini per soldi, vale ben poco».

«Qualsiasi accordo con la Cina, su qualsiasi questione, deve includere l'insistenza che questa pratica barbarica si fermi immediatamente e includa un meccanismo che renda verificabile la sua terminazione.»

Conclude: «Noi che ci affrettiamo ad acquistare prodotti cinesi, dovremmo chiederci se stiamo sostenendo quell'omicidio, cosa che di sicuro non è nelle nostre intenzioni. Se ci riusciamo,potremmo salvare delle vite, rifiutandoci di acquistare prodotti “Made in China”. Immaginate di salvare vite umane semplicemente cambiando le nostre abitudini d’acquisto, manderebbe un messaggio forte, ed è una profonda manifestazione di solidarietà».