(Minghui.org) A Tong Mingyu, un praticante del Falun Gong di trentotto anni, nonostante le sue condizionicritiche è stata ripetutamente negata la libertà vigilata. L'uomo è in sciopero della fame da due anni in protesta per la sua condanna detentiva di tre anni e mezzo per aver distribuito del materiale informativo sul Falun Gong.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal 1999 dal regime comunista cinese.
Il 17 agosto di quest’anno i suoi genitori hanno ricevuto una telefonata dalla prigione di Tailai a Qiqihar, nell’Heilongjiang, in cui venivano avvisati che il loro figlio stava morendo.
Il 20 agosto i due anziani hanno percorso più di 300 chilometri da Harbin a Qiqihar e finalmente, il giorno successivo, sono riusciti a vederlo. L'ultimo permesso di visita a loro concesso era stato il 18 dicembre dell’anno scorso.
La madre è scoppiata a piangere nel vedere suo figlio in stato vegetativo.
Non poteva muoversi né parlare, aveva gli occhi chiusi e aveva un tubo nel naso per l’alimentazione. Il suo debole respiro era l'unica prova che fosse ancora vivo.
La madre, angosciata, gli ha chiesto se sentiva dolore da qualche parte, ma non rispondeva. Ad un certo punto i suoi occhi hanno iniziato a lacrimare.
Una guardia carceraria deridendolo ha detto, «Sembra che gli siano rimaste ancora delle emozioni».
La madre di Tong si è poi recata dal capo dell’ufficio amministrativo della prigione, Xiong Dehui, per chiedere la libertà vigilata per suo figlio.
Tuttavia, la risposta è stata: «Non gli verrà concessa, a costo di farlo morire qui. Abbiamo regole dall'alto, gli viene negata perché si rifiuta di rinunciare a praticare il Falun Gong e ha iniziato uno sciopero della fame».
Ha poi riferito ai genitori che lo avrebbero trasferito nell'ospedale centrale di Harbin per le cure.
Il 6 settembre quando i due anziani sono andati in ospedale, gli si è stretto il cuore nel constatare le pessime condizioni e le attrezzature primitive dell’ospedale, e hanno detto: «Non siamo sicuri che qui nostro figlio riceverà le cure di cui ha bisogno».
Quindi si sono recati presso l’ufficio dell'amministrazione penitenziaria e l'ufficio per i ricorsi per chiedere nuovamente il rilascio per ragioni mediche, ma ancora senza avere successo.
Arresto, condanna e sciopero della fame
Tong è originario della città di Harbin e lavorava a Pechino. Ha iniziato uno sciopero della fame dopo essere stato arrestato il 25 giugno 2017, per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong.
Il 2 febbraio 2018 è stato condannato a tre anni e mezzo dal Tribunale distrettuale di Changping a Pechino. È stato detenuto la prima volta per un mese nella prigione di Taihe, il 25 aprile dell’anno scorso è stato portato nella prigione di Tailai, e qualche mese dopo, ad agosto, è stato trasferito nella prigione di Fengtun a Qiqihar.
L’uomo ha continuato lo sciopero della fame e da allora le sue condizioni sono peggiorate sempre più.
Verso la fine di agosto dell’anno scorso i suoi genitori erano riusciti a fargli visita e si sono accorti che soffriva di una grave anemia. Aveva il viso pallido, le mani bianche e doveva essere assistito da due persone. Per mantenerlo in vita lo alimentavano forzatamente.
Il 17 settembre, alcune settimane dopo, i due anziani hanno ottenuto il permesso per una breve visita, mentre quella del 15 ottobre gli è stata negata.
Il 18 dicembre 2018 quando hanno avuto il permesso di rivederlo, si sono accorti che il suo viso era ancora pallido, ma le sue labbra erano stranamente rosse. Allora hanno pensato che le guardie gli avessero messo il rossetto per cercare di nascondere il suo stato di salute. Tuttavia non apriva più gli occhi e non reagiva a nessuno stimolo.
Le autorità carcerarie hanno ripetutamente respinto tutte le richieste di libertà vigilata.
Ad agosto Tong è stato trasferito dalla prigione di Fengtun alla prigione di Tailai, e le guardie si sono rifiutate di spiegare ai suoi genitori il motivo del suo trasferimento.
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Categoria: Resoconti della persecuzione